sabato 30 ottobre 2021

Lazio, la Dea è bendata. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI

9 al Ciro d'Italia - Se sei due volte in vantaggio e due volte vieni ripreso nei minuti di recupero vuol dire che qualcosa non va, sicuramente a livello di concentrazione, ma anche a livello di fortuna. La Dea infatti nei nostri confronti è stata veramente bendata come da leggenda mitologica. Tra l'altro la Dea è anche il simbolo dei nerazzurri e non poteva quindi andare diversamente. La Lazio però ha giocato una grande partita, di contenimento, gestione della palla e ripartenze che aveva fruttato due bei gol per un vantaggio più che meritato, disperso scelleramente però nei finali dei due tempi. Copertina d'obbligo al bomber de noantri che con la rete numero 159 ha raggiunto il mito Piola. Tutto era iniziato a Bergamo con il suo primo gol in una partita vinta 4 a 3 nel 2016, e sempre su questo campo si è chiuso il cerchio. Bravo Ciro, sei un grandissimo!

8+ a Pedro Pedro Pedro Pe' - Ancora lui si conferma il meglio di Santa Fè e dintorni. Quando parte non ce n'è per nessuno. Grati ancora per la lungimirante scelta di Mourinho che non l'ha ritenuto all'altezza del suo progetto. Fantastico.

8 a Massimo Di Cataldo - Il migliore. Una prestazione sontuosa, da navigato calciatore nei meandri del campionato. L'unico romano in squadra va tutelato come i Panda e sostenuto a prescindere, ma lui, finalmente ha dimostrato di essere diventato grande. Non più ragazzino spostate e lasciaci lavorare, ma tessitore di trame calcistiche di grande spessore e finezza tattica. Applausi bello de casa.

7 e mezzo a chiedimi se sono Felipe - Dalla serie D brasiliana ai massimi livelli della serie A italiana. Così è se vi pare, come disse il poeta. A noi ce pare eccome. 

6 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - Da quanto selfeggia de meno funziona de più. L'esatto contrario di Alba Parietti.

6 e mezzo al Sergente - L'ha messi tutti sull'attenti, pure Gasperino er Carbonaro, ma è mancato il suo colpo per il kappao. Provaci ancora SMS.

6+ a Basic Instict - Ha preso consapevolezza dei suoi mezzi. L'assist per il gol record di Ciruzzo è il suo. Provaci ancora Dandy.

6 a Lupo Alberto - Due più due fa quattro, sei diviso due fa tre e così via. Ha fatto il compitino e neanche in bella calligrafia. Nessuna magia, nessun colpo ad effetto dal cilindro. E Silvan tira un sopsiro di sollievo. Sim Salabim e il mago sparì.

5 a Totò Riina - Insufficente. E non solo perchè s'è fatto impallinà come un citrullo in occasione del primo gol, ma anche e soprattutto perchè nonostante abbia rimediato 'na piotta in testa (erano le stesse 100 lire che nel 1990 colpirono Alemao e che ancora girano in quello stadio e che favorirono il 2a0 a tavolino per il Napoli che poi conquistò lo scudetto) si sia rialzato. Un errore imperdonabile per er Panza.

5 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso che da Roma sono arrivati a Bergamo, non ci si poteva aspettare qualcosa di buono. Cartoline da Bergamo alta e caffè al vetro al bar sotto i portici di Bergamo bassa e via. Una gita scolastica e nente più.

5 - a Somarusic - Zapata in occasione del gol del primo pareggio, se l'è magnato in un sol boccone. Una figura pietosa, come quella di Malgioglio vestito da uccello del malagurio da Carlo Conti.

4- - a Hysaj che i papapaveri - Si è tagliato la barba credendo di non essere riconosciuto, una cosa impossibile, brut de brut come lui c'è solo lo spumante riserva Rocca dei Forti e nessun altro. E così gli atalantini lo hanno puntato spesso e volentieri sapendo che si sarebbe aperto prima o poi come il Mar Rosso con Mosè. E infatti nel momento topico della partita, al 94°, invece di opporsi al tiro di De Roon, si è voltato e abbassato facendo passare la palla diretta alla nostra porta. Un movimento plastico che manco Roberto Bolle alla Scala di Milano. Che sfacelo.

2 a sono un pirata non sono un signore -E' sempre l'uomo in più. Per gli avversari naturalmente. E lo si è notato anche in questa sfortunata partita che lo ha visto protagonista in negativo come sempre. Nè più nè meno di Biagio Izzo che arriva sempre ultimo a Tale e quale, con la scusante però che il comico almeno fa ridere, mentre lui fa piangere. Non ne azzecca una che è una come è stato anche questa volta in quei minuti finali che, grazie alla sua dabbenaggine e scarsa attitudine al calcio, hanno scaturito il pareggio orobico. Elefantiaco come un mammifero proboscidato del circo Orfei, immobile come un Moai dell'Isola di Pasqua e statico come una stauta di cera del museo di Madame Tussaud è il quarto mistero di Fatima. E perchè giochi non lo sa neanche Papa Francesco. E così sia. Sipario

Appunti di gioco

 

 


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