giovedì 21 gennaio 2021

Quei dischi firmati Crepax

di FRANCESCO TRONCARELLI

Un tratto di matita ha accompagnato il successo di Peppino di Capri. Un semplice ma al tempo stesso geniale "schizzo" ha illustrato infatti le copertine dei dischi di uno dei cantanti più popolari del nostro pop, quando l'Italia andava a 45 giri.   

Una specie di foto disegnata che identificava immediatamente l'artista napoletano esploso sulla scena musicale negli anni a cavallo tra i Cinquanta e i Sessanta e che con la sua musica e la sua verve avrebbe incantato tutti come il pifferaio magico dei fratelli Grimm.

A renderlo identificabile in pochi tratti precisi ma significativi, il grande Guido Crepax, celebre e applaudito disegnatore di fumetti milanese noto in tutto il mondo per le strisce di Valentina, il sensuale e affascinante personaggio creato dalla sua matita magica, i cui lineamenti e l’inconfondibile caschetto si ispiravano alla famosa diva degli anni Venti Louise Brooks e per le storie, ai racconti onirici della moglie Luisa Mandelli.

Non potendo ovviamente fare riferimento alla voce così caratteristica di Peppino, puntò tutto sugli occhiali, il riferimento inconfondibile del suo look, quelli con la montatura spessa e nera come andavano in quel periodo (Gino Paoli, John Foster, Jimmy Fontana...) e che replicavano il modello che aveva il rocker americano Bud Holly.

Furono decine le copertine con il disegno degli occhialoni griffati Crepax con a fianco l'immagine di Peppino, da "Nun è peccato" a "Malatia", da "Nessuno al modo" a "Let's twist again", una per disco, come a voler replicare scaramanticamente il successo del primo 45 giri con quel disegno anche con gli altri pezzi in uscita. Come fu nella pratica, della serie "squadra che vince non si cambia".

Poi ne vennero altre, come quella per il disco "I Marziani" con un vero e proprio disegno in tema Ufo a colori, quella per la raccolta dei suoi successi sui 33 giri, che recava sulla facciata del Long Playng un occhialone con il cantante napoletano al posto dell'occhio dietro le lenti e soprattutto quella del 45 giri "Scetate" del 62, dove il volto della ragazza che si doveva svegliare ha in nuce i tratti e le carattersistiche della futura Valentina che arriverà tre anni dopo.

Crepax cominciò giovanissimo la sua carriera di disegnatore, creando la sua prima storia a fumetti a dodici anni. Laureatosi in architettura, iniziò a dedicarsi all'illustrazione come autore di numerose copertine di dischi. Successivamente si occupò di grafica pubblicitaria realizzando campagne per importanti aziende come Shell, Campari, Omsa, Esso, Standa, Rizzoli, Dunlop. 

Nel 1965, grazie alla rivista Linus, tornò alle storie coi disegni creando il personaggio che lo ha reso famoso nel mondo: Valentina, una delle poche eroine del fumetto. Caratterizzato da uno stile personalissimo, elegante e ricercato nel segno, Crepax costruiva ogni tavola delle sue storie dei fumetti, in base alle esigenze del momento, ricorrendo spesso alla scomposizione delle immagini in vignette più piccole.

Per le opere relative alla musica (dischi, spartiti, audiolibri per la Ricordi) usava inizialmente la sigla “c/x”, arrivando poi a utilizzare il proprio nome per esteso che compare di solito di lato nelle copertine. I suoi disegni si riconoscono subito per lo stile inconfondibile. A renderlo unico l’originalità delle inquadrature, un’accurata disposizione dei soggetti e un tratto dalla straordinaria modernità.

Crepax con la sua Valentina

Ad introdurlo nel giro il fratello Franco, affermato manager discografico, che lo invitò a disegnare qualcosa per i 45 giri che venivano venduti in buste anonime (anni 50), dando il via così ad una rivoluzione storica, che trasformava quei contenitori dei vinili in copertine multicolori con disegni e fotografie. Un richiamo irresistibile.   

Non solo Peppino di Capri nelle mani del "genio della matita", ma anche copertine memorabili per artisti come Johnny Dorelli, Memo Remigi, Dario Fo, Giorgio Gaber, Nicola di Bari, i Camaleonti, Louis Armstrong, Gerry Mulligan, Bobby Solo, Modugno, Massimo Ranieri, i rockers genovesi Garybaldi per citarne alcuni, piccole opere d'arte che davano lustro agli interpreti delle canzoni, sottolineando il messaggio del brano o racchiudendo in un'immagine suggestiva la storia che si raccontava.

