sabato 28 dicembre 2024

Lazio, che peccato! Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8+ a Dele ctrl canc alt - La Lazio è una grande squadra. La partita con l'Atlanta lo ha ribadito. Ha fermato infatti la prima in classifica che era venuta all'Olimpico per centrare la dodicesina vittoria consecutiva. Ma Gasperino er carbonaro non aveva fatto i conti con Ricky Tognazzi Baroni che ha proposto un 433 giocando la carta del nigeriano rouscendo a bloccarli. Un primo tempo sontuoso che poteva chiudersi con un bottino migliore. Ovviamente nella ripresa c'è stato il ritorno dei bergamaschi che daje e daje hanno pareggiato grazie ai cambi che hanno fatto la differenza. Che peccato! Ma non si molla. Avanti Lazio avanti laziali!

7 e mezo a Rovella per chi non si accontenta - Il Metronomo dal volto umano, il motorino senza marmitta che scorrazza per la strada, il geometra che coi suoi calcoli tira su un grattacielo. Bravo bravo bravo.

7 a Guendo è bello esse laziali - Se si riuscisse a vincere lo sarebbe ancora di più. Forza Guendovunque il palo la prossima volta lo leviamo lo mettiamo sulla via del Mare con le luci che di notte è buia e vedrai che sarà tutto più facile e vedrai meglio lo specchio della porta.

7 a Gila il mondo gila (Cantagiro 1965, Jimmy Fontana) - Un gigante. Coi piedi educati come si dice. Infatti quando bastona un avversario dice mi scusi signore e quando parte in progressione precisa perdonatemi ma è il mio mestiere.

6 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Come il canone della televisione nella bolletta della luce, una certezza.

6 e mezzo a Castellano e Pipolo - Qull'uno-due all'11° parato da Carnesecca grida vendetta. Provaci ancora Taty!

6 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - Subito un paio di fughe in avanti con relativo passaggio al bacio. Praticamente un altro rispetto al solito. Come Michele Zarrillo che da quando ha messo gli occhiali con la montatura grande e nera sembra Peppino di Capri.

6+ a Patrizia Pellegrini - Tanto fumo e tanto arrosto. Avete presente Lillo senza Greg?

6+ a Dio vede e Provedel - Il suo lo ha fatto. Come Amadeus sul 9.

6+ a Somarusic - È sorprendente che non abbia commesso errori e mostrato orrori, una cosa inaudita che lo pone come rivelazione di questo finale di anno. Rispetto all'andazzo deludente che ha contraddistinto solitamente le sue performance ha chiuso in bellezza, come il sindaco Gualtieri. Poi dicono che i miracoli non avvengono. 

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia e con l'andare del tempo ha fatto la fine di Pino Insegno. È sparito.

6 a Chauna bella pigna - ma non la sa sfruttare. Come Riccardo Rossi che dice sempre le stesse cose e non fa ridere più nessuno.

6- senti che musica coi Tavares - È partito in quarta è finito in folle, cone Morgan. La Freccia biancazzurra che travolgeva tutto senza fermate intermedie,  ultimamente è diventato un accelerato che ferma ad ogni stazione facendo concorrenza al trenino per Ostia che parte da Piramide in orario ma non si sa quando arriva a Castelfusano. Torneranno i treni in orario e con loro anche lui. 

6- - a l'ira di Dia - S'è magnato un gol che pure Enrico Toti co' la stampella avrebbe buttato dentro. Co' tutta la stampella.

6- - a Fidel Castro Villi - Come il.programma di Gigi Marzullo, inutile. Sipario. Buona fine e buon principio a tutti.

sabato 21 dicembre 2024

La Lazio torna a vincere. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI

8 + a Somarusic - Per archiviare la batosta con l'Inter, la Lazio aveva a disposizione un solo risultato, vincere. E così è stato. Non importa come, se c'è stata qualche difficoltà di troppo o qualche carenza nella manovra. Bisognava vincere per tornare a volare come prima più di prima. E la Lazio ha vinto scacciando i fantasmi nerazzurri e riprendendo la sua corsa come tutti volevano. Copertina d'obbligo all'Adamo montenegrino spesso e volentieri contestato che questa volta si è superato regalando alla gente laziale una grande gioia. Bravo!

7 e mezzo a Castellano e Pipolo - Non solo rigorista perfetto ma anche ispiratore di azioni, palleggiatore e grande attaccante. Daje Taty.

7 a Rovella per chi non si accontenta - È il cacio sui maccheroni, la panna sul gelato, il vino a tavola. Quel tocco di classe e intelligenza tattica che dà un senso al tutto.

7 a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque, Guendovai, Guendovieni, Guendo caliente el sol. Guendissimo.

7 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Un gigante. Il fulcro fedele reparto. Il Ministro della difesa. Crosetto è avvisato.

6 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Provvidenziale. Come Carlo Conti dopo la fuga di Amadeus. Specialmente in occasione del nostro raddoppio.

6+ a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria è tornato in pista. Alè.

6+ a Dio vede e Provedel - Con 6 gol sul groppone era difficile entrare in campo e piazzarsi fra i pali. L'ha fatto, magari con incoscienza ma il suo l'ha fatto. Daje su.

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Normale amministrazione. Come un Valerio Staffelli qualsiasi.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. Provaci ancora capitano.

6- a Lisasken dagli occhi blu - senza le trecce la stessa non sei tu. L'Achille Lauro biancoceleste non decolla mai. Una bomba al 30' aveva fatto sperare che si era sbloccato. Ma de che. Manco dar formaro riesce a segnà. Nun je fa credito. 

5 e mezzo all'ira di Dia - Tanto fumo e niente arrosto. Avete presente Alessandro Cattelan? A parte che parla a mitraglia come Mentana ma poi? Boh. Non lo sa neanche lui perché sta lì a Sanremo.

5 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - È partito in quarta è finito in folle. Come il sindaco Gualtieri con Tony Effe.

5 a senti che musica coi Tavares - Il direttissimo per antonomasia. La Freccia biancazzurra in arrivo sul primo binario senza fermate intermedie. Quello che parte è arriva  travolgendo tutto e tutti. Una volta. Perchè a sto giro è sembrato più il trenino per Ostia da Piramide. Si sa quando parte non si sa se arriva. Sipario.

lunedì 16 dicembre 2024

Lazio, che disfatta! Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

6 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Sei gol in casa era da tempo che la Lazio non li prendeva. E stata una disfatta, un'umiliazione, un vero Lunedì nero come quando crollò la Borsa di New York. Anzi, qui il crollo è stato da Torri gemelle. Sei gol sono troppi, veramente troppi. Un verdetto pesante che non ammette giustificazioni. Nonostante un avvio promettente in cui il boccino sembrava nelle nostre mani anzi piedi, la situazione è cambiata con l'uscita dello spagnolo e con l'uno due per gli interisti che in tre minuti hanno praticamente chiuso la partita nel primo tempo. E ridimensionato i sogni di grandezza che tutti abbiamo fatto. 

5 e mezzo a Benigno Zaccagnini - Molto attivo nella prima frazione, si è lasciato travolgere nella ripresa dal non gioco e dalla remissione dei peccati dei compagni di merende. Sic.

5 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - Ma se si perde senza colpo ferire te ce rode. Avoja se te rode.

5 a Pighin-Sanguin-Noslin - Gol sbagliato gol regalato. Quel tiro alle stelle alla Tonetto ha fatto decollare i nerazzurri. Dalla tripletta alla barchetta. E La Lazio è affondata.

5 a Rovella per chi non si accontenta - Doveva prendere per mano la squadra è rimasto negli spogliatoi sotto la doccia.

5 a senti che musica coi Tavares - Una marcia funebre... E poi non è mai partito. È come il tram 8 voluto da Rutelli sindaco: è rinasto al capolinea.

5- a Patric del Grande Fratello - Come Peppe er pantera dei Solisti ignoti: m'hanno rimasto solo.

