martedì 15 dicembre 2020

Paolo Rossi, l'ultimo gol è per Francesco Nuti

 di FRANCESCO TRONCARELLI

 

Una storia di amicizia, di una grande amicizia, nata grazie a un pallone e proseguita nel tempo, nella vita di tutti i giorni, fino all'epilogo inaspettato che la fa diventare una vicenda struggente.
 
Tutto ha inizio a Coverciano, sul finire degli anni Sessanta. Al Nucleo Addestramento Giovani Calciatori, per il  provino degli Under 14, fanno capolino due ragazzini che sognano di diventare stelle del calcio. Uno si chiama Paolo, l’altro Francesco con un solo anno di differenza di età. 
 
Pochi anni dopo sarebbero diventati due campioni. Paolo che di cognome fa Rossi nel calcio, Francesco che di cognome fa Nuti, nel cinema. Le loro strade si sarebbero divise ma entrambi sarebbero diventati beniamini del pubblico.

Prima del provino davanti ai tecnici della Federazione e i vari osservatori delle squadre, dormono nella stessa stanza. Fanno due chiacchiere, ridono, si raccontano i loro sogni.

In campo Francesco è centrocampista e Paolo attaccante. Francesco è bravino, si muove con facilità e tocca bene la palla, ma quando vede giocare Paolo capisce che non sarà mai in gamba come lui. E che forse i suoi sogni resteranno tali.


Quando era veramente Pablito

"Sapete chi dormiva accanto a me?", ricorda Nuti nella autobiografia Sono un bravo ragazzo. "Lo vidi giocare e capii subito che le mie chance di fare una luminosa carriera erano ridotte al lumicino. Quel ragazzino che dormiva nella stanzetta e giocava con me era Paolo Rossi, Pablito, il Re dei Mondiali del 1982".

Quell'incontro, era ricordato con affetto anche da Rossi nel suo libro "Quanto dura un attimo". Così infatti scriveva il goleador: "Rossi piace a Nuti. Nuti piace a Rossi. E questo sarà per sempre". E così è stato.

Passano gli anni e i due ogni tanto si ritrovano, s'incontrano e ricordano sorridendo quella loro prima volta così particolare. Tra loro c'è sempre una simpatia reciproca. Entrambi poi raggiungono il successo. Sono due numeri uno. Poi Francesco entra in un triste calvario che tuttora lo rende infelice.
 
Due anni fa Enio Drovandi, comico toscano protagonista di tanti film degli edonisti anni Ottanta, cerca Pablito per un docufilm su Nuti che vuole realizzare. L'ex azzurro accetta subito. Gratis, come tutti gli altri attori chiamati, ovvero i vari Boldi, De Sica, Muccino, Fiorello, Enrico Montesano, Sabrina Ferilli e Pippo Baudo.
 
Paolo Rossi e Drovandi sul set
L’idea del regista è stata di far rigiocare insieme quella partita del loro provino, a 50 anni di distanza, come se fosse una gara del Mondiale. Legare quella partitella tramite il pallone che i due si passano, al match storico contro la nazionale tedesca.
 
Il pallone doveva entrare e uscire dalla ripresa, per unire quelle due immagini. Francesco avrebbe dovuto passare in qualche modo la palla a Paolo, come avevano fatto quel giorno da ragazzini al centro federale, ma come? In un modo incredibilmente geniale e tipicamente cinematografica. 
 
Vengono recuperate le immagini della sforbiciata eseguita dall'attore che chiude il suo film “Tutta colpa del paradiso”. Nuti colpisce la palla con destrezza, questa arriva a Rossi e lui, con la stessa maglia numero 20 di quel Mondiale entrato nella Leggenda segna. Di nuovo alla Germania Ovest.
 
La sorpresa nella bellezza della scena, è data proprio dalla storica maglia del trionfo spagnolo. Pablito l'ha presa in prestito dalla mostra itinerante sulle Maglie degli azzurri che durante le riprese, era a Forte dei Marmi. E' andata a prenderla in prestito e l'ha indossata in campo.
 
Francesco Nuti e la sforbiciata in Tutta colpa del paradiso
Una scena che la dice lunga sulla semplicità dell'uomo Paolo Rossi: "Si presentò al Melani di Pistoia con uno zainetto con dentro quel cimelio ricorda Drovandi -. 'Posso cambiarmi lì?', chiese, indicando un angolo del campo. 
 
"Rimasi a bocca aperta, avevo davanti un campione del mondo, vincitore del Pallone d'oro, che si cambiava davanti a tutti come se stesse per fare una partita di calcetto. Finita la scena rimise tutto nel suo zaino, strinse la mano a tutta la troupe e se ne andò” 
 
Trentasei anni dopo, quella maglia col numero 20 tornava sulle spalle del calciatore che aveva fatto sognare l'Italia, e lui segnava di nuovo. L’ultimo gol della sua vita. Su assist di un vecchio amico, che di nome fa Francesco Nuti.

Il film intitolato "Ti vogliamo bene Francesco Nuti", girato negli ultimi due anni, come tante altre pellicole realizzate in questo periodo è fermo ai box causa Covid. Paolo Rossi che vi aveva partecipato con entusiasmo in segno di amicizia verso quel compagno di sogni lo aspettava con curiosità e affetto. 

Adesso per tutti resterà questo ricordo. E quello di una bella storia iniziata fra due ragazzini che sogavano di conquistare il mondo con il pallone e che è finita con un gol. Il più bello di tutti.

2 commenti:

  1. Incredibile storia non sapevo della amicizia tra rossi e Nuti.
    Grazie Francesco che ci regali queste perle di vita preziosissime.

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  2. Bellissima come ricordi e come assolute novità che molti non sapevano, come del resto io. Francesco Troncarelli non cessa mai di meravigliare con le sue splendide recensioni 👏👏👏

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