venerdì 12 maggio 2023

Lazio, all'ultimo minuto.Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 al Ciro d'Italia - La Lazio aveva la grande occasione per rimettersi in corsa per un posto in Champions ma doveva assolutamente vincere. Come sono andate le cose lo hanno visto tutti. Il gol del bomber dopo trenta minuti di inutile palleggio con tanto di rigore assegnato da Pupetta Maresca fortunatamente sbagliato dai giallorossi, aveva illuso la gente laziale accorsa in massa all'Olimpico che forse questa sarebbe stata la notte buona. E invece...e invece se non fosse stato per il pareggio acciuffato in pieno recupero ora saremmo a leccarci le ferite per l'ennesima sconfitta. Davanti a un Lecce spigoloso, falloso ma furbo i Sarri boys sono apparsi lenti, involuti e avvitati nel tic e tac. Copertina a Ciro che ha rotto l'incantesimo e le makumbe. Finalmente.

7 e mezzo al Segente - Se svejato! Come er sor Marchese. E quella capocciata liberatoria è stato il suo capolavoro che lo esalta dopo tanto torpore. Daje Sergey, il finale di campionato è tutto tuo.

6 e mezzo a Lupo Alberto - È il testimonial della partita. Tanti buoni propositi, qualche colpo dal cilindro (assist per Immobile) ma alla fine il Mago ce l'ha avuto il Lecce, Oudinì, il celebre illusionista resuscitato così bene da segnare due gol. 

6+ a Pedro Pedro Pedro Pè - Galeotto fu il palo e chi l'ha piantato. Dall'oroscopo di Branko la luna consiglia: pagate il custode dello stadio e fate allargare la porta.

6 a Benigno Zaccagnini - Non scaglia più le frecce. Scaglia solo.

6 a Patrizia Pellegrini - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Come Enrico Lucci.

6 a Lazzari alzati e cammina - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

6- A Hysaj che I papaveri - Nè carne nè pesce. Nè. Avete presente Rosa Chemical?

6- a Dio vede e Provedel - Non lo salva più neanche il lato B. E Beken se la ride.

5 e mezzo a Viale dei Romagnoli 13 Ostia e Casale degli Ulivi Agriturismo - Lui è peggio di me, scemo più scemo, mamma ho perso l'aereo e pure l'avversario. Finis.

5 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico c'era da temere il peggio. Troppe presenze consecutive senza tirare il fiato. Manco Amadeus che qualcosa la lascia a Carlo Conti. Era prevedibile perciò che si trasformasse in bandolero stanco. Come un Riccardo Rossi qualsiasi.

5- - al mio amico Arnold - Aveva illuso tutti, come Biggio che sembrava un fenomeno della comicità, poi sono bastate un paio di partite dove coi suoi 50 chili si è dimostrato debolucio assai e no il Marcantonio di nome e di fatto del centrocampo (come col Milan il gol del pareggio ce l'ha sulla coscienza)  e il fenomeno è diventato un solito idiota, come Biggio appunto. Sipario.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

 

Venerdi, 12 maggio 2023

 

La Lazio si salva in extremis contro il Lecce all’Olimpico. Nell’anticipo del venerdì della 35sima giornata Immobile apre le marcature, Oudin sigla una doppietta e solo nel recupero una rete di Milinkovic acciuffa il pareggio per la Lazio, dopo una partita soffertissima e mal giocata dalla truppa biancazzurra. Pensare che questa doveva essere la gara da tre punti certi per la squadra capitolina; in realtà è una partita chiave per tutte e due le compagini. Il Lecce non può più perdere terreno per evitare di essere ripreso da Spezia e Verona, la Lazio deve vincere per vedere da vicino la Champions. Baroni non ha defezioni, schiera Baschirotto e Umtiti in difesa, Strefezza, Colombo e Banda in avanti, con Di Francesco pronto a subentrare. Ancora guai invece per Sarri a centrocampo, sempre senza Cataldi e Vecino, nemmeno convocati. Oggi è ancora la volta di Marcos Antonio a far compagnia a Milinkovic e Luis Alberto. L’inizio è molto combattuto; il Lecce lotta su ogni palla, la Lazio prova a prendere le redini del gioco ma soffre i ritmi avversari. Oudin al 7’ manda altissimo, poi l’ ingenuità di Hysaj è assurda: il suo calcetto ad Oudin dentro l’area, per di più in posizione innocua, provoca il rigore. Va alla battuta Strefezza, che calcia a lato e i biancazzurri la scampano. Il Lecce però continua a non far respirare la Lazio, che soffre molto e non riesce a imporsi a centrocampo. Al 34’ Luis Alberto innesca alla grande Immobile, che elude Baschirotto ed a tu per tu col portiere stavolta non fallisce, siglando il vantaggio biancoceleste. Falcone al 44’ respinge con un piede il tiro in mezza girata di Milinkovic e dal possibile 2-0 in pieno recupero arriva il pareggio di Oudin, che al limite dell’area riceve da Gendrey ed indovina il tiro che elude Provedel. Nella ripresa arriva subito il tiro di Banda, che Provedel respinge come può, ma la Lazio è in bambola e la seconda rete di Oudin è il suggello al buon gioco dei giallorossi. Il suo destro preciso mette nel sacco l’1-2 al 50’ e per i biancazzurri si fa buio. La Lazio deve tirar fuori l’orgoglio, ma anche le residue energie che sembrano essere venute meno: Pedro e Pellegrini sono le mosse di Sarri al 58’, ma intanto la spinta di Gallo in area su Milinkovic è ignorata da Maresca. La Lazio spinge ma non tira mai in porta, ovviamente gli avversari perdono tempo ed i minuti passano senza occasioni concrete. Al 76’ Immobile si fa respingere il rasoterra da Falcone, arrivano diverse azioni concitate ma sono solo fumo, tranne il tiro centrale di Pedro all’86’. Il tempo si sta per esaurire e con esso anche la fiducia dei tifosi laziali, ma nel recupero gli schemi saltano ed il forcing ottiene il risultato sperato: prima Pedro colpisce il palo ed al 94’ da un traversone di Pedro è Milinkovic in mischia di testa a buttare dentro il pallone del definitivo 2-2. Nel giorno del 49simo anniversario del primo scudetto, la Lazio non onora quei magnifici 11; per i biancazzurri arriva un punticino d’orgoglio ma di fatto è una prestazione molle e indecorosa. Una partita gestita in maniera inspiegabile, con i calciatori che sono stati quasi sempre surclassati fisicamente e con un allenatore che di fatto non sta più riuscendo ad infondere l’orgoglio e la cattiveria necessaria. Non può essere questo l’epilogo di questa stagione, non è pensabile che la Lazio, dopo un cammino esaltante possa buttare tutto al mare. Nulla è perduto, visto che ancora il quarto posto è ancora saldo, ma così non si va da nessuna parte. Occorre un cambio di rotta a cominciare da Udine, altrimenti addio Champions League.

 

 

LAZIO LECCE 2-2 34’ Immobile 47’ 51’ Oudin 94’ Milinkovic

LAZIO: Provedel, Lazzari, Casale, Romagnoli, Hysaj (58’ Pellegrini), Milinkovic, Marcos Antonio (73’ Basic), Luis Alberto, Anderson (58’ Pedro), Immobile, Zaccagni. All: Sarri

LECCE: Falcone, Gendrey (77’ Romagnoli), Baschirotto, Umtiti, Gallo, Blin, Hjulmand, Oudin (82’ Helgason), Strefezza (77’ Gonzalez), Colombo (68’ Ceesay), Banda (68’ Di Francesco). All: Baroni

Arbitro Maresca

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