5- a Dio vede e Provedel - Peggio del peggior Muslera degli esordi. Quello ne prese 4 lui 6. Un tracollo.

5- a Lisasken dagli occhi blu - È partito in quarta è finito in folle. Avete presente Fedez pappa e ciccia co con Vannacci?

5- a Pedro Pedro Pedro Pè -  il meglio di Santa Fè e Trigoria. Ma nelle altre partite.

5- a Lazzari alzati e cammina e Cha una bomba - In due non ne hanno fatto uno buono. Come Ale e Franz.

4- a Somarusic - Sembrava strano che fosse diventato un altro con la cura Baroni. Illusione. È sempre lo stesso, il quarto mistero di Fatima. Nessuno sa perché giochi a pallone. Manco lui. Il raddoppio ce l'ha sulla coscienza. Il quinto lo ha confermato un'apoteosi di nullità. Je rodeva de passà inosservato. Come un Massimo Giletti qualsiasi.

4- aspettando Gigot - Sembrava Mariotto a Ballando con le stelle. In confusione totale. Quello dava i numeri dalla Carlucci., lui li ha fatti. Braccio galeotto, scaraventato a terra come un birillo al bowling, travolto da un insolito destino come Giancarlo Giannini nel film di Lina Wertmüller. Un disastro. E meno male che è uno che mena pensa se era uno che le pijava finiva a Caporetto. Mi dicono che è finita a Caporetto. Sipario.



sabato 14 dicembre 2024

50 anni di Rumore

 di FRANCESCO TRONCARELLI 

E pensare che era stata scritta per Donatella Moretti, già vincitrice del Cantagiro, due album all'attivo ed in attesa del brano della svolta per la sua carriera. Ma quando Sergio Cerruti, compagno di Mina, componente degli Squallor ma soprattutto dirigente della casa discografica CBS ascoltò il suo provino ebbe un sussulto.

Alzò il telefono e chiamò Gianni Boncompagni e gli disse: "C'è un pezzo che sarebbe ideale per Raffaella, è pazzesco, vieni subito su". Boncompagni che era il pigmalione della Carrà si precipitò a Milano, ascoltò la lacca del disco e ne fu entusiasta. 

Da quella intuizione, nacque il brano che sarebbe diventato il cavallo di bataglia della Carrà e il più venduto in assoluto fra i suoi 45 giri, con la bellezza di 10milioni di copie in tutta Europa comprese le versioni in spagnolo, francese ed inglese.
 
Boncompagni e la Carrà
"Rumore" veniva pubblicato 50 anni fa ma sembra sempre attuale, quel ritmo trascinante sottolineato dai gorgheggi della Carrà è di una modernità incredibile e dà una pista a tanti pezzi nati grazie al computer e cantati con l'autotune come si fa adesso.

Lo compose Guido Maria Ferilli, salentino trapiantato a Milano e autore fra l'altro di "Un amore così grande". Strimpellandolo con la chitarra dal balcone del suo appartamento, si accorse che funzionava perché i ragazzi che giocavano nel cortile del palazzo si fermavano e si mettevano a ballare.
 
Raffa
Il testo si deve ad Andrea Lo Vecchio ("Donna Felicità", "Luci a San Siro", "E poi..."), e racconta la storia di una donna che decide di lasciare il proprio partner perché “ho deciso che facevo da me”. Ma una sera, sola in casa, sentendo un rumore, vorrebbe “tornare indietro con il tempo”, perché “da sola non mi sento sicura, mai”. 
 
Raffaella Carrà presenta il brano nell'edizione del 1974 di Canzonissima che conduceva al Teatro Delle Vittorie con Cochi e Renato e Topo Gigio e dopo un paio di settimane, il 7 dicembre, il disco entra nella Top ten di Hit parade dove rimane fino al 15 febbraio 1975. Un successo enorme.

in sala d'incisione con Shel Shapiro
 Alla registrazione del brano che faceva parte dell'album "Felicità tà tà", erano stati chiamati alla batteria Tullio De Piscopo, al basso Gigi Cappellotto e alle chitarre Andrea Sacchi e Shel Shapiro, ex frontman dei Rokes ("Che colpa abbiamo noi, "Bisogna saper perdere") che curò anche l'arrangiamento del pezzo e la direzione dell'orchestra.
 
Ovviamente il balletto messo su da Raffa sui movimenti suggeriti da quella vecchia volpe di Don Lurio, fu la molla che fece colpo sui telespettatori. Introdotto da una cantilena ritmata, il brano ha il momento clou nell'espressione "cuore batticuore", sottolineata dalle vibrazioni prolungate delle casse in un crescendo continuo, che creano un effetto discoteca e preludono il gran finale.

la cover spagnola
L'esibizione/interpretazione della Carrà così è diventata un cult della televisione italiana. Un filmato che registra il picco di ascolti ad ogni riproposizione (Techetechetè, trasmissioni monografiche o speciali rievocativi) come fosse la prima volta.
 
Raffa in camicetta e pantaloni a zampa d'elefante, si muove sino a contorcersi a tempo di musica e agitando i capelli mentre le luci si accendono e spengono, è una danza sfrenata e spettacolare che coinvolge e cattura l'attenzione. 
 
la causa con la Moretti
Nessuna prima di lei e nessuna dopo di lei è stata capace di realizzare qualcosa di simile per gli effetti dirompenti che suscita. Una canzone che più che altro è un ballo e un ballo che al tempo stesso è una canzone che trascina letteralmente in pista chi ascolta. Un paio di curiosità inoltre arricchiscono la storia di questo brano.
 
La Carrà registrò il pezzo sulla base gia "confezionata" per la realizzazione del demo inciso da Donatella Moretti, e ci sono addirittura alcuni acuti della Moretti (una voce unica la sua) nel coro che sono rimasti nel disco di Raffa. Per questo ci fu una causa fra le due che però si risolse in un nulla di fatto.
 
La seconda riguarda il calcio. Il ritornello del brano, divenne un coro da stadio dei tifosi laziali che sostituirono la parola "Rumore" dopo il "na na na na" con "Giorgione", il soprannome di Chinaglia. Era non a caso il 1974 l'anno della Lazio di Maestrelli che vinceva lo scudetto. Anni dopo lo riutilizzarono citando però Beppe Signori.

mercoledì 11 dicembre 2024

Gianni Morandi 80 anni cantando

di FRANCESCO TRONCARELLI

C'era un ragazzo che come noi amava la musica e le canzoni, veniva da Monghidoro, un paesino dell'Emilia e a 18 anni era già Gianni Morandi, conosciuto da tutti e ovunque grazie ai juke box e la televisione.

Quel ragazzo "andava a 100 all'ora" e perciò ne ha fatta di strada, ne ha incisi di dischi, ne ha vinte di manifestazioni, una marcia inarrestabile e trionfale che lo ha fatto diventare uno degli artisti più amati dal pubblico che oggi festeggia i suoi 80 anni.

Gianni sempre Gianni, fortissimamente Gianni, "l'eterno ragazzo" della musica leggera che ha regalato emozioni a non finire con i suoi brani ballati nelle feste in casa e che sono stati una vera e propria colonna sonora di intere generazioni.

Non si contano i suoi successi, da 'In ginocchio da te' a 'Scende la pioggia', da 'Notte di ferragosto' a 'Canzoni stonate', da 'Occhi di ragazza' a 'Banane e lamponi', da 'Un mondo d'amore' a 'Se perdo anche te', da 'La mia nemica amatissima' a 'Uno su mille', da 'Fatti mandare dalla mamma' a 'Si può dare di più' con cui vinse insieme a Tozzi e Ruggeri il festival.

Un elenco infinito che si è tradotto in 50 milioni di dischi venduti, vittorie al Cantagiro, Canzonissima e Sanremo, decine di film, musicarelli e non solo e tantssime trasmissioni televisive sia come ospite che come conduttore. Come dire tutti cantano Morandi, Morandi canta per tutti.

