E pensare che era stata scritta per Donatella Moretti, già vincitrice del Cantagiro, due album all'attivo ed in attesa del brano della svolta per la sua carriera. Ma quando Sergio Cerruti, compagno di Mina, componente degli Squallor ma soprattutto dirigente della casa discografica CBS ascoltò il suo provino ebbe un sussulto.
Alzò il telefono e chiamò Gianni Boncompagni e gli disse: "C'è un pezzo che sarebbe ideale per Raffaella, è pazzesco, vieni subito su". Boncompagni che era il pigmalione della Carrà si precipitò a Milano, ascoltò la lacca del disco e ne fu entusiasta.
Da quella intuizione, nacque il brano che sarebbe diventato il cavallo di bataglia della Carrà e il più
venduto in assoluto fra i suoi 45 giri, con la bellezza di 10milioni di copie in
tutta Europa comprese le versioni in spagnolo, francese ed inglese.
Boncompagni e la Carrà
"Rumore" veniva pubblicato 50 anni fa ma sembra sempre attuale, quel ritmo trascinante sottolineato dai gorgheggi della Carrà è di una modernità incredibile e dà una pista a tanti pezzi nati grazie al computer e cantati con l'autotune come si fa adesso.
Lo compose Guido Maria Ferilli, salentino trapiantato a Milano e autore fra l'altro di "Un amore così grande". Strimpellandolo con la chitarra dal balcone del suo appartamento, si accorse che funzionava perché i ragazzi che giocavano nel cortile del palazzo si fermavano e si mettevano a ballare.
Raffa
Il testo si deve ad Andrea Lo Vecchio ("Donna Felicità", "Luci a San Siro", "E poi..."), e racconta la storia di una donna che decide di lasciare il proprio partner perché “ho deciso che facevo da me”. Ma una sera, sola in casa, sentendo un rumore, vorrebbe “tornare indietro con il tempo”, perché “da sola non mi sento sicura, mai”.
Raffaella Carrà presenta il brano nell'edizione del 1974 di Canzonissima che conduceva al Teatro Delle Vittorie con Cochi e Renato e Topo Gigio e dopo un paio di settimane, il 7 dicembre, il disco entra nella Top ten di Hit parade dove rimane fino al 15 febbraio 1975. Un successo enorme.
in sala d'incisione con Shel Shapiro
Alla registrazione del brano che faceva parte dell'album "Felicità tà tà", erano stati chiamati alla batteria Tullio
De Piscopo, al basso Gigi Cappellotto e alle chitarre Andrea Sacchi e
Shel Shapiro, ex frontman dei Rokes ("Che colpa abbiamo noi, "Bisogna
saper perdere") che curò anche l'arrangiamento del pezzo e la direzione
dell'orchestra.
Ovviamente il balletto messo su da Raffa sui movimenti suggeriti da
quella vecchia volpe di Don Lurio, fu la molla che fece colpo sui
telespettatori. Introdotto da una cantilena ritmata, il brano ha il
momento clou nell'espressione "cuore batticuore", sottolineata dalle
vibrazioni prolungate delle casse in un crescendo continuo, che creano un effetto discoteca e preludono il
gran finale.
la cover spagnola
L'esibizione/interpretazione della Carrà così è diventata un cult della televisione italiana. Un filmato che registra il picco di ascolti ad ogni riproposizione (Techetechetè, trasmissioni monografiche o speciali rievocativi) come fosse la prima volta.
Raffa in camicetta e pantaloni a zampa d'elefante, si muove sino a contorcersi a tempo di musica e agitando i capelli mentre le luci si accendono e spengono, è una danza sfrenata e spettacolare che coinvolge e cattura l'attenzione.
la causa con la Moretti
Nessuna prima di lei e nessuna dopo di lei è stata capace di realizzare qualcosa di simile per gli effetti dirompenti che suscita. Una canzone che più che altro è un ballo e un ballo che al tempo stesso è una canzone che trascina letteralmente in pista chi ascolta. Un paio di curiosità inoltre arricchiscono la storia di questo brano.
La Carrà registrò il pezzo sulla base gia "confezionata" per la realizzazione del demo inciso da Donatella Moretti, e ci sono addirittura alcuni acuti della Moretti (una voce unica la sua) nel coro che sono rimasti nel disco di Raffa. Per questo ci fu una causa fra le due che però si risolse in un nulla di fatto.
La seconda riguarda il calcio. Il ritornello del brano, divenne un coro da stadio dei tifosi laziali che sostituirono la parola "Rumore" dopo il "na na na na" con "Giorgione", il soprannome di Chinaglia. Era non a caso il 1974 l'anno della Lazio di Maestrelli che vinceva lo scudetto. Anni dopo lo riutilizzarono citando però Beppe Signori.
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