giovedì 28 ottobre 2021

Lazio, ci pensa Pedro. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pe' - Il meglio di Santa Fè ha tolto le castagne dal fuoco al Comandante e la Lazio dalle polemiche. Col suo eurogol che certifica la sua bravura ed esperienza, ha regalato tre punti preziosi ai compagni di squadra, per tornare a correre (sperem) nel campionato. E il gioco? Latita, come Messina Denaro numero uno dei ricercati italiani. Del resto dice che il cantiere è sempre aperto, anche se molti non si preoccupano di lavorare. La vittoria comunque ci sta ma non c'è tempo di goderla appieno perchè sabato già si rigioca a Bergamo. E là, a casa di Gasperino che ancora se sta a lamentà del mani de Bastos, si capiranno molte cose. 

7+ a Lazzari alzati e cammina - Nel buio totale del primo tempo, è stato la lampada Osram dell'Olimpico. Lucente e punto di rifermento come quella che stava alla Stazione Termini cantata da Claudio Baglioni. Solo lui infatti ha fatto qualcosa: corso, driblato e dopo una maratona porta a porta ha tirato. L'unico tiro nei primi 45 minuti. Bravo.

7 a chiedimi se sono Felipe - Impeccabile. Come Amadeus, gallina dalle uova d'oro della Rai coi suoi programmi. Non ne sbaglia uno.

6 e mezzo al Sergente - E' uscito alla distanza dopo un'amnesia da paura nella prima parte della gara, tornando ai suoi livelli con l'assist al bacio per il pupillo della Carrà. Da quel momento ha preso fiducia con se stesso. Come Biagio Izzo a Tale e quale che invece di fare pena come al solito ha iniziato a fare piangere. Ed è sicuramente già qualcosa.

6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - La squalifica gli ha fatto bene. Niente selfie, niente social, più concentrazione. Avete presente Morgan a Ballando con le stelle? Un piccolo Roberto Bolle.

6+ a Massimo Di Cataldo - Se la Lazio è un cantiere aperto, lui è il geometra responsabile dei lavori. Tomo tomo cacchio cacchio s'è conquistato il suo posto dopo anni di ostracismo. E questo può far solo bene a lui e a noi. L'unico romano in squadra va tutelato come il panda.

6 a Ciro il grande - Un gol dal mito. Daje ti stiamo aspettando tutti.

6 a Totò Riina - Spettatore non pagante. Ma vigile, come quello che dirige il traffico a piazza Venezia. E infatti è stato lui col lancione al 52° a innescare l'azione del gol. E scusate se è poco.

6 a Maru (sic) - Poco fumo e tanto arrosto cucinato al punto giusto. Ha seguito i consigli di Suor Germana: "Non eccedere mai nella cottura, appena la carne si scurisce, toglierla subito dal forno". E così sia.

6- a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso in vacanza all'Olimpico, potevamo aspettarci una ripartenza sulla fascia, un sombrero volante o dribbling ficcante? Ma de che, sarebbe stato come illudersi che Renzi parli correttamente l'inglese o il desaparecido Di Pietro l'italiano. Il figliol prodigo del resto è così, prendere o lasciare. Scommettiamo ancora sul prendere, sperando che non sia in quel posto. 

5 e mezzo a Lupo Alberto - La scena madre che la dice tutta sul suo stato psicofisico si è avuta all'80°. Da bordo campo è stato chiamato il cambio per fare entrare Basic Istinct e lui si è incamminato verso la panchina, il fatto però è che doveva uscire il Sergente e non lui con tutti i problemi con se stesso e il mondo che lo circonda che si porta appresso. C'era una volta il Mago che incantava le platee coi suoi numeri ora c'è Calimero il pulcino piccolo e nero con relativa sindrome da vittimismo. Una storia infinita. Sipario.






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