Con quel carattere solare improntato all'ottimismo, Gianni è riuscito a superare anche gli inevitabili momenti di difficoltà. Quando con l'avvento dei cantautori la sua popolarità calò vertiginosamente, si rimboccò le maniche e s'iscrisse al Conservatorio per diplomarsi in Contrabasso. Una ripartenza da zero in attesa di tempi migliori che ovviamente tornarono. 

L'inossidabile per antonomasia del nostro pop festeggerà le 80  candeline diffondendo su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco 'L'Attrazione', composto dall'amico e compagno di avventure Lorenzo Jovanotti. Ma soprattutto seguendo questa sera la sua squadra del cuore il Bologna, nella partita di Champions a Lisbona contro il Benfica.

Da anni Gianni è anche sui social, dove mantiene un costante e genuino filo diretto con il pubblico, che lo ha portato a raggiungere oltre 3milioni di follower su Facebook. Come una rockstar.

Figlio di un calzolaio che amava Claudio Villa (suo rivale storico) e di una lavandaia, Gianni ha iniziato a cantare da bambino prodigio e in calzoni corti alle feste dell'Unità per un cachet di mille lire e un ghiacciolo a serata e da allora non si è più fermato.

Da ricordare anche la passione sportiva fra pallone e podismo che ha accompagnato la sua vita. Ha fondato nell'81 con Mogol la Nazionale italiana cantanti impegnata nella solidarietà e ha corso una decina di maratone tra cui quella di New York per tre volte, oltre a più di quaranta mezze maratone.

È stato sposato due volte e ha avuto quattro figli: Marianna e Marco da Laura Efrikian (Serena, nata nel '67, ha vissuto solo poche ore) e Pietro - anche lui musicista, con il nome d'arte di Tredici Pietro - da Anna Dan, con la quale il mese scorso ha raggiunto il traguardo del trentesimo anniversario. 

Così come da quasi trent'anni è commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana, mentre la sua Bologna nel 2022 gli ha conferito il Nettuno d'oro, una benemerenza destinata a chi ha onorato la città con la propria attività professionale e pubblica.

C'era un ragazzo che come noi amava la musica e le canzoni e una vita dopo le ama ancora cantandole per tutti. Auguri Gianni!

lunedì 9 dicembre 2024

Scende la pioggia...

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Quanto è bello esse laziali e se si vince e tutti remano insieme verso la stessa direzione è ancora più bello. Pure se diluvia.

Scende la pioggia ma che fa, aveva ragione Gianni Morandi, al Maradona diluviava ma la Lazio giocava una delle sue partite più tattiche, più intelligenti, più spettacolari nell'esecuzione dei movimenti. 

Scende la pioggia ma Lisasken dagli occhi blu finalmente libero da lacci e lacciuoli che gli impedivano di spiccare il volo, t'inventa un gol da antologia.

L'assist è di Pighin-Sanguin-Noslin, l'eroe di Coppa che si ripete nell'exploit talentuoso. Un lancio al bacio che arriva sul più bello, come in film.

Il bimbo chiama e il biondo risponde mentre scende la pioggia e la gente laziale esulta quasi incredula di cotanta grazia.

È la filosofia di Ricky Tognazzi Baroni che vince sul parrucchino di Conte e tutti i suoi sodali. La Lazio è più forte della pioggia e dei torti arbitrali che gli hanno negato il primo posto. 

Tutti per uno uno per tutti non si molla un centimetro e anche se piove c'è sempre un raggio di sole che illumina la giornata, ha un nome storico che sa di classe e passione, si chiama Lazio...

 

domenica 8 dicembre 2024

Lazio, vedi Napoli e poi vinci. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - Signore e signori alzatevi in piedi e battete le mani alla Lazio, la squadra che seguendo gli insegnamenti di Ricky Tognazzi Baroni è lassù "sempre più in alto" come diceva Mike Bongiorno e ha battuto pure il Napoli che era capolista. Dopo la vittoria dell'Olimpico, la vittoria al Maradona, che spettacolo, che gioia, che emozione. Vedi Napoli e poi...vinci, a casa nostra e a casa loro. Siamo una squadra fortissimi per dirla con Checco Zalone e lo siamo grazie a tutti i nostri ragazzi. Copertina d'obbligo all'Achille Lauro biancoceleste autore di un gol spettacolare, veramente bello. Applausi per lui meritatissimi dopo tante polemiche e chiacchiere in libertà. Avanti Lazio avanti laziali!

8 a Pighin-Sanguin-Noslin - Ancora lui, l'eroe della Coppa Italia, non ha segnato ma  c'ha messo lo zampino. E che zampino, no zampone, se lo pija Fiorucci è cotechino co' le lenticchie.

7 e mezzo a Guendo ovunque - Guendovai, Guendo caliente el sol, Guendo è bello esse laziali quando se vince. 

7 a Dio vede e Provedel -  Bentornato numero uno. 

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - La classe non è acqua e sotto il diluvio del San Paolo ce sguazza. È stato preziosissimo. Come Valerio Staffelli col Tapiro a Striscia.

6 e mezzo a Somarusic - Un altro. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando si tinge i capelli biondo cenere sembra la sora Lella.

6 e mezzo a Dele ctrl canc alt - C'ha un siluro nel piede. Ancora sta a tremà la traversa! 

6+ a Patric del Grande Fratello - una certezza. Avete presente Stefano De Martino con Affari tuoi? 

6+ a Gila il mondo gila (cit. Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Il mastino dal volto umano. Azzanna e morde le caviglie azzurre che è una bellezza. Avanti così senza guinzaglio e tanta grinta.

6+ a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria fa sempre la sua figura pure da pensionato. Come Pippo Baudo.

6+ a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Francobollatore implacabile, ha retto bene il reparto finche gli ha retto la pompa. Forza Alessio.

6- all'ira di Dia - Speciale Chi l'ha visto mercoledì prossimo sull'attaccante biancoceleste che è sparito cone Mariotto a Ballando con le stelle. Testimonianze del giardiniere di Formello che è stato l'ultimo a giocare con lui a mosca cieca.

6- a Castellano e Pipolo - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Riccardo Rossi? 

6- a senti che musica coi Tavares - È come il trenino per Ostia, non è mai partito. La Freccia biancazzurra è rimasta al palo, manco avesse aderito allo sciopero dei treni. Dategli l'aumento e alzate la sbarra del passaggio al livello e vedrete che non si ferma più. Sipario.


giovedì 5 dicembre 2024

Addio Mario Tessuto

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Se n'è andato Mario Tessuto, uno dei cantanti più popolari negli anni Sessanta, interprete acclamato di  "Lisa dagli occhi blu", un brano che ha fatto epoca e che ancora oggi viene ricordato con nostalgia perchè legato ai primi amori scolastici che tutti hanno vissuto nella propria vita.

L'ennesima scomparsa di un artista in questo 2024, che si sta confermando vero e proprio annus horribilis per le morti di personaggi famosi che hanno regalato emozioni a tutti con il loro talento e le loro attività.

Milanese d'adozione, aveva 81 anni ed era nato nel casertano, a Pignataro Maggiore dove era stato registarto all'anagrafe come Mario Buongiovanni (questo il suo vero nome). Figlio di una coppia di operai emigrata al Nord aveva mosso i primi passi nella musica nel Clan di Celentano, dove era stato presentato da Livio Macchia dei Camaleonti.

Col passaggio alla CGD, con cui riesce a partecipare al Cantagiro 1966 con "Teen agers concerto", il vero inizio della carriera e i  primi concerti di piazza con un complesso che lo accompagna. Col nome curioso e scanzonato che ha dato al gruppo, ovvero "Mario Tessuto e i Suoi Filati", comincia a farsi conoscere dappertutto.

