venerdì 20 marzo 2020

Fratelli d'Italia la radio suonò

di FRANCESCO TRONCARELLI


A quasi cento anni dalla messa in onda del primo programma radiofonico, per la prima volta in assoluto nella storia del nostro Paese, tutte le radio Italiane, nazionali e locali, grandi network e piccole realtà locali, si sono unite oggi per un’iniziativa di diffusione comune senza precedenti. 

Alle 11 tutte le emittenti d’Italia hanno trasmesso in contemporanea, anche su tutte le piattaforme Fm, Dab, in televisione e in streaming sui siti e sulle App delle radio, l’Inno di Mameli e tre canzoni che hanno fatto la storia della musica nazionale come Azzurro, La canzone del sole e Nel blu dipinto di blu. Uno strumento di compagnia e di conforto, si è trasformato in un immenso balcone.

E' stata un’iniziativa straordinaria e unica che nell'intenzione di chi l'ha organizzata, ha voluto dare ancora più forza a tutti gli italiani e all’Italia che in questi giorni duri e drmmatici deve andare avanti unita, mostrandosi coesa in questo momento di emergenza mondiale. Indubbiamente è stato un messaggio di unione, partecipazione e connessione, che ha tradotto in realtà la voglia di essere tutti insieme nello stesso momento di condivisione.

E così alle 11 precise è partito il Canto degli Italiani, conosciuto anche come Fratelli d'Italia, Inno di Mameli, un canto risorgimentale scritto da dal genovese Goffredo Mameli, giovane studente e fervente patriota, in un contesto storico caratterizzato nel periodo risorgimentale (morì a soli 21 anni a seguito di una ferita infetta che si procurò durante la difesa della seconda Repubblica Romana), e musicato da Michele Novaro nel 1847.

Il canto fu molto popolare durante il Risorgimento e nei decenni seguenti sebbene dopo l'unità d'Italia (1861) come inno del Regno d'Italia fosse stata scelta la Marcia Reale, che era il brano ufficiale di Casa Savoia. Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia diventò una repubblica e il Canto degli Italiani fu scelto, il 12 ottobre 1946, come inno ufficiale. E riascoltarlo oggi in questo modo è stato un rande segnale di appartenenza a una comunità che onosante tutto va avanti.

Il busto di Mameli al Gianicolo
A seguire è partita "Azzurro" di Celentano, uno dei suoi brani più famosi. E' stato scritto nel 1968 da Paolo Conte, allora ancora solo avvocato, insieme al giornalista Vito Pallavicini, autore di tanti pezzi di successo della nostra musica leggera. E' una canzone "strana" non in linea con la melodia che la faceva da padrone in quegli anni, una marcetta orecchiabile che trascina e che coinvolge subito al primo ascolto.

Quel testo poi che esprime un senso di spensieratezza anche se racconta di un'estate non proprio allegra e piuttosto noiosa è un valore aggiunto che si esalta nel ritornello col nome del colore che rappresenta il cielo, la serenità, il bello dei sentimenti. Il Molleggiato con la sua interpretazione apparentemente svogliata come da prassi conferisce poi al disco una particolare suggestione.

Il brano vola in testa alle classifiche e ci resta a lungo, tutta l'Italia canta felice "Azzurro" e il brano fa il giro del mondo diventando per molti un'inno di riserva, pronto per tutte le occasioni, come adesso in attesa di vivere momenti migliori.


Subito dopo è stata a volta de "La canzone del sole" di Battisti. E' il 1971 quando Lucio pubblica il disco (il lato b era"Anche per te"), una canzone che, come molte altre composte da lui con Mool, è patrimonio musicale di tante generazioni. Prima tra le prime, però, se si parla di gioventù ed estate, sicuramente una delle più suonate durante i falò estivi sulle spiagge dove spesso si sentono riecheggiare le sue parole, con quell'attacco, ormai iconico, che recita: "Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi le tue calzette rosse e l'innocenza sulle gote tue due arance ancor più rosse".

E' stata la prima pubblicata falla sua etichetta "Numero Uno". La copertina dell'album è emblematica di una porzione del significato della canzone: si vede, infatti, l'artista camminare in un prato con una valigetta in mano e una margherita in bocca (che riprende, probabilmente, la strofa "un fiore in bocca può servire sai").

La canzone del sole è parte integrante dell'immaginario popolare, c'è un forte richiamo ambientale, come confermano alcune strofe, dal fiore, appunto, alle rocce, il mare verde, il prato e quel mare nero che sa di inquinamento e fotografa uno dei mali dell'umanità. Il pezzo nasce pensando alle spiagge di Silvi Marina, in Abruzzo, dove Mogol villeggiava quando era piccolo, pensando a Titty, una ragazzina bionda di cui era vicino di casa.

Un'immagine di un'incontro, una specie di dipinto in cui fra la natura, il sole, il mare si affacciano nella giovinezza i sentimenti e il sesso che tutti hanno vissuto: "e d'improvviso quel silenzio tra noi e quel tuo sguardo strano ti cade il fiore dalla bocca e poi oh no, ferma ti prego la mano". Un successo clamoroso che emoziona ancora oggi in situazioni di solitudini casalinghe forzate.


A chiudere infine il brano italiano più famoso nel mondo, un successo planetario, quel "Nel blu dipinto di blu" che ovunque è più conosciuto col suo refrain immaginifico e travolgente: "Volare oh oh"... Un pezzo che ha fatto la storia della musica ma che soprattutto l'ha rivouzionata, portando freschezza, modernità e nuove atmosfere, in un mondo che andava avanti con "cuore" che faceva rima con "Amore", vecchi scarponi e mamme dai capelli bianchi.

Una rivoluzione firmata da Mimmo con Franco Migliacci che nel 58 trionfò a Sanremo e da allora viene suonata ovunque e cantata da tutti cone centinania e centinaia di versioni. Musicalmente, la canzone rappresenta per convenzione il punto di rottura della musica italiana tradizionale e l'inizio di una nuova era, recependo il nuovo stile portato dagli "urlatori" e mediandolo con un'esecuzione che risente delle influenze swing di importazione statunitense con in più un arrangiamento innavativo.

E chi oggi non vorrebbe volare felice più in alto del sole ed ancora più su? Ecco perchè la musica in questi tempi aiuta, ecco perchè la Radio oggi ha compiuto un'operazione da applaudire e rimarcare. Ci ha regalato una manciata di minuti con tante emozioni, speranze e sogni: emozioni, speranze e sogni di cui abbiamo tanto bisogno.

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