venerdì 28 febbraio 2020

Mia Martini, ecco l'inedito

di FRANCESCO TRONCARELLI


Non basta mai parlare di Mia Martini, raccontarla a chi non l'ha conosciuta e ricordarla a chi l'ha vissuta, non è mai abbastanza. Sono passati 25 anni dalla sua scomparsa, ma lei ancora oggi manca terribilmente a chi l'ha sempre apprezzata e seguita, a chi l'è stato vicino, a chi non ha mai dimenticato la sua voce, la sua arte, la sua negata voglia di vivere.

Ecco perchè un ritratto come quello realizzato da Giorgio Verdelli, giornalista e grande esperto di musica curatore di quella bella trasmissione di Rai2 che è "Unici", è un'opera meritoria oltre che ben fatta, pensata e realizzata, perchè è un modo appassionato e intelligente per far conoscere Mimì alle nuove generazioni, ai millenials che la stanno scoprendo grazie a Youtube e alle varie piattaforme.

"Mia Martini, fammi sentire bella”, docufilm dedicato alla parabola umana e artistica della cantante calabrese, scomparsa il 12 maggio 1995 andato in onda su Rai3 è stato un vero omaggio ad una delle più grandi voci della musica italiana grazie a ricordi, video inediti, testimonianze e interviste alle sorelle Loredana, Leda e Olivia e ai nipoti.

Tutto è nato dalla passione e l'intuito di Verdelli, che venuto a sapere dell'esistenza di un inedito dell'artista di Bagnara custodito da Caterina Caselli, ha pensato bene di farlo consocere al pubblico, costruendo intorno a questo brano un racconto che rendesse nel modo più sincero e reale, la grandezza di Mia Martini nel panorama del nostro pop.

La vita di Mia Martini non è stata facile. Dopo aver lavorato molto per trovare il successo, attraversò un periodo buio. Poi tornò alla ribalta in maniera travolgente per poi finire la sua esistenza sola, nella nuova casa, su un materasso senza letto. E nel docufilm in cui Sonia Bergamasco ha il ruolo di narratrice.

Caterina Caselli e Mia Martini

I vari momenti, tristi e belli, malinconici ed esaltanti sono ricordati attraverso le testimonianze degli autori che hanno scritto per lei e attraverso dei filmati inediti in cui possiamo rivederla cantare con quel suo stile e quella voce così particolari, che esaltavano, ora accarendola ora graffiandola, quaslsiasi canzone interpretasse.

Ecco Dario Baldan Bembo che ricorda come è nata "Minuetto" con quell'arpeggio nell'intro ecco Enzo Gragnaniello che la paragona a Janis Joplin, Caterina Caselli e Dori Ghezzi che la ricordano giovanissima così come Renato Zero, per anni suo amico fedele e compagno di avventure nella Roma a cavallo dei 60 e 70, Paola Turci, Mario Luzzatto Fegiz, Vincenzo Mollica, Lino Vairetti degli Osanna.

Ancora Maurizio Fabrizio commosso nell'ascoltare il coro dlle detenute che cantano "Almeno tu nell'universo", Franco Fasano, Carla Vistarini fiera di avere lavorato con lei e di averla fatta vincere un festival a Tokio, Gianna Bigazzi moglie del paroliere e custode del brano inedito e di tante cose appartenute a MImì, Fernando Fratarcangeli, Stefano Senardi, Nando Sepe, Fio Zanotti.

Grandi personaggi dello spettacolo e amici che hanno dato un contributo fondamentale per far capire "da vicino" chi fosse l'artista e la donna Mimì Bertè, c'è persino il padre, l'autoritario preside Giuseppe Radames Bertè, che tanto influì sull'adolescenza delle sue figlie. E c’è anche Serena Rossi che l’ha interpretata magistralmente nel biopic Rai "Io sono Mia".

E c’è lei, solare, bella, fragile e malinconica che parla di se stessa: «La felicità per me è dormire 8 ore, svegliarmi con mamma che mi porta il caffè e guardare la pioggia dalla finestra di casa» dice. «Invece non dormo quasi mai, devo essere sempre in forma, sorridente e con la voce a posto. E ho rinunciato all’amore».

Mia Martina e Aznavour

Mimì rivive nella pellicola del concerto a Portofino del settembre 1994, l'ultimo live registrato in video e completamente inedito, ma anche nei fotogrammi che la ritraggono al fianco di Charles Aznavour in una collaborazione da brividi, in quelli in cui è accompagnata ai cori addirittura da Fabrizio De André, e negli oggetti tuttora custoditi dalla famiglia e dagli amici, come il suo pianoforte ed il suo cappello preferito.

Ovviamente ci sono le sue canzoni, tra cui anche una incredibile "La vie en rose" e soprattutto quelle più amate come "Almeno tu nell’universo”, “Minuetto”, “Gli uomini non cambiano”, “E non finisce mica il cielo”, brani che hanno fatto la storia della musica leggera e che l'hanno resa immortale, fino ad arrivare all’inedito “Fammi sentire bella” scritto per Mia da Giancarlo Bigazzi, Beppe Dati e Angelo Valsiglio. 

E' il momento clou del docufilm, quattro minuti e 40 secondi di emozioni forti, quattro minuti e 40 secondi di felicità e godimento, quattro minuti e 40 secondi di grande musica in cui ci si estranea da tutto restando prigionieri di Mia Martini della sua voce e della sua interpretazione da brividi. E' una canzone bellissima, struggente, intensa, che ti entra dentro e ti scuote l'anima.

E una gemma che ci ritroviamo all'improvviso per rendere migliori le nostre giornate ed arrichire la nostra cultura in tempi grami come questi. E' una canzone che ci fa capire cosa abbiamo perso con la sua scomparsa e quanto hanno sbagliato quelli che le hanno reso la vita difficile nonostante la sua bravura e la sua voglia di vivere. E' un capolavoro. E' Mia Martini.


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