Il grande successo arriva nel 1969 con "Lisa dagli occhi blu" scritta da Giancarlo Bigazzi per il testo e da Claudio Cavallaro per la musica. La canzone, seconda classificata a "Un disco per l'estate", diventa in breve tempo una delle più vendute dell'anno, oltre che uno dei brani simbolo degli anni Sessanta.

Ne viene ance tratto un omonimo musicarello diretto da Bruno Corbucci con un cast ricco di nomi di rilievo come Silvia Dionisio, Gino Bramieri e Nino Taranto. Il disco rimane in classifica tra i primi dieci per quindici settimane, restando al primo posto due settimane dal 16 al 23 luglio e ritornandoci per altre quattro settimane dal 20 agosto al 10 settembre.

Il brano ha avuto anche un riscontro internazionale. Nicola di Bari infatti incise la versione in castigliano con il titolo Lisa de los ojos azules, uscito in Argentina e Cile ed inserito nella raccolta Los grandes éxitos de Nicola di Bari che ebbe un ottimo successo in tutta l'America latina.

Nello stesso anno viene anche pubblicata "Nasino in su" scritta sempre da Bigazzi e Cavallaro che, pur entrando in hit parade, non ripete il boom del 45 giri precedente, così come "Blu notte blu", scritta da Mogol per il testo e da Mario Lavezzi per la musica.

Le serate comunque non mancano come le apparizioni televisive ed ovviamente Sanremo. Partecipa infatti al Festival con Orietta Berti con "Tipitipitì" brano alllegro e di facile presa.

Il 1970 è anche l'anno in cui partecipa alla celebre cavalcata da Milano a Roma effettuata da Mogol e da Lucio Battisti dal 21 giugno al 26 luglio, con l'incarico di effettuare le riprese che saranno sonorizzate in seguito da Battisti nello studio casalingo di Tessuto, una vera e proria chicca dal valore storico.

Benvoluto da tutti e dal carattere solare, Mario non riuscirà a restare sulla cresta dell'onda nonostante incisioni di livello come la cover in italiano del successo di Eric Carmen "All by Myself" ovvero  "Rivoglio lei" con il testo di Cristiano Minellono.

Nel corso degli anni Settanta si è così dedicato all'attività di autore per altri interpreti, nel 1976 ad esempio ha scritto per Loredana Bertè "Meglio libera" (in collaborazione con Daniele Pace e Oscar Avogadro per il testo e con Umberto Napolitano per la musica) e nel 1984 "Utopia" per Pascal.

Ha continuato comunque la sua attività con recital e partecipazioni a trasmissioni televisive come i Migliori anni riscuotendo sempre successo e diventando anche un'identità nascosta del gioco i Soliti ignoti.

Come altri cantanti della sua generazione, ha avuto la fortuna di partire subito col piede giusto incidendo una canzone di successo, ma questa prerogativa felice, paradossalmente si rivelata una sorta di freno che non gli ha permesso di mantenere lo stesso livello nel prosieguo dell'attività. 

Era in ogni caso un ottimo artista, perchè conosceva la musica ed aveva fatto la gavetta, come si usava una volta. A 81 anni lo ha tradito il cuore, quel cuore che aveva fatto battere forte a tutti gli adolescenti che nelle Seconde B delle loro scuole si erano innamorati della loro Lisa e l'avevano stretta forte ballando la sua canzone nelle feste in casa. Addio Mario... 


Addio Gianni Meccia

  di FRANCESCO TRONCARELLI

Il barattolo non rotola più e il pullover è finito in armadio insieme allo smoking che lo ha accompagnato in tante serate. Gianni Meccia se n'è andato in punta di piedi aggiungendo il suo nome alla lunga lista di artisti deceduti in questo 2024 da dimenticare.

Ma la sua scomparsa però è stata particolare, di sicuro anomala rispetto a quella degli altri personaggi che ci hanno lasciato, perchè è passata inossevata, Meccia infatti è morto addirittura il 9 aprile ma non ne ha parlato nessuno.

Se non fosse stato per i social che hanno diffuso la notizia, non si sarebbe saputo della sua scomparsa. Tv e giornali l'hanno ignorata, dimostrando la scarso attenzione nei confronti di chi è stato un protagonista della nostra scena musicale.

Un silenzio immotivato e ingeneroso che la dice lunga su chi si occupa di Spettacolo senza un minimo di competenza, preferendo all'approfondimento il copia e incolla dei comunicati degli uffici stampa dei tanti sconosciuti che affollano la scena attuale.

Eppure Gianni Meccia non era una meteora della musica leggera, tuttaltro. È stato il primo cantante ad essere definito "cantautore". Prima di Paoli, Tenco, De Andrè, De Gregori, Venditti e compagnia bella. Mica l'ultimo arrivato quindi.

Il termine fu appositamente coniato da Ennio Melis e Vincenzo Micocci della RCA per lanciarlo e in considerazione che, al contrario delle maggiorparte degli artisti della prestigiosa casa discografica di via Tiburtina, i pezzi Meccia se li scriveva e musicava da solo.

Si era trasferito a Roma a metà dei Cinquanta in cerca di gloria, vivendo alla giornata tra comparsate, doppiaggio ed esibizioni nei locali notturni, l'incontro con Franco Migliacci che lo porta alla RCA, fu la svolta per la sua carriera.

Col primo disco che incide "Odio tutte le vecchie signore" scoppia subito lo scandalo. Lo presenta al Musichiere di Mario Riva, ma quel testo ironico e più da cabaret che da canzone, lo fa bollare come indesiderabile per la Rai.

Si cambia musica allora ed è il boom. Col "Barattolo" infatti scala i veritici delle classifiche in poco tempo e diventa un personaggio da copertina. Il 45 giri con quel titolo così insolito, dà il via ai favolosi Sessanta ed è il primo disco in cui il grande Ennio Morricone ha speso la sua creatività.

Ingaggiato dalla casa discografica come arrangiatore, il maestro ha l'idea vincente per caratterizzare il brano. Dopo varie prove prende un barattolo e lo fa rotolare con uno spago sopra uno scivolo con una superficie ricoperta di ghiaia e cemento, incidendone il rumore con un microfono ad asta. 

Il successo è replicato dal singolo successivo "Pissi pissi bao bao" e, alla fine dell'anno, da "Il pullover", canzone morbida e avvolgente proprio come il maglione che pare riproporre il calore dell’amata e che Meccia racconta di aver ironicamente concepito quando un gregge di pecore attraversava via Nomentana davanti alla sua auto. 

Nel 1961 debutta al Festival di Sanremo con il brano "Patatina", scritto insieme a Franco Migliacci e cantato in coppia con Wilma De Angelis, pezzo tornato d'attualittà recentemente per reclamizzare una nota marca di patatine fritte.

 

Naturalmente la grande popolarità gli aprì le porte del cinema, niente di trascendentale ovvio, si trattava di musicarelli, pellicole nate sulla scia di una canzone di successo o che riunivano artisti sulla cresta dell'onda, ma che incassavano fior di milioni di lire e riempivano le sale.

Citiamo fra i tanti "Nel blu dipinto di blu (Volare)" con Domenico Modugno, "I ragazzi del Juke-Box" con Celentano, Fred Buscaglione e Tony Dallara, "Urlatori alla sbarra" sempre con Celentano, Mina, Joe Sentieri, i Brutos e addirittuta Chet Baker, "Io bacio... tu baci" con Mina, Peppino di Capri, il Molleggiato, Jimmy Fontana.

Come autore continua a scrivere canzoni, alcune anche con buon successo, come "I ragazzi vogliono sapere" per Mary Di Pietro, "Era la donna mia" per Robertino, "Il plip" per Rita Pavone che lancia l'omonimo ballo e "Uno dei mods" per Ricky Shayne che diventa una sorta di inno per i giovani aspiranti ribelli senza voglia però. 

Il suo più grande successo da autore è però "Il mondo", scritta insieme all'amico Jimmy Fontana per il testo su musica di Carlo Pes, Lilli Greco e dello stesso Jimmy Fontana che la incide e che diventa un successo internazionale. 

