lunedì 18 marzo 2019

Lazio, il Parma è cotto. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI


8 e mezzo a Lupo Alberto - Una Lazio scoppietante e ben messa in campo, ha calato il poker sul piatto di un Parma cotto più che mai e nel complesso ben poca cosa. Si sono riviste belle geometrie di gioco e reti da applausi che la dicono tutta sulla qualità di questa squadra. Insomma l'onda lunga del grande derby giocato e vinto, ha ripreso a travolgere gli avversari di turno. Ora saranno dodici finali (coppa Italia compresa) da giocare sino al termine, tutte da vincere. Punto. Applausi al Ciuffo biondo tornato a far impazzire il mondo che ha firmato una doppieta d'autore. Bravo.

8 a veni, vidi, Lulic al 71° - Il sigillo con cui ha timbrato questa schiacciante vittoria, è la testimonianza del suo esserci sempre, del suo attaccamento alla maglia, del suo amare la gente laziale che gli è grata per la gioia infinita del 26 maggio. Segna Senad e siamo tutti contenti, perchè è come se avesse segnato uno di noi. Battiamo le mani ai veri laziali.

7 e mezzo  Correa l'anno 1900 - "Come è bello fa er laziale co' Correaaa", avrebbe cantato sicuramente Anna Magnani, lazialotta storica che lanciò questa canzone anni fa con la parola "amore" al posto di laziale. Perchè amore nel nostro caso è sinonimo di Lazio e a cascata di buon calcio e quindi di un Tucu di classe che lui ha e mettte a disposizione dei compagni. Grandissimo.

7 a Somarusic - S'è svejato! Come er sor Marchese. Aò, ha fattro un gol che lèvate: na sassata tra palo e portiere che manco lui sa come j'è uscita fuori. Come Rita Pavone con la ragazzina ambientalista Greta. Della serie chi la spara più grossa.

6 e tre quarti al Sergente - Sembrava che dovesse finire alla municipale, fuori dall'esercito e degradato sul campo. Vigile a piedi, manco con la moto, a controllare le licenze delle bancarelle, neanche il traffico.  E invece a sorpresa, tiè, uno scatto d'orgoglio con cui si è ripreso divisa e pistola d'ordinanza. E così anche le quotazioni sono risalite: ora vale mezza piotta, vitto e alloggio compresi e ricariche pagate per un mese.

6 e mezzo a Lucas 2.0 (quello che ride) - Metronomo. Metronotte. Metrobus. Come lui nessuno mai insomma.

6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis (Lazio del meno 9) - Il Ministro della Difesa. Conte, per quel che conta, prenda nota.

6 + a Innamoradu - Continuando di questo passo, raggiungerà il record dei record delle presenze con la maglia con l'Aquila sul petto. E allora sarà festa grande. Come quella in casa del Pallone boro, che non ha vinto niente ma in compenso ha il record dei derby persi da un giocatore nella storia della stracittadina. L'unica consolazione per comprare du pastarelle e brindà co' na' Fanta.

6 a Sylva Strakoshina -  Quando ala fine del primo tempo ha improvvisato una gambeta alla Carrizo su un Inglese che passva da quelle parti, un lungo brivido ha attraversato le schiene dei 40mila presenti. Una strizza incredibile che ha provocato corse ai bagni del tipo di quelle che prendono quando si assiste alle performance della Litizzetto. Poi nessun altro show temerario ed ha chiuso come Nino D'Angelo a Sanremo, senza colpa. La colpa infatti è di chi l'ha voluto lì.


6 a Patric del Grande Fratello - Quel retropassaggio è stato fantastico. In pochi secondi ne ha fatta una così grossa, che al confronto le cappellate in serie di Mauricio Costancio Show e Fortuna solo di nome Wallace messi insieme sarebbero diventati Burgnich e Facchetti della grande Inter di Herrera.
Ma lui è così, molto fumo e poco arrosto e quando la proporzione si capovolge e l'arrosto si rosola troppo (come è accaduto contro questo Parma sbilenco che abbiamo incontrato) sfornando una bella prova, deve assolutatamente mettere in mostra il suo lato migliore. Quello delle frescacce. Roba che se se ne accorgono in Ucraina, lo mettono al bando come Toto Cotugno e Al Bano. Noi intanto lo mettiamo in sotto aceto come Pupo. Sperando in tempi migliori.

