mercoledì 11 settembre 2019

Lucio Battisti e Mina, il duetto è per sempre

di FRANCESCO TRONCARELLI 


Lucio Battisti in televisione ed è subito evento. Emozioni, brividi, ricordi. La puntata di Techetechetè dedicata all'artista laziale, ha suscitato un'ondata di entusiasmo impressionante che si è riversata sul web, come succede di solito quando c'è un avvenimento importante.

I social sono letteralemnete impazziti, a cominciare da Facebook, dove bastava scorrere la home per imbattersi in tutta una serie di "stati" che si riferivano a lui. Pensieri, foto, commenti, addirittura dirette che proponevano le immagini che stava mandanndo la Rai.

Improvvisamente i post sul governo, Salvini, i tramonti, le sensazioni della giornta erano spariti per magia, per la magia di riascoltare e rivedere questo genio che ha rivoluzionato la musica con i suoi brani.

Lo stesso accadeva su Twitter, dove nei 140 caratteri consentiti nel tweet, tutti stavano lanciando pensieri ed istantanee su quello che senza ombra di dubbio può essere considerato uno dei cantautori più amati di sempre. Un successo incredibile che i ventun anni della scomparsa non hanno minimamente scalfito. Anzi.

Basti pensare che l'argomento #Battisti è entrato subito nei trend topic raggiungendo le prime posizioni e che addirittura alle 2,30, a cinque ore di distanza dal termine dello speciale di Techetechete, nel cuore della notte, era ancora in tendenza. Incredibile ma vero.
Battisti in tendenza al nono posto alle 2e30 di notte

Ma non poteva essere diversamente, perchè le canzoni scritte insieme a Mogl e che Lucio ha cantato, sono senza tempo, capaci di emozionare oggi come allora, al di là delle generazioni di riferimento e delle nuove mode che si propongono. Battisti è immortale come le sue canzoni che tutti hanno ricantato riascoltandole a Techetechetè.

"Un avventura", "Mi ritoni in mente", "E penso a te, "Anna", "Emozioni", "Per una lira", "Io e te da soli", "Il tempo di morire", "Ancora tu", "Pensieri e parole" (stupendo il filmato tratto da Teatro 10 con l'invenzione del regista Antonnello Falqui con i due Battisti, in primo piano e sullo sfondo che si alternano nel cantato), "Eppur mi son scordato di te", "I giardini di marzo".

Poi l'apoteosi delle emozioni con il duetto tra Mina e Lucio, un'accoppiata da brividi forti entrata nella storia della televisione e che ha fatto epoca e che per certi versi ha segnato la fine di una stagione della nostra vita. Il momento del Techetechetè tenuto per ultimo, come gemma finale di uno scrigno pieno di tesori che ha entusiasmato più di tutti il pubblico.


Era domenica 23 aprile 1972, l'incontro avviene sul Secondo canale (superfluo dire della Rai, c’era solo lei allora) al Teatro delle Vittorie in Roma dove va in onda "Teatro 10". La trasmissione è in bianco e nero, anzi soprattutto nel bianco che più bianco non si può tipico delle scenografie dei grandi show di Antonello Falqui. Don Lurio si occupa delle coreografie e dei balletti.

Un varietà classico del sabato sera, ma spostato alla domenica per lasciare la vigilia del dì di festa al "Pinocchio" di Comencini, in modo che i bambini lo potessero vedere anche se arrivava dopo Carosello. Introdotti dal gran cerimoniere Alberto Lupo, a "Teatro" 10 sfilavano i nomi più importanti dello showbiz internazionale, incorniciati dalla voce di madama Mazzini che cantava da sola, duettava con un ospite e poi mandava tutti a nanna con "Parole parole parole".

Qualità garantita insomma, com’era la regola dell’allora deprecata e oggi rimpianta tivù bernabeiana. Quella sera in scaletta c'erano il re del rock francese Johnny Hallyday, Enrico Montesano con le sue macchiette e la sua comicità a 360 gradi, le gemelle Kessler per un annunciato, udite udite, spogliarello, che in cinque minuti mostrò meno epidermide di cinque secondi di un qualsiasi "Grande Fratello" e addirittura il grande violinista classico Salvatore Accardo.

