mercoledì 18 agosto 2021

Gianfranco D'Angelo, l'ultima emozione

 di FRANCESCO TRONCARELLI


Gianfranco D'angelo se n'è andato in silenzio a Ferragosto, con l'Italia in vacanza tra green pass e cocomerate sulla spiaggia, ma la commozione è stata tanta, il cordoglio unanime come il ricordo dei tanti momenti di spensieratezza e gioia che ha regalato senza risparmiarsi.

Le scenette al Drive in, le imitazioni irresistibili di Raffa, Pippo Baudo e la Milo, Has Fidanken, i film di Serie B ma dalla risata scacciapensieri assicurata e poi il teatro, quello leggero venato di malinconia quel tanto che basta per far riflettere.

Grandissimo Gianfranco, persona semplice e alla mano nonostante il successo, uno di noi, con le sue passioni e le sue fragilità, i suoi sogni e la sua vita all'insegna dell'ironia e della gentilezza, romano vero, sino alla fine.

Sì perchè l'attore pochi mesi fa, quando ancora non si immaginava il triste epilogo ad un'esistenza gagliarda, di successo e mai sopra le righe, ci ha regalato un sonetto in romanesco che la dice tutta sul suo senso di appartenenza ad una città tanto criticata ma soprattutto amata.

Una poesia che tratteggia in pochi versi l'essenza del romano, l'orgoglio di essere cittadino della Caput mundi, con i suoi pregi e i suoi difetti, col suo modo di essere romano. Ascoltarlo, alla luce della sua scomparsa, accentua quel senso di smarrimento che abbiamo tutti attraversato e la bellezza del testo.

Gianfranco D'Angelo recita la romanità e sono brividi, brividi forti. E' un regalo inaspettato, un'emozine grandissima, l'ultima di una serie che non avremmo mai voluto che finisse. Grazie Gianfranco!


L'ORGOGLIO DI ESSERE ROMANI

Pe' esse romano veramente non è roba da niente, 

devi esse insieme bullo e sognatore fedele e traditore, 

gentile e forte e soprattutto quando viè la morte

te devi fa trovà de bon umore, te devi ammaestrà er core in petto, 

romantico ada esse e malandrino, insomma sempre in lotta, 

devi avè er core mezzo cherubino e l'artro mezzo fijo de na mignotta, 

devi esse magnapreti e bon cristiano

e se n'amico soffre veramente

je devi da 'na mano

allora sì che potrai di alla gente lassateme passà che so' romano...

 

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