sabato 27 maggio 2023

Little Tony forever

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Fu un fulmine a ciel sereno, la notizia rimbalzò da un sito all'altro in pochi minuti provocando una serie di emozioni che andavano dallo stupore al dispiacere. Sembrava impossibile che Little Tony, simbolo del rock tricolore, sempre in forma e in movimento potesse essere morto.

Ma come, era stato da poco da Carlo Conti ai Migliori anni a trascinare il pubblico in studio e quello a casa con i suoi successi? è impossibile, si domandavano in molti sui social. 

Ma era tuttto vero, Tony combatteva e soffriva in silenzio da qualche tempo contro un male incurabile che lo stava consumando e che alla fine lo aveva battuto senza appello. 

Una dolorosa e triste fine che commosse l'Italia e soprattutto gli amici (dalla Venier a Baudo, da Bobby Solo a Morandi) che parteciparano addolorati all'ultimo saluto al Santuario del Divino Amore.

Cuore matto, il musicarello

Dieci anni fa se ne andava Little Tony, artista di razza e fra i più amati di sempre, passato dalle feste di piazza ai trionfi di Sanremo, dai timidi esordi al seguito dei Platters ai venti milioni dischi venduti, una carriera di successi all'insegna del rock, non solo esteticamente ma anche come filosofia di vita.

Sì perchè il ciuffo a banana, gli stivaletti e i completi con le frange lui li portava a prescindere, prendendo la vita di petto a cento all'ora infischiandosene dei giudizi prevenuti che spesso gli piovevano addosso, andandosene per la sua strada.

Quella di un ragazzino nato in una famiglia di musicisti di paese che campavano esibendosi nelle feste e nei matrimoni e che a 16 anni era già Little Tony, un idolo per la gioventù d'oltremanica che lo vedeva nel programma della BBC "Boys meeet girls". 

Lo aveva scoperto durante un'esibizione al Teatro Smeraldo di Milano un impresario inglese che gli offrì un contratto a Londra e che lo fece diventare un numero uno per i teen agers del Regno Unito.

il successo in Inghilterra

Poi il ritorno in Itala, l'incontro con Celentano che come lui amava il rock e il debutto insieme al Molleggiato al festival col celebre "24mila baci", prima di una lunga serie di hit che lo avrebbe accompagnato per tutta la carriera.

"Riderà", "Quando vedrai la mia ragazza", "La spada nel cuore", "Ti senti sola stasera", "Bada bambina", "Cuore matto", "La donna di picche", "Love Boat" tanto per citare alcuni brani del suo repertorio.

Canzoni senza tempo che ancora oggi coinvolgono e fa piacere ascoltare come ha dimostrato l'omaggio pieno di affetto che Fiorello gli ha dedicato a "Viva Rai 2" fra l'entusiasmo della folla in strada. 

 Il varietà delle 8 di mattina, il "Little Tony" Medley, il gran finale di questa settimana: tutto questo è #VivaRai2 🔥 pic.twitter.com/kgGhWSLJV8

Brani che facevano il paio con quelli di Elvis Presley che riproponeva nei suoi spettacoli. L'idolo a cui si ispirava e che lo accumunava a Bobby Solo in un'amicizia che da artistica era diventata col passare degli anni sempre più vera e affiatata. 

Proverbiali il suo sorriso, la sua simpatia, il suo modo di proprorsi all'americana sul palco in show travolgenti e dal forte impatto musicale e visivo. 

Proverbiali la sua disponibilità e generosità negli spettacoli come nella vita. Chi scrive è stato testimone di una sua elargizione notevole ad un clochard che stazionava nei pressi degli studi Fabrizio Frizzi all'ex Dear ma anche di episodi divertenti.

con Bobby Solo a Sanremo

Come quella volta che nel camerino dei Migliori anni ricevette a sorpresa la visita di Al Stewart artista di fama mondiale (The Year of the cat) che lo voleva salutare e conoscere perchè da ragazzo lo seguiva alla Tv britannica.

Un incontro surreale con l'inglese che quasi si inchinava nel stringergli a mano e lui che replicava  "comodo, comodo", per poi chiedere al sottoscritto quando Al Stewart se ne andò "Ma questo chi è?". Non l'aveva riconsociuto.

Era proprio fantastico il "Ragazzo col ciuffo", protagonista di una stagione irripetibile del nostro pop che dispensava gioia di vivere con artisti come lui tra i varietà del sabato sera, Cantagiri, Canzonissime, Sanremo e i musicarelli al cinema.

Sono passati dieci anni dalla sua scomparsa e si sente terribilmente la mancanza di un personaggio come lui che credeva in quello che faceva e faceva di tutto per far stare bene il pubblico. Little Tony non finisce qui. Little Tony forever.

 

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