Sua la frase "il mondo, non si è fermato mai un momento...", che tutti conoscono e ripetono ascoltando la canzone arrangiata sempre da Morricone che è stata un simbolo di quegli anni in cui la musica era una parte fondamentale del cambiamento del costume e della società.

Come autore al Festival di Sanremo è presente con la canzone "Ma piano (per non svegliarmi)", interpretata da Nico Fidenco e la grande Cher, che non andò in finale ma che grazie alla versione della pop star americana ottenne una ribalta a livello mondiale.

Con Bruno Zambrini, altro nome storico della musica leggera, Meccia fonda una sua casa discografica, la Pull (da Pullover il suo grande successo) che tra gli altri fa nascere anche il gruppo musicale pop I Cugini di campagna, che esploderà con la voci in falsetto.

Zambini e Meccia coi Cugini di Campagna

Un'intuizione azzeccata che svela ancora una volta il suo gusto ironico nella scelta del nome ma anche il fiuto del talent scout navigato. 

Poi, il grande ritorno sul palcoscenico dei locali e su quello televisivo per quasi venti anni, dal 1984 al 2003, insieme a Jimmy Fontana, Nico Fidenco e Riccardo Del Turco con cui forma i Super 4.

Un gruppo di artisti storici del nostro pop che porta in dote le proprie canzoni che hanno fatto epoca e accompaganto generazioni e che danno vita ad uno spettacolo nello spettacolo. 

Ma è un po' il suo canto del cigno, perchè alla fine di questa esperienza incredibile, il sornione Meccia si ritira a vita privata per godersi la meritata pensione di artista.

Niente più apparizioni, niente più interviste, solo relax e buen retiro nella sua bella casa nella provincia romana fino a 92 anni. Poi la parola fine a un'esistenza trascorsa all'insegna delle Sette note, senza l'applauso postumo dei suoi ammiratori e di quanti lo avevano apprezzato, secondo il suo desiderio. 

Probabilmente l'ultimo scherzo di una vita comunque brillante, vissuta tra una provocazione e un gorgheggio per rimanere immortale. Ma per questo c'erano già le sue canzoni. Addio Gianni.

domenica 1 dicembre 2024

Il Var...ma batte la Lazio. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

6 a Castellano e Pipolo - La Lazio dà fastidio è chiaro. Nel giro di 160 secondi è passata dalle stelle alle stalle dopo il gol, bellissimo, annullato al prode Nicolò. Annullato per intervento del Var. Era il segnale che non ci è consentito sognare in grande e dobbiamo rientrare nei ranghi. Poi due salvataggi sulla linea hanno fatto il paio coi due errori che hanno regalato al Parma una vittoria che in casa non vedevano da tempo. Vittoria negata a noi e vittoria propiziata da noi agli altri. Sembra un gioco di parole in realtà è uno schifo intollerabile che arriva dopo lo scandalo dell'arbitraggio in Europa. Testimonial di questa partita falsata e condizionata dal Var, il puntero argentino che al di là delle traversie non si è arreso come del resto tutta la squadra.

6 a Guendo è bello esse laziali - Anche se si perde, ma santo cielo dateve na svejata.

6- a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha fatto centro. E dicono che il rigore non c'era. Un tracollo completo.

6- a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè il migliore. Nelle partite precedenti.

6- a Patrizia Pellegrini - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

5 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Ha ballato alla grande in occasione del loro raddoppio, altro che Bianca Guaccero a Ballando con le stelle.

5 a Rovella per chi non si accontenta - Nel bene e nel male il testimonial di questa partita. 

5 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana. Cantagiro 1965) - Era stato uno dei migliori, poi è naufragato come un Massimo Giletti qualsiasi.

5 a Dio vede e Provedel - Una volta era decisivo. Una volta aveva il 23 dalla sua parte. Stavolta è rimasto al palo. Come i Jalisse esclusi pure da Carlo Conti da Sanremo.

5 a C'ha na bomba - ma nun ce pija manco se te butti per terra.

5- a Lazzari alzati e cammina e Lisasken dagli occhi blu - Sono le gemelle Kessler del nulla. Corrono senza mai saltare l'uomo e soprattutto senza fare un cross decente. Il loro motto è vorrei ma non posso. Hanno fatto più danni a destra loro di Gianfranco Fini. Amen.

5- - a Dele: ctrl canc alt - È sicuramente di un'altra categoria. Ma ovviamente non nel senso positivo. Sembra spaesato in mezzo al campo, manco fosse un marziano sbarcato sulla terra. Totò e Peppino a Milano si muovevano meglio. Lui neanche si muove. Al confronto un palo della luce è più mobile. Canc e via. Sipario.




domenica 24 novembre 2024

La Lazio sbologna tutti. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Benigno Zaccagnini - La Lazio non si ferma più. Questa volta ha battuto il Bologna che non perdeva da una vita. Una squadra messa bene in campo quella felsinea, che ha provato a imbrigliare il gioco dei nostri ragazzi, ma è stato un tentativo rivelatosi vano. Quando i biancocelesti hanno deciso di concretizzare il loro impegno, è cambiata la musica in campo. Una vera sinfonia. Applausi a Ricky Tognazzi Baroni che ha inserito le pedine giuste coi cambi e applausi all'arciere che col suo ennesimo centro ha dato la sicurezza ai compagni e alla gente laziale che la vittoria era sicura. Avanti Lazio avanti laziali!

7 ad aspettando Gigot - Mena come un fabbro e questo si sapeva ma che riuscisse a segnare di testa non era in preventivo. Come Bianca Guaccero in testa a Ballando con le stelle. Daje pirata continua così.

7 a Dele ctrl alt canc - Un gol che dice tutto prima di riavviare il PC. Bravo bravo bravo.

7 a Patrizia Pellegrini - Tanto fumo e tanto arrosto. Avete presente Alessandro Cattelan? L'assist per il capitano è stato il suo. 

6 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - Oh sto Achille Lauro quando vuole è inarrestabile. E rigore poteva essere grazie alla sua caduta. Tornerà utile. Come Pino Insegno.

6 e mezzo a Gila il mondo Gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Ormai è una certezza. Come Carlo Conti.

6 e mezzo a Castellano e Pipolo - C'ha provato da tutti li pizzi ma j'ha detto sempre pedalino. Provaci ancora campeon ma cambiate i calzini.

6 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Metronomo dal volto umano, geometra contro i poteri forti, laziale dell'ultima ora ma laziale fino al midollo.  Avanti così la sua regia è alla Sorrentino, da applausi.

6 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - E non ti fermare più. Il Forrest Gump biancoceleste una dote ce l'ha. Più lo buttano giù più si tira su, come quel caffè di Manfredi. A proposito del Grande Nino, come diceva lui, fosse ca fosse la volta bòna? Sperem, cit. Nereo Rocco.

6+ miei cari amici Vecino e lontani -  Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Massimo Giletti? 

6+ a Guendo è bello esse laziali - e sarebbe anche più bello se invece de magnasse un gol fatto la buttasse dentro. 

6 a Dio vede e Provedel - In attesa che i bolognesi gli facessero un tiro, ha vinto il torneo di burraco coi fotografi assiepati dietro di lui. E scusate se è poco.

6 a Pedro Pedro Pedro Pè - Il meglio di Santa Fè e Trigoria ha dato tutto. Nelle altre partite.

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Normale amministrazione per il difensore de noantri. Li ha tenuti a bada. Peccato non abbia finito il lavoro. Alla prossima. Sipario.

giovedì 21 novembre 2024

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla giocare all'arrembaggio, sempre alla ricerca del gol e della vittoria, come faceva la banda Maestrelli che conosceva bene. 

Sì perchè Alessandro nella sua breve ma intensa vita, aveva gioito e goduto per quella squadra che dominava su tutti i campi d'Italia, e aveva festeggiato come tutti i laziali lo scudetto in quella calda giornata del 12 maggio del 74.

