giovedì 23 maggio 2019

Una canzone da Oscar

di FRANCESCO TRONCARELLI


Ci sono alcune canzoni che per i più svariati motivi, trovano una seconda vita nel Cinema perchè vengono inserite da registi e sceneggiatori nelle colonne sonore delle pellicole in lavorazione, insieme a quello che poi sarà il leit motiv originale e che accompagna di solito i titoli di testa e alcune fasi salienti della storia narrata nel film.

Le scelte possono essere tante, le principali sono legate ai ricordi personali dell'autore, all'epoca a cui le situazioni che vengono raccontate fanno riferimento e ovviamente, alla bellezza riconosciuta del brano che lo fa preferire ad un altro, nella sterminata marea di quelli in circolazione.

Nel nostro cinema, al di là dei cosidetti Musicarelli in cui tutto, dal titolo in poi, era basato su una determinata canzone di successo del momento, è stato annotato che l'uso di brani di successo con un criterio ragionato in modo di dare maggiore forza a una storia, fu fatto per la prima volta su larga scala ne "Il sorpasso" di Dino Risi, in cui ad accompagnare il road movie interpretato da Gassman e Trintignant, ci sono otto brani in voga nel 1963.

Da lì in poi, spesso e volentieri, in tanti film si è ricorso all'utilizzo di brani più o meno conosciuti, ripresi direttamente dalla versione dei rispettivi 45 giri. In questo contesto raramente uno stesso pezzo è stato riascoltato in due film diversi, sono pochissimi infatti a potersi vantare di un bis del genere. Ma che addirittura si possa ascoltare la stessa canzone in sei film diversi per genere e naturalmente data di uscita è sicuramente un record.

E' il caso questo di "Che vuole questa musica stasera" cantato da Peppino Gagliardi, brano melodico di grande respiro e interpretato magistralmente dall'artitsa napoletano, che ha avuto una fortuna cinematografica eccezionale e che ciclicamente torna alla ribalta in un nuovo film come è capitato questa volta ne "Lo spietato" per la regia di Renato De Maria e interpretato da Riccardo Scamarcio, uscito nei giorni scorsi.
 
Il brano peraltro quando venne lanciato nel 1967, non ebbe un successo di vendite notevole al pari di altri pezzi di quell'anno come "A chi" di Fausto Leali, "Cuore matto" di Little Tony, "Nel sole" di Al Bano o "L'immensità" di Dorelli, per citarne alcuni dei più gettonati, ma ha avuto comunque nel tempo, un riscontro costante che lo ha fatto divenare un longseller. La sua entrata nelle classifiche in Giappone addirittura nel 2004 testimonia questa sua longevità commerciale.


La prima volta sullo schermo di "Che vuole questa musica stasera", si è avuta nel 68, per il film di Sergio Capogna "Plagio" con i giovanissimi Ray Lovelock, Mita Medici e Alain Noury alle prese con un menage amoroso controverso fra ragazzi nell'anno della Contestazione. Qui è chiaro il legame temporale per l'utilizzo, essendo il disco in circolazione da poco e quindi ancora nella possibilità e facilità di ascolto da parte del pubblico.



La canzone infatti musicata dal grande Roberto Murolo e scritta da Gaetano Amendola, paroliere storico di Gagliardi con cui il cantante successivamente firmerà pezzi come "Settembre", "Come le viole, "Sempre sempre" tra i più noti del suo repertorio e con cui ha partecipato a Sanremo e al Disco per l'Estate, era stata presentata l'anno prima dell'uscita del film al Festival delle Rose, kermesse musicale romana molto popolare in quegli anni.

 
Discorso diverso invece per la seconda pellicola in cui la canzone è stata utilizzata ovvero il famoso "La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini, filmone di culto con protagonista il divo Alain Delon (in scena spesso con un cappotto di cammello che ritroveremo nel tango parigino sulle spalle di Marlon Brando) che è del 1972.


Il richiamo strettamente temporale alla canzone è evidente che non c'è più, ma c'è piuttosto il richiamo a Peppino Gagliardi che in questo periodo è in piena auge e miete successi uno dopo l'altro.
Il terzo film che dà un'ulteriore popolarità a questo pezzo rinfrescandone il ricordo al pubblico, è "Profumo di donna" di Dino Risi del 1974, con un Vittorio Gassman in forma strepitosa tanto da confermarsi il Mattatore dello spettacolo con la vitttoria a Cannes per la "Migliore interpretazione maschile" a cui si aggiungono il David di Donatelllo, il Nastro d'argento, la Grolla d'oro e il Globo d'oro come attore protagonista.


