martedì 12 marzo 2019

Un grande amore e niente più, ora è un film

di FRANCESCO TRONCARELLI


Quando si dicono le coincidenze. Il 10 marzo del 1973 Peppino di Capri vinceva il Festival di Sanremo con "Un grande amore e niente più", delicata poesia scritta da Franco Califano e musicata dall'artista napoletano e ora, nell'anniversario della ricorrenza, arriva la notizia che questo brano diventato un evergreen del nostro pop, sarà la colonna sonora di un film con Sergio Muniz e Vanessa Gravina.

Mentre sui social e nelle pagine dedicate si ricorda il successo sanremese che segnò il ritorno alla grande del re del twist, lo stesso brano che diede vita a quel momento d'oro per di Capri (sigla di Rischiatutto con "Amare di meno", finale di Canzonissima con "Champagne), torna prepotentemente d'attualità con la sua melodia indimenticabile, il suo fascino accattivante e le sue atmosfere avvolgenti.

Un caso certo, ma sicuramente una piacevole fatalità che permette di riascoltare un pezzo molto bello che si presta ottimamente per fare da colonna sonora ad un film firmato dal bravo Pasquale Falcone, che già nel titolo «Alessandra - Un grande amore e niente più», dà un'indicazione precisa della storia in lavorazione.

E' una commedia romantica che si svolge e viene raccontata con tre storie d'amore che riguardano tre generazioni sottolineate dalla musica e dove il brano di Peppino fa da fil rouge al racconto ambientato in Campania, in scenari suggestivi del Cilento, la Costa D'Amalfi e Cava de’ Tirreni con esterni anche su Roma. Le riprese inizieranno il 6 maggio prossimo.

Nel cast Sergio Muniz, Vanessa Gravina, Eleonora Facchini e Rosaria De Cicco. Tra i protagonisti anche alcuni maestri della pizza e affermati food blogger italiani che interpreteranno il ruolo di sè stessi come Gino Sorbillo, Salvatore Lionello, Vincenzo Capuano, Vincenzo Falcone Delicious, Egidio Cerrone (noto come Puok&Med), ItalianFoodPorn e Marco Infante.
 
Il cast di Alessandra
«Alessandra è un film che nasce da un’ispirazione vera e sincera - spiega il regista Falcone-. Potrebbe essere paragonato al film "Mamma mia!" con le musiche degli Abba. Abbiamo puntato su unagiusta commistione tra commedia e film muscale, senza lasciare che uno dei due elemnti prevalga sull'altro. Alcuni brani inediti e la bellissima canzone portat al successo d Peppino di Capri, rielaborato per l'occasione dallo stesso autore, sostituiranno in parte i dialoghi della commedia in modo naturale, in un film che usa mezzi espressivi oltre la recitazione tradizionale".

Francesca e Roberto sono poco più che diciassettenni e vivono la loro vita in modo spensierato e si amano. Un giorno Francesca scopre di essere incinta ma Roberto,sconvolto dalla notizia, si allontana da lei. Francesca, con l’aiuto di sua madre, mette al mondo una bambina: Alessandra.
All’età di 25 anni, Alessandra incontra un ragazzo di nome Valerio, del quale si innamora. Col tempo scopre però che è figlio del suo padre naturale e quindi sono fratelli unilaterali, ma… La storia continua con intrecci e peripezie che rccontano l'amore attraverso tre generazioni.

Il brano principale del film, che dà anche il sottotitolo allo stesso, è come dicevamo la famosa canzone di Peppino di Capri, per l'occasione riproposta con un nuovo arrangiamento che ha lasciato inalterato il fascino del pezzo.

«È una storia un po' come 'Il tempo delle mele' - ha detto il cantautore - La mia canzone si presta benissimo. L'arrangiamento sarà più attuale, più vicino alle nostre generazioni e ai suoni di adesso, mi sto adoperando in tal senso. Il fatto che hanno scelto questo brano mi ha fatto immensamente piacere, non solo perchè nel nostro piccolo cercheremo di offrire un buon prodotto alla commedia musicale italiana, ma perchè mi permette di riporporre un brano che ho composto con un amico vero».



 L'amicizia tra Peppino e Califano fu alla base di questa successo, il loro essere "colleghi" non solo sul palco ma anche nella vita fu una prerogativa importante di un sodalizio umano e artitico saldissimo.  "Franco è stato un qualcosa di unico, un punto di riferimento e non solo per questo brano con cui vinsi il festival. Lui ti coinvolgeva in tutto e per tutto nella quotidianeità. Era un artista unico, capace di scrivere qualsiasi pezzo, un sarto buono per tutte le stagioni, dal pezzo impegnato a quello più scanzonato e orecchiabile. Qualsiasi cosa faceva gli riusciva davvero bene perchè ci metteva l'anima». 

«Erano gli anni d’oro dei locali notturni, ci si ritrovava e spesso noi eravamo in difficoltà davanti a questo personaggio così spregiudicato. Io l’ho definito il Patty Pravo al maschile. Aveva anticipato Vasco Rossi, aveva carattere e personalità. Noi andavamo sul palco timidi, lui invece era spregiudicato, ma era straordinario oltre che bello, sempre circondato da belle donne. Io poi, non potevo proprio competerci, ero il più brutto del gruppo tanto che mio suocero un giorno mi disse "ti può sentire ma non ti si può guardare».

«Di Franco potrei ricordare mille aneddoti, ma quello più simpatico è legato porpio a quando stavamo lavorando al testo di "Un grande amore e niente più". Stavamo in albergo, scrivevamo e poi cambiavamo tutto, abbiamo sofferto quattro notti perché non ci convinceva poi, alla quinta finalmente è nata la canzone che portai a Sanremo nel ’73 vincendolo, il testo definitivo me lo passò all'alba sotto la porta perchè ero esausto ed ero andato a dormire». E nacque così una gemma che dopo più di quarant'anni brilla ancora.


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