La sua ultima gioia da tifoso che frequentava l'Olimpico e da diciassettenne che si affacciava nel mondo dei grandi con la bellezza e la sfrontatezza di tutti i giovanissimi ricchi di sogni da vivere e di ambizioni da realizzare e che per lui, attore rivelazione del nostro Cinema, erano a un passo.

Momo con Garlaschelli al campo di Tor di Quinto

Alessandro Momo era un predestinato nel mondo dello Spettacolo. Bambino prodigio negli anni Sessanta, interprete di Caroselli insieme a Giusva Fioravanti, poi a neanche quattordici anni, attore dei fotoromanzi Lancio. 

E subito dopo protagonista di un film diventato capostipite delle cosidette commedie sexy che divenne campione d’incassi al botteghino nel 1973. Stiamo parlando di «Malizia», la pellicola cult di Salvatore Samperi che lanciò Laura Antonelli come icona erotica del decennio.

E ovviamente lanciò come attore Momo, rampollo di una famiglia di costruttori molto noti nella Capitale con un volto sbarazzino che lo rendeva simpatico e che nel film praticamente impersonava se stesso, un ragazzino turbato dalle curve di Laura Antonelli che tentava di sedurre in ogni modo, mettendosi in competizione con il padre, Turi Ferro.

la moto Honda

Dopo quel debutto boom, Alessandro si era confermato in "Peccato veniale" film sempre di Samperi, il regista che lo aveva scoperto, in cui recitava nuovamente al fianco di Laura Antonelli, una coppia collaudata per quel genere di film che aveva aperto un filone cinematografico.

Un altro successo annunciato che confermava le sue doti e la sua predisposizione nel calarsi in personaggi di ragazzino e alla scoperta del sesso, che in definitiva piaceva a tutti e che suscitava interesse nel pubblico femminile attratto dal suo fascino di giovane rubacuori. 

Quell’aria sfrontata e impunita del resto aveva fatto colpo anche sulle sue partner già famose e più grandi come l'Antonelli e Agostina Belli con cui, raccontavano le cronache dell’epoca, aveva avuto dei flirt sul set. Senza contare una giovanissima Monica Guerritore che lo chiamava «Sandrino» e che poi confessò: «Ero innamorata da lui ma non riuscii a dirglielo»

I suoi tre film

Ma fu il terzo film, dopo quelle prime esperienze di pellicole comunque commerciali, che lo salutò come interprete dal sicuro avvenire. E non poteva essere diversamente perchè "Profumo di donna" tratto dal romanzo di Giovanni Arpino Il buio e il miele è stato uno dei film più belli di Dino Risi con un Vittorio Gassman in linea con i grandi personaggi della Commedia italiana che aveva interpretato.

Alessandro era cresciuto professionalmente e lo dimostrava in quella pellicola candidata all'Oscar come Miglior film straniero e per la quale il Mattatore fu premiato a Cannes e poi vinse il David di Donatello, il Nastro d'argento, la Grolla d'oro.

Un successo clamoroso e meritato per tutti, regista, sceneggiatori e attori. Ma che Alessandro non potè assaporare perchè morì prima della sua uscita. Se ne andò due mesi esatti prima della prima al Fiamma. Era il 19 novembre del 74, un martedi come quello di 50 anni dopo.

i funerali di Alessandro

Morì schiantandosi sul lungotevere Diaz a tutta velocità, contro un taxi centrato con la moto che gli aveva prestato Eleonora Giorgi, una Honda Cb 750 Four color amaranto che per il codice stradale dell’epoca non avrebbe potuto neanche guidare, visto che non aveva raggiunto i ventuno anni.

La Giorgi era fidanzata con lui e partendo per Londra gliela aveva lasciata. Dopo l'incidente mortale venne indagata dal giudice Scoppelliti (quello che poi nel 91 venne assassinato dalla Mafia) per incauto affidamento.

L’incidente avvenne alle 14 e 35,  l’ora notata dai cronisti sull’orologio di Momo trovato sull’asfalto e fu uno choc vero, sviscerato in ogni particolare e aspetto da quotidiani e stampa scandalistica. Cronache dove indifferentemente comparivano resoconti quasi noir dello schianto e suoi ritratti impregnati di moralismo. 

Scomparso per l'ebbrezza della velocità, una morte da gioventù bruciata, dicevano, quasi a voler sottolineare la somiglianza con la morte del divo americano James Dean avvenuta per un incidente stradale e dopo aver interpretato solo tre film. Come lui.

 

bucava lo schermo

Muore giovane chi è caro agli dei, diceva il poeta, magra consolazione per chi poi dagli umani viene dimenticato. Nessuno ha ricordato in occasione della triste ricorrenza il "giovin attore" che bucava lo schermo.

Giornali e programmi TV che vivono di questi argomenti, lo hanno ignorato come hanno fatto in questi lunghi anni da quel tragico 19 novembre. Resta il dolore per una vita spezzata troppo presto e il rimpianto per una carriera finita appena iniziata.

Già, quali film avrebbe potuto interpretare, quali esperienze avrebbe potuto avere, magari avrebbe ricevuto dei premi, messo su una famiglia, sposato una collega e avrebbe avuto dei figli attori come lui, chissà...

Alessandro riposa da 50 anni al Verano e dopo la scomparsa del padre Gabriele nel 2000, non c'è più un fiore sulla sua tomba. E neanche una lapide su lungotevere Diaz che lo ricordi. 
 



domenica 10 novembre 2024

Lazio avanti tutta! Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Benigno Zaccagnini - La Lazio continua inarrestabile la sua marcia trionfale. Anche il Monza cade sotto i suoi assalti per la gioia del popolo biancoceleste che era da tempo che non viveva emozioni così travolgenti. La Lazio plasmata da Ricky Tognazzi Baroni è una squadra concreta che vince e convince con tutti i suoi giocatori che compongono la rosa. Uno per tutti e tutti per la causa biancazzurra. Non è uno slogan ma la entusiasmante realtà. Copertina d'obbligo all'arciere che dopo aver preso un palo pieno ha scagliato una freccia imprendibile per il malcapitato portiere lombardo. Grazie capitano e ovviamente grazie ragazzi siamo con voi.

7 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Arriva dove gli altri non arrivano come Stefano De Martino che mette tutti in fila i concorrenti televisivi ottenendo il record d'ascolti. La sua bravura è intelligenza tattica l'hanno portato in azzurro. Bene, bravo. bis!.

7 a Dio vede e Provedel - e para quello che c'è da parà.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque, Guendovai, Guendo caliente el sol se li pappa tutti.

6 e mezzo a Miei cari amici Vecino e lontani - Mette tutta la sua esperienza in gioco. Ed è una pedina fondamentale nella scacchiera biancazzurra. Come Carlo Conti nel palinsesto di Rai 1.

6+ a Patrizia Pellegrini e Pighin-Sanguin-Noslin (l'evoluzione della specie) - Buttati nella mischia per fare ammuina. Come Selvaggia Lucarelli e Sonia Bruganelli a Ballando con le stelle.

6+ a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria questa volta non l'ha buttata dietro ma c'ha messo lo zampino in occasione del gol. E va bene lo stesso.

6+ a senti che musica coi Tavares - Quando parte sul primo binario crea sempre scompiglio. Il problema che sto giro è partito solo un paio di volte lasciando a terra molti pendolari. 

6+ a Viale dei Romagnoli. 13 Ostia e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Più posato il primo più incosciente l'altro, ma si completano. Come Lipari e Friscia a Striscia la notizia. Della serie Dio lui fa e poi li accoppia. E loro insieme poi li accoppano tutti.

6 all'ira di Dia - È partito in quarta è finito in folle. Come Roberto Ciufoli a Tale e quale.

6 a Castellano e Pipolo - Te possino Taty, quanti te ne sei magnati. Manco Pannella dei tempi d'oro dopo lo sciopero della fame sarebbe stato capace de divorasseli così.

