mercoledì 25 agosto 2021

Bongo cha cha cha, la rivincita

di FRANCESCO TRONCARELLI

Ma quale Elettra Lamborghini, ma quale Giusy Ferreri, ma quale Baby K, la vera trionfatrice di questa estate di fuoco è Caterina Valente, 90 anni, che ha stracciato pure i quotatissimi Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti. Un trionfo incredibile.

Il suo "Bongo cha cha cha", che era già stato inserito nell’ultimo film di Spider-Man nel 2019 è stato poi rimixato e rilanciato dai Gooboys e da lì, visualizzazione dopo visualizzazione, clic dopo clic è scoppiato il fenomeno. 

Basta scorrere per qualche minuto la schermata iniziale di TikTok per rendersi conto di quanto questa canzone cantata nella versione originale dalla Valente nel lontano 1959 e scritta da Ralf Arnie, Ernst Bader, Werner Muller e Giuseppe Perotti, sia diventata il brano preferito dagli utenti.

Il pezzo così come è sato ricampionato ha avuto un boom clamoroso ed è diventato da qualche mese la colonna sonora di balletti e video di milioni di persone, tanto da raggiungere la cifra incredibile di oltre un miliardo e mezzo di visualizzazioni in tutto il mondo su TikTok e non si contano quelli su Instagram.

un frame del balletto dal profilo Instagram della Pellegrini
L'hashtag per visualizzare tutti i tiktok che la utilizzano è #bongochachacha: nel feed, tra i tanti volti noti, si vedono dalla nostra Federica Pellegrini impegnata in una coreografia durante le ultime Olimpiadi, a diverse influencer italiane come Giulia De Lellis e straniere che si cimentano in balletti e video divertenti, tutti con la stessa colonna sonora.  

Che ovviamente è entrata anche nella classifica Viral di Spotify ed è diventata la canzone dell’estate in tutta Europa (con grandissimo successo soprattutto in Germania, oltre che in Italia).

Nonostante la popolarità del brano, non è (ancora) stato inventato un balletto ufficiale con cui scatenarsi, ma forse anche per questo la musica è diventata così virale. 

C’è chi imita le ballerine presenti nel video ufficiale della canzone, chi invece ha messo insieme alcuni passi di danza casuali. E ognuno, con la sua versione, ha contribuito al successo tardivo della hit di Caterina Valente.

il disco di Bongo cha cha cha della Valente del 59

E' stata la sua grande rivincita dopo la clamorosa gaffe da parte della stampa italiana persino nel giorno del suo compleanno (clicca qui per l'articolo) che l'aveva completamente ignorata, uno scandalo.

Anche quando uscì nel '59 il brano ottenne un grande successo, con questo pezzo così ritmato e frizzante Caterina inaugurava le sonorità latine che di lì a poco si sarebbero diffuse ovunque.

Nata casualmente a Parigi da una coppia di artisti italiani girovaghi, Caterina Valente è stata una interprete raffinatissima, sofisticata, non particolarmente amata dal pubblico nazional-popolare italiano e certamente maggiormente apprezzata all'estero.

Soprattutto in Francia dove è stata vedette più volte all'Olympia e negli Stati Uniti dove nel 1956 registrò un singolo con il grandissimo Chet Baker e dove spesso ha duettato coi big americani come Bing Crosby o Dean Martin.

Valente con i boys all'Olympia in Bongo cha cha cha
Valente è stata fra le più importanti cantanti del Novecento, al pari delle grandi star americane, è l'artista a cui Mina si è ispirata agli inizi della carriera. Curiosamente, da molti anni vivono e risiedono entrambe a Lugano, abitando a pochi chilometri una dall’altra. 

Ma non si frequentano. C'è da considerare in particolare che l’ottantunenne Mina è più attiva che mai e perennemente sotto la luce di riflettori al minimo "batter di ciglia", mentre la Valente è stata dimenticata da tutti. Attenzione, in Italia.

Questa artista eccezionale infatti è tutt’oggi venerata in Francia, Germania, Spagna, Giappone, nord Europa e Stati Uniti, mentre nel Bel paese che dimentica tutto e in fretta, tv e media non si sono più occupati di lei. Una cosa inaudita. 

Ha vinto decine e decine di Grammy Awards e dischi doro, ha inciso 1500 canzoni in dodici lingue diverse entrando nel Guinness dei Primati e ha portato al sucesso internazionale brani come la meravigliosa "Till", "Personalità" (ripresa da Mina e Celentano) e "Tipitipitipso" (rilanciata da Claudio Villa).

Marlon Brando alle prese coi bongos

"Bongo cha-cha-cha” ora l'ha riportata al centro dell'attenzione e allo stesso tempo ha catalizzato l'interesse generale sul bongo, strumento di provenienza africana ma diventato popolare a Cuba e nel Centro America una volya molto in voga.

Molti jazzisti amavano i bongos, ma per i musicisti americani non era semplice imparare la tecnica e la postura. Ci volle Stan Kenton, re del progressive jazz, che ingaggiò il cubano Jack Costanzo, Mister Bongo in persona, che suggerì la postura: bongos eretti fra le gambe strette. 

Il bongo al pari delle maracas fu molto utilizzato dai musicisti delle orchestrine (gli antenati dei complessi anni 70 e delle band degli 80 e 90) che si esibivano nei nigh e nei locali notturni negli anni della Dolce vita quando suonavano i pezzi al "sabor latino" che andavano per la maggiore.

Poi con l'avvento delle chitarre elettriche e delle nuove tendenze musicali, questo strumento cadde in disuso, come la canzone. Fino a quando Spider Man prima e il gruppo inglese dei "Bravi ragazzi" dopo, l'hanno rispolverata aprendo un nuovo mondo alla Generazione 2.0 che ripete il ritornello cantando addirittura "Vongola" anziché "Bongo la...".

Molti infatti hanno equivocato capendo fischi per fiaschi e citano così una vongola (senza spaghetti) mentre invece si tratta di un bongo cubano come il sigaro.

 

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