di FRANCESCO TRONCARELLI
Per il suo nuovo programma che precede tutte le sere "Affari tuoi" di Amadeus, Bruno Vespa ha scelto come sigla "Cinque minuti e poi" di Maurizio, brano che dà anche il titolo alla sua striscia quotidiana tra politica e cronaca.
La canzone dell'artista milanese che ebbe a suo tempo un successo clamoroso, è tornata così improvvisamente d'attualità suscitando forti emozioni e tanti ricordi nel pubblico televisivo, subito esternati sui social.
E non poteva essere diversamente perchè "Cinque minuti e poi" fu un brano che quando venne pubblicato, scalò immediatamente le classifiche. Venne presentato al Disco per l'Estate del 1968 da Maurizio che aveva lasciato i New Dada per tentare la carriera di solista.
Il complesso, come allora venivano chiamati i gruppi musicali, era uno dei più apprezati del Beat italiano insieme ai Camaleonti ai Dik Dik e all'Equipe 84.
I New Dada con appunto Maurizio Acieri come frontman, avevano lanciato pezzi come "Batti i pugni", "I'll Go Crazy" e la cover di "Lady Jane", che li avevano posti alla ribalta facendoli partecipare come supporter alla tournèe italiana dei Beatles (insieme a Fausto Leali e a Peppino di Capri) nel '65 e poi anche a quella dei Rolling Stones (con Al Bano e New Trolls) del '67.
Poi per dissidi fra i componenti, lo scioglimento del complesso e Maurizio che spicca il volo proprio con "Cinque minuti e poi" che sarà il disco più venduto di quella estate spensierata prima delle agitazioni sociali e politiche dell'"Autunno caldo".
Voce nasale, capello biondo e fluente, fisico atletico Maurizio divenne l'idolo delle teen agers partecipando a numerosi fotoromanzi e al musicarello "Quelli belli siamo noi" con Orchidea De Santis, Loredana Bertè, Lino Banfi e Ric e Gian in cui la canzone che gli aveva dato la grande popolarità era la colonna sonora.
"Cinque minuti e poi" aveva un testo particolarmente coinvolgente per i tempi firmato da quel grande artista che è stato Herbert Pagani e musiche di due noti musicisti come Lamorgese e Prestipino e divenne ben presto il tormentone estivo "da mattonella" che veniva ballato nei locali e nelle rotonde sul mare.
Roye Lee clochard a Milano |
Ma alle orecchie più attente degli addetti ai lavori qualcosa non quadrava. Soprattutto a quelle di Roye Lee che aveva composto il brano "Who’s Gonna Break Your Heart" da cui la canzone di Maurizio sembrava ispirata.
Venne presentata così da parte dell'artista americano trapiantato da tenpo in Italia, denuncia per plagio della sua canzone. La contestazione riguardava la somiglianza sia nell’armonia che nella melodia.
La storia andò sui giornali, la "Domenica del Corriere" il prestigioso settimanale del Corriere della Sera, riunì un giurì d'onore composto da nomi del calibro di Giovanni D’Anzi, Gianfranco Intra, Carlo Alberto Rossi e Sauro Sili che dettero ragione a Lee.
La vicenda si chiuse extragiudizialmente con un versamento a Lee di una cifra (modesta rispetto alle vendite) rimanendo peraltro tutto come prima a livello Siae.
i Krisma, Maurizio e Cristina |
Tra l'altro l'americano, personaggio molto estroverso e sui generis che pure aveva lavorato nella pubblicità (sua l'immagine del frate per la Totip) e per la realizzazione di dischi e sigle (Alto gradimento di Arbore e Boncompagni), finì successivamente in miseria.
Per anni ha vissuto come barbone in un vicolo a due passi dal Duomo contando sulla generosità della gente sino al "salvataggio" da parte della Croce Rossa e la riabilitazione come artista con la pubblicazione di un CD.
Una gloria e rilancio effimeri peraltro perchè poi di lui si persero nuovamente le tracce.
Dal canto suo Maurizio ha proseguito la sua carriera, fondando con la moglie Cristina Moser i Krisma, dominando a lungo la scena europea col suo elettropop e il suo carisma di performer nato.
Purtroppo ci ha lasciato nel 2015 per un male incurabile, ma quei suoi cinque minuti di amore in musica resteranno per sempre per farci ricordare di lui e di quella stagione irripetibile del nostro pop.
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