6 a Lisasken dagli occhi blu - L'Achille Lauro biancoceleste si muove, corre, si marca anche da solo, a volte crossa a volte cozza. Come dire tanto rumore per nulla. Avete presente Riccardo Rossi?

6 a Somarusic - La validità del Mister biancoceleste si può notare anche nel recupero di un giocatore che da sempre era considerato l'anello debole della squadra. A prescindere da chi scendesse in campo e da chi li allenasse. Era infatti considerato il terzo mistero di Fatima, perché nessuno sapeva il motivo per cui giocasse a calcio. Ora con la cura Baroni è cambiato. È un altro. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando si tinge i capelli biondo cenere sembra la sora Lella. Adesso anche con lui in campo si gioca veramente in undici. Sipario.



lunedì 4 novembre 2024

La Lazio non si ferma più. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI 

7 e mezzo a Benigno Zaccagnini - La Lazio continua a vincere. Questa volta è il Cagliari a lasciarci le penne nonostante una partita giocata all'attacco e con intelligenza. Subito in vantaggio, i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni hanno dovuto amministrare il prevedibile ritorno dei rossoblu riuscendo comunque a riprendere le redini del gioco. E vincere. Terza vittoria consecutiva. Copertina d'obbligo all'arciere de noantri che con consumata freddezza da bomber vero, ha trasformato il rigore concesso da Airoldi appena un minuto dopo il suo ingresso in campo. E così siamo di nuovo al terzo posto. Il posto che ci compete per tutto quello che abbiamo fatto e stiamo dimostrando. Avanti Lazio avanti laziali! 

7 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Ha gestito il gioco nel momento più difficile, quando il Cagliari attaccava a testa bassa nel primo tempo e tutto sembrava difficile. Con pazienza e classe da veterano ha riannodato le fila del tutto dando fiducia al gruppo ed entusiasmo ai tifosi. Bravo.

7 a Patrizia Pellegrini - Partitone del terzino laziale fracico. Dalla sua punizione il gol del vantaggio e da una sua azione il rigore del raddoppio. Daje dentone nostro! 

7 a Castellano e Pipolo - C'ha provato da tutto li pizzi e diciamolo, il gol lo avrebbe meritato. Recupererà sicuramente alla prossima puntata. Come Carmen di Pietro da Carlo Conti.

7 all'ira di Dia - Pronti? Dia! E ho detto tutto.

6+ a Dio vede e Provedel - Il suo l'ha fatto per il resto c'è sempre Mastercard. 

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Il massimo risultato col minimo sforzo. Avete presente Fabio Fazio?

6 a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque ma senza quel pizzico di sana follia che lo rende unico nell'interdizione e nella proposizione. Non c'è problema, si supererà prossimamente su questi schermi. Come Paolo Sorrentino col film Partenope.

6- a Lisasken dagli occhi blu - È partito in quarta è finito in folle. Come Fedez con la Ferragni. Nel complesso è durato una ventina di minuti. Come Rocco Siffredi.

5 e mezzo a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - L'ennesima sfortunata deviazione che danneggia la squadra, pesa come un macigno sulla sua valutazione. Dall'oroscopo di Branco la luna consiglia: evitate gatti neri, versate sale a non finire davanti la porta di casa, compratevi un cornetto e incrociate le dita. E che Dio ve la mandi buona.

5 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - T'ho detto arzate a cornuto, arzate, cit. Mario Brega

5 a Pighin-Sanguin-Noslin (l'evoluzione della specie) - Come col Como. Inesistente. Invece di decollare una volta per tutte, resta a terra come un passeggero di Ryanair  che con un euro vuole fare il giro del mondo. A tratti sembra spaesato come Roberto Ciufoli nei panni della Brunetta dei Ricchi e Poveri a Tale e quale. Finirà ultimo della compagnia come lui? Ai posteri l'ardua sentenza come disse il poeta, dai poster intanto è stato già cancellato. Sipario.  



giovedì 31 ottobre 2024

Como è forte la Lazio. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Patric del Grande Fratello - La Lazio non si ferma più. A cadere sotto i suoi colpi, ben cinque, questa volta è il Como, squadra volenterosa e combattiva che ha provato a contrastare i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni. Tentativo vano e inutile, perché i biancocelesti quando hanno deciso di vincere hanno messo la quarta e sono partiti a tavoletta verso la vittoria. Dicevano che l'Aquila non spiccava il volo fuoricasa, balle. All'Olimpico come for de porta Como è forte sta Lazio! Copertina d'obbligo al difensore capitano che col suo gol (il terzo) ha ridato entusiasmo ai compagni per portare a termine il volo che li ha condotti al terzo posto. Evviva.

8 a Castellano e Pipolo - Due gol. Un trionfo. Da disertore della Pampa a Diego Armando Castellano è un attimo.

8 a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria non finisce più. È il valore aggiunto di questa squadra che non finisce più di stupire, proprio come lui. Grazie roma. 

7 all'ira di Dia - Espulso il Nuno? Non c'è problema. Ci ha pensato lui a scodellare due assist che hanno rimesso la partita nel verso giusto. Grande! 

6 e mezzo a Miei cari amici Vecino e lontani - Dove lo metti sta. Come Carlo Conti. E fa sempre il suo. Come Carlo Conti appunto.

6 e mezzo a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - La sicurezza. Chiamate lui per contrastare gli spioni del web, l'intercetta tutti. 

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque, Guendovai, Guendo caliente el sol se li magnano tutti! 

5 e mezzo a C'ha na bomba - e segna pure. La manita porta la sua firma.

6+ a Dio vede e Provedel - Paratona sul finire del primo tempo, impotente sul gol della domenica realizzato di giovedì da Mazzitelli su rovesciata. Si faccia consigliere da Rocco Siffredi per non perdere colpi così.

6 a senti che musica coi Tavares - Ottavo assist in otto partite. Ma anche prima espulsione. E questo non va. Il problema è che è una freccia che arriva sul primo binario travolgendo tutto e tutti e Pairetto che a malincuore aveva dato il rigore ha colto la palla al balzo. 

6 a Somarusic - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Pierluigi Diaco? 

6- a Lisasken dagli occhi blu - È come il diretto Roma-Viterbo da piazzale Flaminio, parte sempre ma non arriva mai, una storia infinita. 

5 e mezzo a Pighin-Sanguin-Noslin - Un passo indietro rispetto alla partita col Genoa. Forse anche due. Come Luca Barbareschi che è partito in quarta col suo programma Se mi lasci non vale e poi glielo hanno chiuso. Era sembrato il degno erede dell'Olandase volante per quella serpentina con tunnel che lo aveva portato in rete. Sto giro più che volante è apparso stanziante, poco mobile. Come un tram nel traffico di Roma. Sipario.



domenica 27 ottobre 2024

La Lazio stende il Genoa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


8 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Non ce n'è per nessuno.  A cadere sotto gli artigli dell'Aquila è il Grifone che torna a casa con la coda fra le gambe. Un gol nel primo tempo poi il controllo del ritorno dei rossoblu e ancora altri due centri per chiudere la questione, così la Lazio è riuscita anche questa volta a impartire una lezione di gioco al proprio avversario all'insegna del tutti per uno, uno per tutti. Uno spettacolo vedere i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni correre su e giù per il campo e dare tutto se stessi. A guidarli il metronomo biondo che fa impazzire il mondo, biancoceleste. Un regista arretrato, avanzato e onnipresente. Bravo, bravissimo, il migliore. Avanti Lazio avanti laziali!

7 e mezzo a Pighin-Sanguin-Noslin - Un gol da favola, con tanto di tunnel e dribbling vincente sull'avversario. Una rivelazione. Come Alan Friedman a Ballando con le stelle.

7 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria è unico, è veramente un campione. È un grandissimo giocatore. W Pedro! 
 
7+ a miei cari amici Vecino e lontani - Buttato nella mischia per fare ammuina si è rilevato una pedina decisiva per calare il tris. E apoteosi fu, come quando c'è Fiorello in tv.