5+ ar Pantera - E' durato sei minuti (gran tiro su girata), poi è caduto in letargo. Pachidermico come un elefante del circo Orfei, immobile come un Moai dell'Isola di Pasqua, imbalsamato come un Tutankamen qualsiasi. Sipario. Ma meno male che la Lazio c'è.

La Lazio esulta e il Tassinaro benedice dalla Tevere

Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Domenica, 17 marzo 2019
La Lazio abbatte il Parma. Una partita senza storie vede già i biancazzurri in vantaggio per 4-0 dopo la fine del primo tempo: Marusic, doppio Luis Alberto e Lulic sono gli autori dei gol; di Sprocati la rete della bandiera nella ripresa per un 4-1 finale davvero perentorio. Per la 28sima di Campionato i biancocelesti non possono più commettere passi falsi; Inzaghi però oggi è costretto a fare a meno di Immobile, fermato dal giudice sportivo: ci sono Caicedo e Correa con Luis Alberto a rifornirli. Il Parma invece, che gode di un tranquillo 11simo posto in Classifica, può contare sul ritorno di Bastoni che va in panca, ma piange l’assenza di Scozzarella, squalificato e di Stulac infortunato; in avanti c’è Gervinho con Inglese e Siligardi. Grande tifo all’Olimpico: oltre 35.000 spettatori accorrono a sostenere i biancocelesti, che al 5’ vanno subito alla conclusione con Caicedo, alta non di moltissimo, che si ripete al 10’ ma trova Sepe a sbarrargli la strada. Il Parma soffre un po’ la pressione laziale, che domina a centrocampo ma è troppo sterile in avanti. Al 21’ comunque arriva la prima rete con Marusic, servito bene da Milinkovic, che in scivolata col destro fa passare la palla tra palo e portiere e sigla il vantaggio biancoceleste. Passano solo 2’ e in ripartenza la Lazio si procura un rigore per un netto fallo di mani di Iacoponi in area. Va alla battuta Luis Alberto, che spiazza Sepe e porta a due le reti degli uomini di Inzaghi. La Lazio, forte del 2-0 si siede un po’ e non preme più di tanto; fa fare giro palla e senza troppo slancio firma ugualmente la tripletta al 38’, quando Luis Alberto riceve da Correa e mette un rasoterra imparabile in fondo alla rete. Il ritorno degli emiliani è praticamente nullo ed il primo tempo finisce addirittura con la Lazio che fa poker. L’occasione di Correa è sventata dal portiere in corner; dal calcio d’angolo seguente il pallone va a Lulic, che fa 4-0 con un piattone destro. Dopo il riposo la gara diventa pura accademia: entra Gazzola, poi Cataldi ma intanto Correa scalda le mani di Sepe al 61’. C’è posto anche per Ceravolo e Neto; Cataldi al 74’ sfiora il palo, poi Lulic cede il posto a Durmisi proprio quando arriva il gol del nuovo entrato Sprocati, che al 77’ approfitta di un pasticcio difensivo causato da Patric e con un diagonale mette la palla alle spalle di Strakosha. Le ultime cose di rilievo sono il coro della Nord per Simone Inzaghi ed il quinto gol fallito allo scadere prima da Correa e poi da Durmisi. Inzaghi ed i suoi uomini questo pomeriggio azzeccano tutto, annientando un Parma mai sceso in campo e si aggiudicano così la tredicesima vittoria in questo Campionato. I biancazzurri, oggi davvero insuperabili, grazie a questa affermazione salgono a quota 45 ma sempre con una partita in meno, che se vinta può valere il quinto posto in solitario, visti i risultati delle dirette concorrenti. La Lazio ed i suoi fans si godono la sosta col morale altissimo ma da ora in poi saranno tutte gare difficilissime, a cominciare dalla trasferta con l’Inter alla fine del mese.           

    
LAZIO  PARMA 4–1 22’ Marusic  25’ Luis Alberto  38’Luis Alberto 44’ Lulic  77’ Sprocati
LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Radu, Marusic, Leiva (60’ Cataldi), Milinkovic, Lulic (75’ Durmisi), Luis Alberto, Correa, Caicedo (65’ Neto). All: Inzaghi
PARMA: Sepe, Iacoponi, Alves, Gagliolo, Di Marco, Biabiany (70’ Sprocati), Kucka, Rigoni, Siligardi (56’ Gazzola) Gervinho,  Inglese (63’ Ceravolo). All. D’Aversa
Arbitro Banti

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