E poi, naturalmente, i due mostri non ancora sacri, Mina e Lucio. Alle 21,47, scatta l’ora di questo evento eccezionale. Per la prima, unica e ultima volta cantano insieme i due giganti di quella che allora veniva chiamata "musica leggera", i due artisti più geniali e irregolari del Bel paese canterino, i due miti che poi sceglieranno di sparire dalle scene dopo averle occupate fino alla massima capienza, grazie a una combinazione eccezionale di genio e carisma.


Finalmente in coppia davanti alla grande platea televisiva, dopo i successi discografici di "Insieme", "Amor Mio" ed "Io e Te da Soli" e "La mente torna", firmati da Mogol-Battisti e interpretati dalla Tigre che hanno trionfato nelle classifiche di vendita. Sono questi gli ingredienti giusti per creare il duetto per eccellenza, quello che dopo quarantasette anni nessuno è riuscito ad eguagliare nè superare.

L’evento dura otto minuti e 59 secondi. Mina: "Senti Lucio, volevo dire una cosa. Tu, di solito, canti le tue canzoni, cioè: canti soltanto quelle, proprio. Io mooolto spesso canto le tue canzoni. Cosa dici: per una volta le cantiamo insieme queste canzoni?". Battisti: "Bè, io sarei anche d'accordo...", Mina: "Eh!?! Grazie". Battisti: "No anzi, sono d'accordo, perché, tra l'altro, mi hanno accompagnato cinque amici da Milano...". Mina: "Apposta". Battisti: "Proprio per questa cosa qui...". Mina: "Bene".

I cinque amici che hanno accompagnato da Milano il cantautore sono Gianni Dall'Aglio alla batteria, sodale da sempre di Celentano e componente dei Ribelli. Angel Salvador al basso componente dello stesso gruppo, Gabriele Lorenzi organista della Formula 3, il trio che accompagnava nei concerti Battisti, Massimo Luca alla chitarra acustica e Eugenio Guarraia alla chitarra elettrica, entrambi turnisti alla "Numero Uno", la neonata etichetta discografica di Lucio.

 La magia ha inizio con "Insieme", ma non è Mina ad interpretarla, bensì Lucio Battisti che con la sua inconfondibile voce naïve conduce con garbo gli spettatori nel microcosmo del duetto. Subito dopo entra Mina, timbro sicuro e caldo, che intona "Mi ritorni in mente", un'esecuzione tecnicamente ed emotivamente perfetta, a cui si unisce Battisti.

Battisti e il suo gruppo con Mina

Il medley continua con "Motocicletta", "E penso a te", "Io e te da soli", "Eppur mi son scordato di te", in un alternanza e scambio di voci agli antipodi che però si fondano e si esaltano a vicenda che cattura tutti i presenti in sala e quelli davanti il piccolo schermo fino alla conclusione con la stupenda "Emozioni" che Mina sente sua interpretandola chiudendo gli occhi e facendosi accompagnare da qualche vocalizzo di Luicio.

All’ultima nota suonata dal chitarrista, il pubblico esplode in un applauso scrosciante pari all’intensità di quello evento a cui ha assistito. I due protagonisti si avvicinano, lei sussura qualcosa nell’orecchio di lui che la ringrazia e poi si tengono per qualche istante per mano.

Quella esibizione per molti cambiò l’immaginario collettivo degli italiani, non solo perché molto semplicisticamente la tv sarebbe diventata a colori dopo qualche tempo, ma anche perché il clima sociale stava cambiando, purtroppo in peggio, i famosi Anni di piombo erano in agguato.

Dalle metriche cantate da Mina e Battisti presto le parole ricorrenti divennero crisi economica, Brigate Rosse, assassinio di Calabresi, paura, austerity. In quell’inizio di anni Settanta l’Italia stava per perdere la propria innocenza e la parola fine di quel periodo quasi spensierato lo avevano interpretato proprio Mina e Battisti, i due amici amatissimi.

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