mercoledì 20 marzo 2024

Il primo giorno di primavera

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Oggi è il suo giorno e così il brano dei Dik Dik torna attuale. Una poesia metropolitana di Mogol e musicata da Lavezzi con i celebri assoli dell’organo Hammond. Uno dei 45 giri più venduti della stagione beat


È il primo giorno di primavera ed è il "suo" giorno. All'improvviso torna d'attualità come tutti gli anni quando inizia questa stagione (con l'equinozio, in cui la durata del giorno e della notte sono perfettamente uguali) e questa canzone viene tirata fuori dall'album dei ricordi e riappare in tutta la sua suadente armonia e intrigante musicalità.

Ogni anno è così, è inevitabile, dalla mattina alla sera le radio la ripropongono come allora, quando uscì sul mercato discografico e fece subito colpo, arrivando, 45 giri dopo 45 giri venduto, in testa alla Hit parade condotta dal grande Lelio Luttazzi.

"La canzone regina di questa settimana è "Il primo giorno di primavera" dei Dik Dik!", proprio come oggi, 20 marzo, data ufficiale e astronomicamente certa dell'inizio della stagione del risveglio della natura e quando tutti si ricordano di lei e la fanno tornare regina per un giorno.

Scritta da Mogol insieme a Cristiano Minellono nel '69 su musica dell'ex dei Camaleonti Mario Lavezzi che da quel momento diventerà uno degli autori più bravi e preparati del nostro pop ("E la luna busso" Loredana Bertè, "Vita" Lucio Dalla e Morandi, "Stella gemella" Eros Ramazzotti), era stata affidata inizialmente a Vanna Brosio, futura conduttrice televisiva dal sorriso elegante ma dalla debole personalità canora. Non a caso il pezzo passò inosservato.


Fu Mogol che già collaborava insieme a Battisti con Pietruccio, Lallo, Sergio, Mario e Pepe cioè i Dik Dik, a proporre il pezzo al gruppo. Proposta subito accolta, perché il complesso milanese era alla ricerca di un brano dall'impatto forte che potesse bissare il successo di "Senza luce", cover di "A whiter shade of pale" con il quale aveva battuto tutti i record di vendita.

E "Il primo giorno di primavera" così come l'aveva musicato Lavezzi, ricalcava proprio la struttura quasi sinfonica del capolavoro dei Procol Harum. Nacque così la versione dei Dik Dik che tutti conoscono, riarrangiata con quell'intro di organo Hammond molto bello e trascinante rimasto nella storia dei nostri 45 giri.

Ma anche con quel testo in cui si "sente" l'influenza della collaborazione di Mogol con Battisti di quegli anni (Mi ritorni in mente, 29 settembre). E' infatti una storia quotidiana, che racconta con un linguaggio nuovo ed efficace, senza mai cadere nella retorica o nella banalità, di un uomo abbandonato dalla sua donna che si perde in un paesaggio metropolitano fatto di autobus, traffico e gente anonima, mente la primavera, la stagione della rinascita, avanza dopo il buio dell'inverno.

E' una poesia dai contenuti legati alla quotidianità esaltata dalla musica, ed elevata a gioiellino dalle voci ben amalgamate fra loro specialmente negli incisi, dei mitici Dik Dik, band storica del beat italiano che ha regalato emozioni a una generazione ribelle e capellona.

E allora, riascoltiamola oggi che è il suo giorno, oggi che è il primo giorno di primavera, ne vale la pena.

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