mercoledì 15 aprile 2020

Raimondo Vianello, dieci anni senza la sua ironia

di FRANCESCO TRONCARELLI



Le sue batture erano fulminanti. Mai volgari ma sempre ironiche, frutto di una comicità raffinata che solo lui nel mondo dello spettacolo possedeva. Un irresistibile umorismo british, all'inglese, dove la freddura spesso tagliente che piazzava al momento giusto, assumeva il rango di una sentenza, tutta da ridere naturalmente.

Perchè Raimondo Vianello che se ne andava esattamente dieci anni fa, era un artista della comicità, un gentleman della risata che si beffava di tutti con intelligenza ed eleganza, preferendo allo sbraco della battuta pesante, la leggerezza del saper colpire senza affondare, del paradosso, lasciando comunque il segno sul pubblico che per questo lo adorava.

Con la sua figura sottile e allampanata, i modi da lord e l'ironia graffiante come biglietto da visita, Vianello ha offerto la sua preziosa compagnia agli italiani per una vita, oltre 60 anni. E' stato infatti uno dei padri fondatori della tv italiana. Conduttore, intrattenitore, showman, autore, un attore amato e rispettato da tutti, fossero addetti ai lavori o pubblico di casa.

Romano, figlio di un ammiraglio e di una nobildonna marchigiana, laureato in giurisprudenza per volere del padre che lo voleva nella carriera diplomatica, era stato bersagliere nella Repubblica di Salò, finendo con Walter Chiari, Enrico Maria Salerno ed Enrico Ameri nel campo di reclusione di Coltano. 

Raimondo, Walter Chiari e Ugo Tognazzi
 Finita la guerra si dedica allo sport, la sua vera grande passione dopo la recitazione: l’atletica, il calcio (“In televisione non perdo un incontro” raccontava” c’è sempre qualche partita per fortuna, a tutte le ore”).In questo periodo in cui bighellona in attesa di diventare grande, la svolta della sua vita. Partecipa, al "Cantachiaro" ideato da Garinei e Giovannini gli inventori dei grandi Varietà e della commedia musicale italiana.

Lo scelgono e così entra a far parte del mondo dello spettacolo. Da quel momento in poi la sua carriera è solo in ascesa. Il pubblico inizia a conoscerlo, gli addetti anche. Diventerà uno degli attori più amati di sempre, di quelli che tagliano trasversalmente tutte le generazioni perchè, con il loro modo di fare e di porsi, sono "universali".

Agli inizi per parecchio tempo si limita a fare la spalla per numeri uno come Dapporto o Wanda Osiris, anche per via della sua comicità non aggressiva e poco invadente, poi la sua personalità esce fuori con più compiutezza, in particolare quando lavora a fianco un partner di eccezione quale Ugo Tognazzi.

Vianello-De Gaulle e Tognazzi-Fidel Cstro
Con lui oltre ad innumerevoli film di cassetta, firma il programma televisivo di satira "Un, due, tre", formando una coppia che andrà avanti per un decennio. Il suo umorismo sottile, elegante, quasi distaccato è diverso da quello che propongono gli altri comici. Raimondo si distingue da tutti, tra l'altro nelle sue battute on c'è mai una caduta di gusto.

Nel 1958 conobbe la persona più importante della sua vita, Sandra Mondaini. Era allora una soubrette di Macario e con il futuro marito si era conosciuta sul palcoscenico in una parodia di madama Butterfly. La dichiarazione di matrimonio arrivò davanti a una cotoletta alla milanese mangiata insieme a Gino Bramieri. Si sposarono nel 1962 e sono rimasti insieme per tutta la vita.

