domenica 3 marzo 2019

Lazio padrona di Roma. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI


10 al Pantera - Una grande Lazio ha asfaltato la "squadra più forte del mondo" come la stampa romana definisce senza vergognarsi il team nato da una fusione voluta dall'alto nel 1927. E' stata una grande vittoria, che ha ristabilito i valori di supremazia tecnico tattica esistenti nella nostra città confermando anche sul campo chi sia la Prima squadra della Capitale, la Lazio. Copertina di questo trionfo che porta la firma soprattutto di Inzaghi (ottima la formazione schierata e superazzeccati i cambi), al bomber equadoregno. Un gol da manuale, da rapace dell'area; ha nesso a sedere il portiere avversario e mandato in tilt core 'ngrato Kolarov. Grandissimo.

10 al Ciro d'Italia - Era in panchina, non era in forma, problemi fisici. Poi quando il mister gli ha detto vai, ha stretto i denti e si è buttato nella mischia. Come un leone, ferito magari ma dal ruggito che fa paura. Il rigore che ha tirato assumendosi la responsabilità davanti ai 160 paesi collegati televisivamente, ha detto che è lui il re del derby, con un altro sigillo importantissimo, quelo del 2 a 0 che ha stroncato le gambe ai poveri giallorossi. Grandissimo.

10 a Massimo Di Cataldo - Un gol nel derby, e che gol, quello del trionfo, quello del tabula rasa, quello che ogni romano che ha nel cuore i colori biancocelesti ha sempre sognato sin da bambino: segnare alla roma. Grandissimo.

9 a Sylva Strakoshina -Una certezza. Tante parate e un po' di lato b che ce sta tutto quando uno jel'ammolla. Ma soprattutto due interventi che hanno deciso le sorti del derby. Il primo al 23° su er Geko, il secondo al 67° sul nipote de Nonna. Due momenti topici che potevano riaprire (si fa per dire...) il match. Bravo, te sei meritato la stima del popolo biancoceleste.

9 a Correa l'anno 1900 - Li ha mandati al manicomio con quei dribbling, li ha fatti smarrire con la sua classe, un Tucu di bravura che ha disorientato Capitan futuro (non si sa di quale tempo) e compagnia cantando. Applausi baby sei un fenomeno e jelo hai dimostrato.

9 a Innamoradu e veni, vidi, Lulic al 71° - La vecchia guardia colpisce ancora. E mette il punto. Battiamo le mani ai veri laziali. A vita.

9 a Lucas 2.0 (quello che vince, altro che Biglia) - Ma lo avete visto? Ha spazzato palle, ha rubato palloni, ha smistato giocate. Un mastino dal volto umano. Una sicurezza in mezzo al campo. Un conducator che dalle retrovie ha preso la squadra per mano e l'ha portata a vincere.

9 ad Antonio Elia Acerbis (Lazio del meno 9) - Non aveva mai vinto contro i romanisti fino ad ora. Ma questa volta ha pareggiato il conto alla grande partecipando a una partita che resterà nella storia della stracitaddina per risultato, secco, dominio assoluto e rosicamento degli avversari. E scusate se è poco.

9 al Sergente -  E' tornato. Ateltico, tignoso, ideatore e sognatore. Vabè, non stamo sui 150 pippi ma na ottantina li rivale. E daje.

9 a Lupo Alberto - Il ciuffo biondo che fa impazzire il mondo. E mo Fabio Fazio daje er Crodino.

9 a basta Bastos -  Aveva davanti 3 palloni d'oro, due ciavatte d'argento e na cinquina de facce de bronzo: j'ha fatto bu bu settete e l'ha messi a cuccia.

9 a Somarusic - E' come Michele Pecora a Ora o mai più, l'anello debole della trasmissione di Amadeus, ma per lui come per il nostro vale la legge di Murphy al contrario (siamo la Lazio del resto e spesso le cose vanno al contrario): se le cose vanno bene, vanno bene pure le pippe al sugo.

9 a dillo a Parolo tuo - Parolo-Parolo-Parolo, Parolo-Parolo-Parolo, Parolo-Parolo-Parolo soltanto Parolo, Parolo per noi (cit. Mina e Alberto Lupo). E loro muti.

+1 al Cappetano futuro del futuro prossimo a venire Zaniolo - I presunti capiscioni l'hanno salutato come il nuovo Totti. Vero. Ha subito iniziato perdendo il derby. Aò, può battere il suo record di giocatore che in tutta la storia delle stracittadine ne ha perse di più. E ho detto tutto.

Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Sabato, 2 marzo 2019

Il 152simo derby della capitale è della Lazio. Nell’anticipo della 26sima giornata i giallorossi affondano: apre Caicedo nel primo tempo, di Immobile e Cataldi le realizzazioni nella ripresa per il rotondo 3-0 che premia i biancocelesti, autori di una partita quasi perfetta. La Roma arriva a questa stracittadina dopo la vittoria di Frosinone all’ultimo respiro: per Di Francesco non c’è Manolas indisponibile all’ultimo minuto per un problema intestinale, il ballottaggio tra Nzonzi e De Rossi è vinto alla fine da quest’ultimo. Inzaghi invece deve fare i conti con lo stiramento di Immobile, che all’ultimo dà forfait ed è rilevato da Caicedo. Il mister biancazzurro, che dispone Radu e Bastos a fianco di Acerbi, ancora oggi decide per Marusic a destra, infine davanti ci sono Correa e Luis Alberto. La rincorsa al quarto posto delle due formazioni passa da questa gara, che inizia con grande intensità e dopo qualche schermaglia iniziale si sblocca in favore della Lazio. Al 12’ da una rimessa laterale veloce il pallone va a Correa, il taglio è per Caicedo che dribbla tutti, anche Olsen e deposita in rete il vantaggio biancazzurro. Al 22’ sul tiro di Dzeko dai 16 metri è Strakosha a respingere a lato; la squadra di Di Francesco non fa molto per recuperare, ma dopo la mezz’ora prova a spingere senza trovare alcuno sbocco. La Lazio invece controlla senza grossi sussulti fino al termine del primo tempo. Nella ripresa subito Zaniolo ci prova con un tiro in scivolata che si perde sul fondo; poco dopo Olsen cattura un pallone su cui si stava per avventare ancora Caicedo. Sembra però in difficoltà la Roma, che non trova il bandolo del gioco e si fa quasi sempre anticipare dalla squadra biancazzurra, più pronta e concentrata. Al 58’ il  tiro dalla distanza di El Shaarawy trova ancora Strakosha che neutralizza in angolo, poi arriva una girandola di sostituzioni. Esce Zaniolo per Perotti, risponde Inzaghi togliendo tra gli applausi Caicedo per Immobile, infine Pastore rileva De Rossi. Al 66’ Florenzi ci prova dalla distanza: è una traiettoria stranissima che Strakosha riesce a deviare in corner. Ora è la Roma a prendere vigore, rischiando di pareggiare con Pastore che gira fuori da due passi. Ma i biancazzurri sono cinici e pronti a colpire: infatti in contropiede al 71’ Correa s’invola, Fazio lo atterra in area e Mazzoleni decreta il calcio di rigore. Va alla battuta Immobile, che supera Olsen e porta a due le reti laziali. Inzaghi si copre mettendo Cataldi al posto di Correa, la Roma con la forza della disperazione si riversa in attacco ma non combina nulla. E’ invece la truppa di Inzaghi a tenere alta la concentrazione e a siglare il terzo gol quasi allo scadere: la sponda di Milinkovic è per Cataldi, che in posizione centrale col sinistro mette all’incrocio dei pali la tripletta biancazzurra che pone la pietra tombale sulla gara. Prima della fine qualche giallorosso perde le staffe, Kolarov è espulso e tra i fischi del pubblico la Lazio si porta a casa il risultato pieno e l’enorme soddisfazione di aver asfaltato i cugini. Grande prova d’orgoglio della squadra biancazzurra, che fa girare a suo vantaggio una partita sempre ben gestita e lottata con grande lucidità per tutti i 90’. Inzaghi è il vero eroe del giorno: oggi il mister biancazzurro non sbaglia niente e si prende tutti gli onori di aver fatto finalmente trionfare i suoi con merito. Per la Lazio, che in casa non vinceva da novembre del 2012, è  un’affermazione dal grande significato: questo successo dà grande morale e consente di non perdere terreno con il quarto posto, mantenendo ancora qualche speranza di riacciuffare la Champions. Per i laziali è una di quelle serate che non dovrebbero finire mai.

LAZIO  ROMA    3–0         12’ Caicedo 73’ Immobile 88’ Cataldi
LAZIO: Strakosha, Bastos, Acerbi, Radu, Marusic, Leiva, Milinkovic, Luis Alberto (69’ Parolo), Lulic, Correa (77’Cataldi), Caicedo (63’ Immobile).  All: Inzaghi
ROMA: Olsen, Florenzi, Fazio, Jesus, Kolarov, Cristante, Pellegrini, De Rossi (65’ Pastore), Zaniolo (61’ Perotti), Dzeko, El Shaarawy (80’ Schick).  All: Di Francesco
Arbitro Mazzoleni

Nessun commento:

Posta un commento

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla gio...