mercoledì 9 settembre 2020

Tu chiamale se vuoi "Emozioni"

di FRANCESCO TRONCARELLI


Cinquant'anni fa il mitico viaggio a cavallo di Mogol e Battisti da Milano a Roma.  Un'esperienza unica da cui nacque il brano più bello firmato dalla coppia d'oro del nostro pop


Due artisti e un mondo meraviglioso che si rivelava ai loro occhi cavalcando per il Bel paese. Estate di fuoco 1970, Lucio Battisti e il suo compagno di storie in musica Mogol, compiono un viaggio insolito e rivoluzionario per quei tempi, montano a cavallo per andare a Roma da Milano e soprattutto per attraversare l'Italia e scoprirla da angolature diverse e suggestive.

Mentre gli italiani facevano follie per l'ultima berlina della Fiat, la "128", due musicisti di successo in sella a due cavalli inseguivano il loro sogno bucolico. La cavalcata con cui giusto 50 anni fa Mogol e Battisti coprirono il percorso tra Milano e Roma attraversando valli e colline, ma viaggiando anche sull'asfalto lungo le strade statali, rimane nell'immaginario collettivo come il primo clamoroso gesto ambientalista in Italia.

Forse anche l'ultimo così genuino e senza doppi fini, certamente un segnale verde in anticipo rispetto alla nascita dei movimenti ecologici del nostro Paese e alla riscoperta della natura e dei suoi scorci meravigliosi che la vita sedentaria e gli spostamenti in macchina ci precludono.

L'idea fu di Mogol che già montava a cavallo e che convinse subito l'amico a intraprendere questo lungo viaggio lontano dalla pazza folla delle vacanze nei lidi di moda. Lucio, carattere schivo ma riflessivo, ovviamente fu entusiasta della idea e quando la mise nero su bianco in una corrispondenza per Sorrisi e canzoni la spiegò così:

il settimanale col reportage del viaggio
"Lo spirito è quello di provare a noi stessi che possiamo farcela, e quello di godere, senza preoccupazioni, di un vero contatto con la natura, per curarci un po' delle malattie della nostra vita di lavoro, di fretta, di angosciosa corsa contro il tempo".

Per Battisti digiuno di cavalli ci pensò Albert Moyersoen, maestro di equitazione e padre dell'olimpionico Filippo, ad insegnargli a stare in sella, e così all'alba del 28 giugno dalla Cascina Longora di Capriate vicino Milano, salirono Lucio su Ribatejo e Mogol su Pinto, per affrontare i 650 km del loro viaggio.

A fargli compagnia e battistrada nelle giornate di pioggia, una jeep che trainava una roulotte con i viveri e l'indispensabile per cucinare qualcosa di caldo, guidata da Oscar Prudente, musicista dell'entourage di Battisti e futuro autore di successi come "Jesahel", "Pensiero stupendo" e "Il mondo di frutta candita".

E così con tappe da 30 km, cappello da cow boy in testa e stivali, i due iniziano ad attraversare l'Italia. Pavia, Castel San Giovanni, poi verso il mare di Sarzana, vicino a La Spezia e sfruttando  strade poco battute proseguono verso la Versilia.

Arrivano a Castiglioncello, proseguono per Cecina, Grosseto, Urbino, Capalbio, fiancheggiano l'Aurelia su strade poderali bianche. L’itinerario non era pianificato per intero, lasciando un margine di scelta lungo il raid anche per trovare e percorrere itinerari diversi.
 
relax a Cecina

"A cavallo le strade sono diverse, tutto è diverso in questa Italia semisconosciuta che frughiamo lentamente giorno per giorno -raccontò nel suo reportage su Sorrisi e canzoni-. Percorriamo sentieri in mezzo ai boschi, stradine polverose, viottoli di montagna, spiagge. Qualche volta, ma è raro, incontriamo una striscia d’asfalto..".

I falò nei boschi, le cavalcate sul bagnasciuga, le spaghettate in pineta, la frutta regalata dai contadini, la strigliatura dei cavalli, i bagni nei torrenti, tutto è un'avventura, una tranche di nuova vita, un'oasi di serenità e sfida con se stessi.

Un'esperienza segnante e fondamentale per entrambi, che coglie nella sua pienezza il significato mistico del viaggio, la partenza, lo svolgersi del percorso in cui a poco a poco ci si trasforma, l’arrivo e la fine di una storia, quando cioè si percepisce di essere diventati una persona diversa e che nulla sarà più come prima.

Il terreno fertile ed ideale da cui nascerà di li a poco il capolavoro del duo: “Emozioni”. Un brano che apre un nuovo orizzonte, una nuova maniera di esprimere i sentimenti e le sensazioni. Un disco che segnerà la svolta della carriera dell'artista laziale lanciandolo definitivamente fra i grandi di quella che allora si definiva musica leggera ed ora pop.

una rinfrescata per Ribatejo

"Emozioni" è la canzone che può essere considerata la manifestazione di una sensibilità e profondità d’animo in cui si sono sempre riconosciuti i giovani di almeno tre generazioni e che prese il volo e la sua consistenza, in un viaggio a cavallo, al galoppo fra la natura e in riflessione con se stessi.

Di quella storica cavalcata esistono alcune riprese in Super 8, come si usava una volta per le gite, le comunioni e i matrimoni, un filmato amatoriale insomma di quelli che si facevano quando internet e gli smartphone non governavano le nostre vite e si era tutti più spontanei e veri.

Era stato a lungo dimenticato in un cassetto, poi Mario Tessuto quello di "Lisa dagli occhi blu" a cui era stato affidato per sonorizzarlo con un apparecchio che solo lui aveva (sembra presistoria, ma è ieri...) lo tirò fuori e Michele Bovi lo ha diffuso col suo TG2 Dossier.

Nella sua "povertà" di ripresa e nella sua mancanza di effetti speciali, è un minivideo veramente eccezionale, che rivisto oggi, giorno dell'anniversario della scomparsa di Battisti, assume una valore particolare e di struggente nostalgia.

L'obiettivo ci ha regalato per sempre il cantante nella sua allegra giovinezza ed in una quotidianità ecologica che non solo non ha precedenti ma nemmeno emuli, tanto la ripresa era improvvisata e naif. E le "Emozioni" meravigliose di quel viaggio, si rinnovano cinquant'anni dopo come allora.



4 commenti:

  1. Quanto è durato il viaggio a cavallo da Milano a Roma?

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  2. Quanto è durato il viaggio a cavallo da Milano a Roma?

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  3. Quanto è durato il viaggio a cavallo da Milano a Roma?

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  4. Favoloso, indimenticabile un'emozione su "Emozioni", credo siano state 6,5 ore di grande bellezza

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