martedì 26 dicembre 2023

Maurizio Arena, 90 anni da povero ma bello

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Lo sguardo da piacione, il ciuffo alla Elvis, il fisico da culturista, Maurizio Arena è stato uno dei protagonisti del neoralismo rosa, quel cinema fatto da poveri ma belli che entusiasmava il pubblico e riempiva le sale.

Un vero divo seguito passo passo dai paparazzi per i suoi flirt clamorosi puntualmente raccontati dai settimanali che si occupavano di gossip. Lo chiamavano il Principe fusto, veniva dalla Garbatella, quartiere popolare di cui era il perfetto testimonial con la sua simpatia genuinamente de noantri e i suoi atteggiamenti da duro dal cuore tenero. 

Attore di grandissimo successo, protagonista della Dolce vita è stato uno dei simboli degli anni Cinquanta con la sua voglia di vivere e di affermarsi. Un "bullo rubacuori" come lo descriveva la stampa che sapeva anche giocare a pallone.

Arena calciatore

Mediano dai piedi buoni anche se dolci e gran tifoso laziale. Tanto che in una delle solite crisi tecniche ed economiche che attraversò la Lazio, l'allora presidente Ernesto Brivio dichiarò alla folla che avrebbe schieraro in campo lui con Nicola Pietrangeli, il celebre tennista ugualmente laziale. E i tifosi si placarono.

In quel decennio che stava cambiando l'Italia proiettandola verso la modernazzizazione e il cambiamento del Costume, Arena incarnava sullo schermo il ragazzo di borgata che si stava emancipando e che pur non avendo studiato riusciva a trovare il suo posto nella società sfruttando l'arte di arrangiarsi.

Renato Salvatori, Marisa Allasio e Maurizio Arena    

"Poveri ma belli", "Belle ma povere" e "Poveri milionari"è il trittico che lo lancia nella Hollywood sul Tevere come uno dei giovani attori più pagati e applauiditi. Con lui in quelle famose pellicole dirette da Dino Risi rimaste nell'immaginario collettivo come esempio di commedie all'italiana spensierate e divertenti, Renato Salvatori, Marisa Allasio e Lorella De Luca.

Maurizio la sera stazionava a via Veneto coi vitelloni dell'epoca, con gli artisti, le attricette e i personaggi un po' folli un po' straordinari di quelle notti romane magiche e travolgenti, collezionando una serie di love story incredibili come quella con Linda Christian ex moglie del grande Tirone Power e madre della piccola Romina futura signora Carrisi.

Ma la storia che fa il giro del mondo è quella che vive con Beatrice di Savoia, detta Titti, figlia dell'ultimo Re d'Italia Umberto II e della regina Maria Josè. Un colpo incredibile che rovescia gli stereotipi delle favole in cui è il principe che conquista l'umile ragazza del popolo.

Maurizio e Linda Christian

Per giorni e notti interi i due vengono seguiti da sciami di fotografi che cercavano di sorprenderli in atteggiamenti amorosi. Una passione bruciante e al tempo stesso turbolenta per l'opposizione della Famiglia reale la loro, che suscita curiosità e anche invidia nei maschi italici e che finisce con la inevitabile rottura tra feroci polemiche.

Ma come spesso accade, nonostante decine di film di successo e un'attenzione mediatica notevole, arriva il momento in cui la fortuna cambia direzione e nonostante sia maturato come interprete (aveva frequentato l'Accademia Sharoff) il bel Maurizio ormai resta ingabbiato nel personaggio che l'ha reso celebre.

In un paese che si avvia velocemente verso il boom economico però quel popolano di belle speranze che sullo schermo cerca di emergere sgomitando non interessa più, nuove storie e nuovi attori sono all'orizzionte lasciando indietro chiunque non sia in grado di tenere il passo.

il principe fusto e la principessa vera

Il principe fusto non funziona più e da protagonista assoluto Arena diventa prima comprimario, poi caratterista, sino ad essere chiamato solo per ruoli sempre più secondari e per film di serie B. Finisce insomma ai margini come se fosse il rappresentante di un "come eravamo" che non interessa più nessuno.

A quel punto la svolta, Maurizio ha una crisi mistica, comincia ad ostentare una sorta di religiosità oltre ogni limite e millanta di possedere doti di guaritore donategli direttamente da Dio, grazie alle quali afferma di far sparire ogni male. 

Sono in molti a credergli e nel suo villone di Casal Palocco c’è la fila, anche e soprattutto perché l’ex mister muscolo del rione non chiede soldi in cambio delle sue presunte prestazioni miracolose, al contrario di tanti ciarlatani.

con Celentano nel film Er più

Appesantto dal fisico, con indosso un camicione alla Demis Roussos, Arena è praticamente un altro, non più il fusto latin lover che faceva vibrare i cuori delle massaie ma il guru che fa del bene, un cambiamento che ha del surreale, impensabile per chi lo aveva conosciuto, ma tant'è.

La popolarità così torna di nuovo ai massimi livelli quando a febbraio del 1979 partecipa a una puntata del programma di Maurizio Costanzo "Acquario" in cui dopo l'intervista si alza, si fa il segno della croce e guarda verso la telecamera imponendo le mani in avanti senza dire nulla.

Interrogato subito dopo dall'anchorman riguardo quella messinscena, Arena spiega che quello che ha fatto “arriva dove deve arrivare” invitando chi abbia tratto dei benefici dal suo gesto a scrivere alla redazione. E furono centinaia le lettere che arrivarono tanto che vennero racccolte in un libro. 

guaritore in diretta da Maurizio Costanzo

A novembre i riflettori della tv si accendono di nuovo su di lui, per un'intervista sugli anni della Dolce vita e i paparazzi, in cui il buon Maurizio va a ruota lbera racccontando la sua vita, è un documento importante, che riproponiamo, perchè ci offre un suo ritratto inedito, l'ultimo, in quanto venti giorni dopo morirà stroncato da un infarto a soli 46 anni.

Oggi Maurizio Arena, all'anagrafe Maurizio Di Lorenzo nato a Roma il 26 dicembre del 1933, avrebbe compiuto 90 anni e vedrete, saranno pochi quelli che lo ricorderanno, troppo datato come personaggio e per lo più completamente dimenticato dai più, giornali e televisioni compresi che con lui ci hanno campato alla grande.

Noi invece lo ricordiamo con piacere per quella simpatia da povero ma bello che regalava a tutti, per quella generosità innata che lo contraddistingueva, come quella volta che si presentò con un pallone nuovo di zecca nella piazzetta vicino casa sua a via di Villa Pampili dove ragazzini giocavamo perchè il nostro si era bucato.

Perchè nonostante Google lo ignori se digiti solo il nome Maurizio proponendo personaggi come Costanzo, Sarri, Gucci, Gasparri, Landini e persino un tal Maurizio del Grande Fratello, Maurizio Arena è stato il simbolo di un'epoca in bianco e nero in cui si sognava un mondo a colori. E scusate se è poco. Auguri Maurì!   

Nessun commento:

Posta un commento

La Lazio è sempre Meravigliosa. Le Pagelliadi

  di FRANCESCO TRONCARELLI 110 e lode alla banda Maestrelli - Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chin...