sabato 11 aprile 2020

Jesus Christ Superstar, 50 anni di passione rock

di FRANCESCO TRONCARELLI 


 
E' passato mezzo secolo ma la forza provocatoria e drammatica di un’opera musicale come "Jesus Christ Superstar" resta ancora attuale, soprattutto in questo periodo così sofferto e pieno di incertezze che fa da sfondo alla Pasqua.

Era la primavera del 1969 quando l’allora ventenne Andrew Lloyd Webber futuro baronetto di Sua Maestà Elisabetta compose la canzone "Superstar" sul testo dell’amico Tim Rice, 23 anni, nella villa sul mare di sua zia vicino Ventimiglia, che li ospitava per una vacanza.

Il 45 giri usciva quasi in sordina nel Regno Unito nel novembre dello stesso anno e nel dicembre arrivava ad un imprevisto successo negli Stati Uniti. Questa è la base da cui è nato poi nel 1970 "Jesus Christ Superstar – Rock Opera", un LP doppio che successivamente sarebbe stato tradotto in immagini nel celebrato film di Norman Jewison del 73.

Un doppio vinile storico con un'orchestra sinfonica di 85 persone, sei musicisti rock e tre cori, in cui i due giovani autori giovanissimi e sconosciuti, raccontavano la passione di Gesù rovesciando il punto di vista tradizionale, partendo dalle riflessioni di Giuda, il discepolo traditore. 



Ian Gillan, mitica voce dei Deep Purple interpretava la parte del figlio di Dio, l'attore (Domenica, maledetta domenica) e cantante Murray Head aveva il ruolo di Giuda, la cantante hawaiana Yvonne Elliman quello della Maddalena e Barry Dennen caratterista fra i più noti di Hollywood (da Superman a Titanic) vestiva i panni di Pilato sia nell'album che nel film. 

All'epoca, mentre la filosofia hippy conquistava il mondo, il disco fu considerato scandaloso. La potente BBC lo giudicò "blasfemo" e lo censurò, giudizio completamente ribaltato in seguito dalla Cei e dalla Radio Vaticana che ne individuò invece il profondo significato religioso. 

Quella storia di dolore così umana, piena di vita e di colore, al di là del boicotaggio della emittente britannica, colpì profondamente il pubblico e scalò le classifiche internazionali sino a raggiungere la cifra complessiva di 7 milioni di copie vendute.

Un successo mondiale all'insegna del rock e del Vangelo. Le liriche innovative di Rice scavavano nell’animo di un Gesù uomo, confuso e a volte spaventato dalla sua missione, e facevano di Giuda un predestinato alla dannazione eterna dal Signore. Il tutto veniva ccompagnato da una musica irresistibile che mescola rock, soul, funk e pop sino alla psichedelia, nella sofferta preghiera di Cristo "Getsemani".

Ted Neeley

Il produttore Roger Stigwood (quello di Hair, Evita, La febbre del sabato sera e Grease), decise di farne uno spettacolo teatrale che debuttò a Broadway l’anno stesso, dove rimase in scena per 720 repliche e 18 mesi, con la regia di Tom O’Horgan (il regista di Hair).

Nel cast figuravano lo stesso Ian Gillan e nelle repliche il futuro protagonista del film Ted Neeley, oltre a Carl Anderson, il Giuda nero del film. A Londra il musical debuttò nel 1972 per rimanervi 8 anni con 3.358 rappresentazioni.

Ancora oggi è in scena in decine di Paesi del mondo, con un successo speciale in Italia per l’opera firmata da Massimo Romeo Piparo, in cartellone da 26 anni, con la bellezza di olte 2000 rappresentazioni e con lo stesso Ted Neeley oggi 77enne, nella compagnia da cinque anni.

Stigwod poi produsse nel 1973 il film girato in Israele con alcune immagini surreali rimaste nella storia del cinema, come pure le strepitose performance dei protagonisti Ted Neeley e Carl Anderson e della dolce Yvonne Elliman (Maria Maddalena) che sarà possibile vedere su Rete 4 il giorno di Pasqua dopo mezzanotte.


Il successo mondiale di questa rivisitazione evangelica in chiave hippie, figlia della controcultura che si respirava negli anni 70, fu ovviamente costellato da polemiche feroci, provenienti sia dal mondo ebraico che da quello cristiano, concentrate in particolare sulla figura di un Gesù uomo e non divino e sull’assenza della Resurrezione.

Tim Rice autore dei testi al riguardo spiegò: «Abbiamo trattato il Cristo più come uomo che come Dio: noi, come autori non prendiamo posizione. Però il primo spunto ce l’ha offerto proprio il decano di San Paolo che una volta ci ha detto: “Prendete Gesù e portatelo via dalle vetrate istoriate”.

Ora il capolavoro torna in scena, gratuitamente, sul web. Sir Andrew Lloyd Webber sul nuovo canale youtube The Shows Must Go On, da venerdì proporrà, visibile per 48 ore, la produzione 2012 di Jesus Christ Superstar ed il sito in streaming BroadwayHD, proporrà il giorno di Pasqua Jesus Christ Superstar-Live Arena, il Tour del Cinquantennale fermato dal Coronavirus .

Al di là dello spettacolo, la storia di Gesù è un pilastro della cultura europea e occidentale, tutti hanno una propria opinione, credenti o non, e raccontarla così, 50 anni fa, è stato sicuramente un'operazione coraggiosa ma al tempo stesso significativa. 

Non a caso da allora questo disco e il musical sono nella storia della cultura di ogni paese e al di là delle religioni d'appartnenza. Perchè il mistero di Dio fatto uomo e sacrificatosi sulla croce per noi è la vita stessa di ogni essere umano su questa terra. 



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