Raimondo e Sandra si completavano a vicenda. Riuscivano, pur utilizzando lo stesso canovaccio, lui cascamorto lei finta gelosa, a trovare sempre chiavi nuove per risolvere le loro gag. Negli anni 60 e 70 tra film, varietà, spettacoli per tv e teatro, Vianello divenne uno dei volti più noti e presenti del piccolo e grande schermo, spesso in coppia con la moglie come in 'Noi...no' - prototipo di 'Casa Vianello' - dove i due portarono in scena la loro vita di coppia.

oggi sposi

Furono gli anni di 'Canzonissima', 'Tante scuse' e 'Sai che ti dico' ma anche di 'Sette e mezzo' e 'Stasera niente di nuovo', quiz, spettacoli, show e varietà che si fondevano grazie alla maestria di Vianello di intrattenere il pubblico da casa con la sua ironia sorniona. Raimondo poi ha una caratteristica che manca ai suoi colleghi coetanei che hanno fatto la storia della televisone.

A sessant'anni, quando poteva recitare all'infinito il solito copione, si reinventa con nuove proposte e idee. Sono gli anni '80 e '90 che consolidarono, qualora ce ne fosse stato bisogno, le capacita' della coppia. Dopo il passaggio a Mediaset nel 1987, i due furono protagonisti del 'Sandra e Raimondo Show' e l'anno dopo misero in piedi la sit-com più longeva della storia italiana: 'Casa Vianello'.

Iniziò nel 1988 e finì nel 2007 per un totale di 16 stagioni e 338 episodi. Con il tormentone "che noia, che barba" che entrò nel lessico quotidiano e con classico il finale degli episodi con Sandra sotto le coperte che scalcia a raffica.

Casa Vianello
In mezzo ci sono altri quiz, altri show, altri varietà da stacanovista del lavoro e predicatore dell'umosrismo qual era. La serie però fu talmente fortunata che ebbe diversi spin-off e alcuni film Tv. Vianello non si è mai pentito di questa sua vita così piena di idee e progetti e l'ha vissuta con costante ironia sempre.

Riassunta da una sua citazione ormai diventata celebre: "Se mi guardo indietro non ho pentimenti. Dovessi ricominciare, farei esattamente tutto quello che ho fatto. Mi risposerei anche. Con un'altra, naturalmente".

Sandra, sempre presa in giro e sempre amata, era la sua passione. Come il calcio. Tifoso dell'Inter, fu giocatore poco dopo la seconda guerra mondiale e si vocifera fosse stato contattato dal Palermo, allora in Serie B, nel 1946. Vianello si manteneva allenato, giocava con gli amici in partite amatoriali. Partecipava a tutti i match delle 'Partite del cuore', anche se solo per pochi minuti.

Raimondo calciatore con la SA:MO

Aveva fondato una squadra che giocava nei dilettanti, la SA:MO, acronimo del nome della moglie. Scese in campo anche dopo i suoi 80 anni, sia a San Siro, con il numero 81 e la maglia dell'Inter, per un'iniziativa di beneficenza, sia al campetto sotto casa fuori Milano, dove si riunivano e giocavano altre persone d'una certa età.

Con grande ironia e l'immancabile umorismo riuscì a coniugare calcio e tv, conducendo la trasmissione 'Pressing' fino al 1999. Quando mori' il 15 aprile del 2010, Raimondo Vianello aveva 88 anni.

Sandra scomparve pochi mesi più tardi e come disse monsignor Faccendini celebrando il suo funerale, era "innaturale pensarli separati". Non hanno mai avuto figli ma hanno adottato un'intera famiglia di filippini. Unici anche in questo. Entrambi hanno lasciato un vuoto incolmabile.
 



3 commenti:

  1. Come sempre Francesco Troncarelli ha la capacità di farti sentire i personaggi come vecchie e care conoscenze

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  2. Raimondo merita di essere ricordato Come lo merita la sua inseparabile compagna Sandra Una grande coppia di quello spettacolo che ti teneva incollato alla tv E che purtroppo Tutto questo ora non esiste piu

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  3. Grandissimo amico, ma non si può scrivere che ha " firmato un due e tre" perchè i copioni erano scritti da 2 autori fiorentini GIULIO SCARNICCI e RENZO TARABUSI. TOGNAZZI E VIANELLO non scrivevano una riga!Cordialmente Donata Tarabusi

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