Per esempio la copertina del disco di Memo Remigi del 1969 "Un ragazzo una ragazza", appare fresca, poetica, originale e dai toni pastello, in linea con la melodia del brano scritto e interpretato con la sua consueta classe dal crooner lombardo, accompagnato da una giovane e al debutto Dori Ghezzi. 

Talmente centrata questa "tavola" che venne utilizzata oltre che per il 45 giri anche per il successivo 33 giri contenente il meglio della produzione di Memo con brani diventati dei classici del nostro pop come  "Innamorati a Milano", "Io ti darò di più", "Pronto sono io", "La notte dell'addio" e la stupenda "Cerchi nell'acqua".  

  


Intrigante poi il volto di donna che il grande artista disegna per la canzone dei Camaleonti "Come sei bella. A colpire subito sono i suoi capelli, un acconciatura in pittoresco disordine tra un boccolo e l'altro che in quel periodo si poteva vedere anche a cornice del volto dei ragazzi.

Un look per entrambi i sessi sulla scia della moda del momento, come peraltro dimostrano i capelli voluminosi e vistosi, ricci o stirati, che portavano proprio i componenti di questo storico complesso beat a cominciare dal suo frontman Tonino Cripizzi.

I Camaleonti con il loro pop commerciale ma di qualità andavano per la maggiore e si presentarono al Festival del 1973 con quel brano scritto da Bigazzi e Cavallaro, con l'intento di bissare il successo di pezzi precedenti come "Viso d'angelo" o "Eternità" presentato proprio a Sanremo qualche anno prima.

A vincere quell'edizione presentata da Gabriella Farinon e Mike Bongiorno però fu Peppino di Capri col brano composto insieme a Califano "Un grande more e niente più" e il gruppo milanese si dovette accontentare di un piazzamento a metà della classifica, recuperando però nelle vendite.  

 

Con la copertina di "Per una donna" di Massimo Ranieri invece, Crepax disegna un volto affascinante e sensuale di una lady con veletta le cui labbra carnose hanno lo stesso colore del titolo del brano. Con questo pezzo lo chansonnier napoletano partecipò a quella che sarà l'ultima edizione di Canzonissima, nel 1974. 

La finale di questa seguitissima trasmissione in onda peraltro di domenica pomeriggio perchè si era nel periodo della cosidetta Austerity (una sorta di lockdown per la crisi petrolifera), venne trasmessa in forma ridotta e senza orchestra a causa di uno sciopero che impedì anche la proclamazione della canzone vincitrice. 

Per la cronaca sarà il telegiornale, diverse ore dopo, ad informare che Canzonissima 1974 era stata vinta dalla coppia Wess & Dori Ghezzi con "Un corpo e un'anima", mentre il secondo posto fu occupato proprio da Massimo Ranieri con la canzone griffata nella copertina da Crepax.


Anche per il 33 giri di Ranieri, che in quel periodo era prodotto da Enrico Polito e si avvaleva di Giancarlo Bigazzi e Totò Savio per la composizione dei suoi brani, venne chiesto al maestro milanese di disegnare la copertina. 

Il Long Playng nelle due facciate esterne presenta la signora con la veletta del 45 giri in una mise anni Venti con soprabito col collo in pelliccia aperto, su un vestito movimentato nei disegni e nelle forme del tessuto. I titoli delle canzoni fanno da sfondo al disegno.

Le due copertine interne invece, rosa cipria come le labbra del 45 giri, ritraggono la lady sdraiata sul letto vestita solo di autoreggenti. Una posa e un atteggiamento sensuale nello stile inconfondibile di Crepax già visto nelle tavole dei fumetti di Valentina. 



Il 33 giri illustrato per le canzoni cantate da Ranieri, è l'apoteosi e al tempo stesso la summa dello stile e del messaggio artistico di Crepax. La sensualità che emana l'immagine è quella della sua eroina e ben si addice ai brani contenuti nel disco, ai loro testi e alle loro musiche coinvolgenti. 

Due disegni che colpiscono ben più di due classiche foto, come peraltro tutti quelli creati nella sua carriera di illustratore per la musica italiana durata per decenni. Tratti indimenticabili di una matita magica che ha contribuito ad arricchire la cultura e lasciato un segno nel costume.

Un patrimonio artistico unico conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori e dagli appasionati del vinile, alla ricerca da sempre dei "suoi" 45 giri nei mercatini e nelle fiere del disco, ma da adesso a disposizione di tutti grazie al libro "Crepax a 33 giri" a cura del figlio Antonio, edito da Vololibro, che fornisce una dettagliata panoramica della sua produzione.


 

 


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