mercoledì 29 aprile 2020

Ma il cielo è sempre più blu: 50 artisti per la CRI

di FRANCESCO TRONCARELLI



Il mondo della musica per la Croce Rossa. 50 artisti "riuniti" per cantare un brano simbolo di queste giornate di quarantena e fra i più conosciuti da sempre del nostro pop. Un evento nell'evento a fin di bene.

E' stata registrata ‘a distanza’ una versione corale de “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, che è stato, fin dai primi giorni di distanziamento sociale, la scelta popolare per poter far sentire che l'Italia c’è.

L'elenco dei partecipanti è ovviamente lungo e i nomi sono tutti conosciuti. Alessandra Amoroso, Annalisa, Arisa, Baby K, Claudio Baglioni, Benji & Fede, Loredana Bertè, Boomdabash, Carl Brave, Michele Bravi, Bugo, Luca Carboni, Simone Cristicchi, Gigi D'Alessio.

Ancora, Cristina D'Avena, Fred De Palma, Diodato, Dolcenera, Elodie, Emma, Fedez, Giusy Ferreri, Fabri Fibra, Fiorello, Francesco Gabbani, Irene Grandi, Il Volo, Izi, Paolo Jannacci, J-Ax, Emis Killa, Levante, Lo Stato Sociale, Fiorella Mannoia.

E poi Marracash, Marco Masini, Ermal Meta, Gianni Morandi, Fabrizio Moro, Nek, Noemi, Rita Pavone, Piero Pelù, Max Pezzali, Pinguini Tattici Nucleari, Pupo, Raf, Eros Ramazzotti, Francesco Renga, Samuel, Francesco Sarcina, Saturnino, Umberto Tozzi, Ornella Vanoni... e Alessandro Gaetano.



L’idea è di Franco Zanetti, che da Rockol ha lanciato la proposta, subito accolta Takagi & Ketra e Dardust, che ci hanno coinvolti e uniti nell'impresa di produrre un brano corale senza precedenti, mixato da Pinaxa.

Il brano sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali venerdì 8 maggio 2020, e sarà possibile ascoltarlo per la prima volta durante l’evento di lancio giovedì 7 maggio alle 18.00 su www.amazon.it/italianallstars4life.

Amazon e le principali associazioni industriali del settore musicale come AFI, FIMI e PMI promuovono questa iniziativa con la donazione alla Croce Rossa Italiana, sostenendo “Il Tempo della Gentilezza", progetto della CRI a supporto delle persone con maggiori vulnerabilità sociali e sanitarie durante l’emergenza Covid-19.

In attesa di ascoltare questa versione così particolare, ripassiamo qualche notizia sul brano inciso dal cantautore calabrese 45 anni fa. Un pezzo che gli aprì le porte del successo dopo qualche flop iniziale e soprattutto molta diffidenza da parte dell'ambiente e dai saccenti della critica.

Rino aveva lasciato la sua Crotone per raggiungere la capitale, sperando insieme ai genitori di trovare lavoro. Aspirante Geometra con scarsa attitudine verso i banchi di scuola, coltivò da subito i suoi interessi verso il teatro e quell'ambiente.

Impara a suonare la chitarra e compone le sue prime canzoni, ma il suo modo scanzonato e ironico di proporre i pezzi che ha scritto viene considerato da subito "troppo originale e poco in linea" con lo stile del periodo piuttosto serioso e di stampo ideologico. Viene però lo stesso notato da alcuni discografici con Vincenzo Micocci in testa, suscitando in loro una certa curiosità.



Ma lui ha la testa dura, nonostante la delusione per  la prima grande batosta legata al suo disco d'esordio, l'istinto creativo non l'abbandona. Tra le mura della sua stanza del seminterrato che abita coi genitori portinai del palazzo, si rimette a comporre e nasce "Ma il cielo è sempre più blu". E' un brano di rottura rispetto a quello che si sente in giro.

Il testo si basa su parallelismi che esprimono le contraddizioni della società, economiche, sociali e così via ma nonostante tutte queste disuguaglianze il cielo è lo stesso per tutti. La canzone piace alla casa discografica, la It e si fa il disco.

Il brano che nel formato originale durava 8 minuti e 23 secondi, nella prima versione fu diviso in due parti (una per lato). Esce nella primavera del 75, ma viene subito censurato e Rino deve modificare due frasi che la radio non può trasmettere: "Chi tira la bomba/chi nasconde la mano" e "chi canta Baglioni/chi rompe i coglioni".

Come il flash di un fotografo, il cantante sa cogliere con dissacrante ironia i mille volti dell'esistenza umana e quel modo di cantare luoghi comuni e verità indicibli mescolando fonetica calabrese a inflessione romanesca spacca, il pubblico resta abbagliato e compra il suo disco.
Finalmente la strada non è più in salita, è successo pieno con tanto di consacrazione a Hit parade, ma l'arte di Rino verrà apprezzata e capita appieno solo dopo la sua tragica e prematura scomparsa. Per quei tempi era troppo avanti. Come questa canzone. Eccola.



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