Con lui in questo famoso film che poi sarà riproposto in America con Al Pacino protagonista ("Scent of woman), ci sono Agostina Belli e il giovane Alessandro Momo già visto in "Malizia", che non potrà godere del successo della pellicola perchè morirà subito dopo le riperse in un incidente con la moto che gli aveva prestato Eleonora Giorgi.


Negli anni 90 il brano torna a farsi sentire nelle sale con la commedia un po' triller un po' i Soliti ignoti,  "L'amico di Wang" (1997) del regista indipendente americano Carl Haber prodotta dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, un film interpretato da Stefania Rocca e Steven Gevedon e da una serie di caratteristi del calibro di Tiberio Murgia (Ferriborre dei Soliti ignoti), Vincenzo Crocitti, Angelo Orlando, Nicola Pistoia, Venantino Venantini e attori come Massimo Bonetti e Mita Medici, che per la seconda volta appare quindi in un film con questa canzone nella colonna sonora.

Deve passare qualche anno poi, perchè la malinconica e coinvolgente "Che vuole questa musica stasera" torni a diffondersi dal grande schermo. Ma è un attesa che vale la pena attendere perchè il film che la riproporrà a sorpresa nel Terzo Millennio, è una produzione americana che diventerà un successo internazionale, portando nuovi estimatori del brano ad interessarsi anche al suo interprete (andate a leggere i commenti degli americani su youtube).

La pellicola s'intitola "The man of U.N.C.L.E.", in Italia "Organizzazione U.N.C.L.E." diretta da Guy Ritchie con protagonisti Henry Cavill (il nuovo Superman del cinema) e Armie Hammer (The Lone Ranger) ed è ispirata alla serie televisiva omonima interpretata da Robert Vaughn (uno dei Magnifici 7) andata in onda dal 1964 al 1968 in ben 105 episodi trasmessi dalle Tv di mezzo mondo.

Si tratta di una Spy story condita da humor e tanta avventura ambientata negli anni della Guera fredda e che vede il protagonista Napoleon Solo, agente della Cia ed ex ladro di opere d'arte, muoversi tra inseguimenti rocamboleschi, sparatorie a raffica come i colpi di scena e intrighi internazionali, tra Berlino e Roma.

In una delle scene iconiche del film molto apprezzata dal pubblico, per creare un effetto particolare e di suggestione con un camion che dalla banchina del porto si inabissa nel mare sullo stile di James Bond, si è ricorso al pezzo di Gagliardi che è suonata per intero. Il brano col suo ritmo melodico contrasta con la dinamica dell'azione (in cui tra l'altro il protagonista mentre intorno si spara, si mangia un panino con il prosciutto) e la accompagna in modo mirabile, come ha sottolineato la critica.

Ultimo, ma non l'ultimo, perchè questa serie di film arricchiti dalla presenza del disco di Peppino "prossimamente su questi schermi" come diceva una volta la pubblicità, sarà certamente increnentata, è quello con Scamarcio protagonista uscito di recente, che racconta la vicenda di un malvivente legato alla Ndrangheta nella Milano da bere degli anni 90.

Sei film di generi diversi quindi, commedia, azione, spionaggio, drammi esistenziali, storie di amori poibiti, poliziottesco, di tutto e di più, pellicole in cui "Che vuole questa musica stasera" diventa il brano per tutte le stagioni che riesce a camaleonticamente ad adattarsi tanta è la sua bellezza e musicalità.

Sì perchè il brano è una piccola gemma di quella che una volta veniva chiamata musica leggera ed ora pop, con un testo che introduce una domanda che molti si sono fatti ascoltando una canzone che rievoca tempi e storie andati "che vuole questa musica stasera,che mi riporta un poco del passato", una poesia intimista sull'amore che non c'è più in cui Amendola si liberava dall'aridità dei numeri dei bilanci che la sua professione di commercialista doveva far quadrare, per scatenare la sua vena creativa.

Perchè la musica scritta dal grande Roberto Murolo esalta nella melodia struggente ed armoniosa quel senso di malinconia che è il fil rouge della canzone e che l'arrangiamento eseguito da Ezio Leoni rende perefettamente. E perchè Peppino Gagliardi, il Charles Aznavour italiano, regala con la sua voce calda e graffiante a cui fa da contrappunto il panoforte, un' interpretazione vibrante e intensa che colpisce al primo ascolto e che a distanza di anni continua ad emozionare.

Un'interpretazione apprezzata da sei registi per i propri film e che ha dato a questa canzone una popolarità enorme nel tempo facendola diventare il brano per eccellenza del Cinema. Un'interpretazione con cui Peppino Gagliardi si è meritato idealmente l'Oscar dal pubblico cinematografico che ha imparato a conoscerlo e stimarlo come artista di razza qual è.

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