7+ a Dio vede e Provedel - Due interventi provvidenziali al primo minuto del primo tempo e al primo del secondo con una paratona a metà. Numero uno di nome e di fatto.

7+ a senti che musica coi Tavares - È in arrivo sul primo binario dell'Olimpico la freccia biancazzurra. Non effettua fermate intermedie. Arriva fino in fondo direttamente. Daje.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque, Guendovai, Guendo caliente el sol. Impagabile.
 
6 e mezzo a Castellano e Pipolo - Tanto lavoro oscuro e dietro le quinte. Come Amadeus sul 9. Solo che l'argentino è una spada, il presentatore una spada nella roccia.
 
6+ a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - L'esperienza è come la classe, non è acqua. Avete presente Carlo Conti? 

6+ a Patric del Grande Fratello -  Capitano della ciurma. Un traguardo impensabile anni fa, raggiunto passo dopo passo e tanta grinta. Battiamo le mani.

6 a Somarusic - È stata la sua partita 280 con la prima squadra della Capitale. Ce se crede? Resta il mistero come le abbia giocate perchè non se n'è accorto nessuno.

6- a Lisasken dagli occhi blu - Tutti speravano che il gol in Olanda l'avesse liberato dai lacci e lacciuoli che gli impediscono di spiccare il volo definitivamente. E invece nisba. Corre, corre, poi s'arena come un una Panda sulla sabbia. Gli manca l'ultimo passaggio/tiro in porta. Insomma un sordo pe fa na lira come si dice a Roma.

5 e mezzo a C'ha na fetta a banana - Appunto, c'ha na fetta a banana.

5 e mezzo a l'ira di Dia - Nelle prime partite era un Dia...mante che brillava, un Dia...bolico dell'area, poi è andato in nazionale ed è tornato a metà, lasciando la base di tutti i suoi successi a casa sua. Riprendemose er Dia mancante subito. Sipario.


sabato 19 ottobre 2024

Lazio, che beffa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

6+ a Dio vede e Provedel - Purtroppo non abbiamo potuto vedere la "solita" Lazio gaiarda e tosta e protesa all'attacco, perchè la partita è cambiata al 23° quando la squadra è rimasta in dieci. In dieci contro una Juve agguerrita e pugnace che alla lunga è uscita vincente. Niente assalti alla baionetta, nessuna fuga in avanti, men che meno entusiasmanti dialoghi fra biancocelesti tra un assit al bacio e un tiro in porta mirabile. Nada de nada. Nonostante questo i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni hanno cercato di reggere alla meglio finendo infilzati per una deviazione maledetta. Ed evitato il capotto grazie al loro numero uno.      

6 a Guendo è bello esse laziali - Come Giano bifronte, prima parte all'assalto, seconda sulle sue. Ha pagato colpe che non gli appartengono con l'uscita anzitempo. Mannaggia la pupazza..

6 a Rovella per chi non si accontenta - Il suo l'ha fatto, ma è l'insieme che è mancato per lo stavolgimento del match. Che peccato.

6 a Patric del Grande Fratello - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Avete presente Massimo Giletti?  A proposito. del cazzotto rimediato il Var tace? Tacci sua...

6 a Somarusic - La sorpresa che non ti aspetti. Come Carmen di Pietro a Tale e quale. Un paio di recuperi decisivi senza combinare casini. Incredibile ma vero. Finirà sulla omonima rubrica della Settimana Enigmistica.

6 a niei cari amici Vecino e lontani   - Buttato dentro per fare le barricate. Ha messo sul piatto della bilancia la sua esperienza. Come Carlo Conti per risollevare Rai 1.

6 a Castellano e Pipolo - Non gli è arrivata una palla buona. Provaci ancora Taty. 

6 a Benigno Zaccagnini - Nè carne nè pesce. Nè. Doveva fare centro nella partite delle cento (prrsenze). Non c'è riuscito ma non ci ha neanche provato.

6 a Pedro Pè - stavolta non ha funzionato. Come Valerio Staffelli col Tapiro a Fedez.

6- a Lisasken dagli occhi blu - Un passo indietro rispetto al solito? Ma quando mai. È rimasto quello di sempre che il passo in avanti non lo fa mai. Della serie vorrei ma non posso. Come Pierluigi Diaco.

6- a senti che musica coi Tavares - Lo aspettavano tutti in arrivo sul primo binario. Il problema che non è mai partito dalla stazione di Formello. Poi quando finalmente è partito si è marcato da solo tra un doppio passo e l'altro. Roba da Capocchiano.

5 e mezzo a Fidel Castro Villi - edizione speciale di Chi l'ha visto? mercoledì prossimo sull'ex viola. Testimonianze dei compagni di infermeria alla Paideia che hanno avuto un contatto con lui per ultimi.

5 a Gila il mondo gila  (Cantagiro1965, Jimmy Fontana) - E pensare che era stato uno dei migliori, perchè aveva retto la baracca. Poi quel piede assassino...

a Viale dei Romagnoli,13 Ostia - L'ha preso, non l'ha preso, c'era fallo, non c'era fallo, le chiacchiere stanno a zero, se giochi contro la Juve hanno sempre ragione loro e lo sai perchè e na vita che giochi a pallone, perciò è un esercizio sterile di una discussione inutile, la morale della favola è che hai lasciato i tuoi compagni in dieci e la partita è cambiata. Una colpa imperdonabile. Come chiamare Nino Frassica a Striscia la notizia, una cosa penosa che ha determinato il crollo degli ascolti. Sipario. 

domenica 6 ottobre 2024

Lazio, ci pensa Pedro. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


9 a Pedro Pedro Pedro Pè - La Lazio vince ancora. Inarrestabile. A cadere sotto i suoi colpi l'Empoli, squadra fallosa e rognosa che ha fatto di tutto per buttarla in caciara. Ma i toscani non avevano fatto i conti coi i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni, animati da uno spirito guerriero senza uguali. E così dopo essere andati sotto sono riusciti a pareggiare il conto e vincere in rimonta con un gran gol del meglio di Santa Fè e Trigoria per la gioia della gente laziale. Ed è stata un'apoteosi. Avanti Lazio avanti laziali!

7 e mezzo a Rovella per chi non si acontenta - È una certezza. Davanti i difensori, in mezzo al campo, nonostante un fisico non certo da Ercole, sradica palloni, fa a spallate con gli avversari, imposta il gioco. Una certezza. Come Carlo Conti.

7 a Benigno Zaccagnini - Finalmente in gol su azione. Na capocciata e via. Bravo arciere.

6 e mezzo a l'ira di Dia - È mancato il suo gol in compenso ha rimediato il rigore.  E scusate se è poco.

6 e mezzo a senti che musica coi Tavares - Un po' in penombra come un playboy da balera della Bassa padana in attesa della vecchietta da spennare, è uscito alla distanza sul primo binario dell'Olimpico travolgendo tutto e fornendo l'assist del pareggio. Il quinto in cinque partite.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - me vojo divertì e me sò divertito de più perché avemo vinto. Alla faccia de sti toscani che perdevano tempo. 

6+ a Viale dei Romagnoli,13 Ostia e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Quando la coppia li accoppa. Hanno fatto finalmente il loro. Forse si è trovata la quadra dopo tutti quei balli delle ultime partite là dietro.

6 a Castellano e Pipolo - dice che non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Sarà, però se la buttava dentro era meglio per tutti, avoja a cantalla cosi De Gregori. 

6 a Lazzari alzati e cammina - soprattutto adesso che ti sei infortunato. Alzati e torna a correre come solo tu sai fare. Forrest Gump se sa te spiccia casa. Daje Pupo biondo!  

6 a Dio vede e Provedel - Se c'era ancora la Raggi come sindaco j'avrebbero accollato pure quella buca con fango su cui è scivolato come un pollo in occasione del gol. Mo' c'è Gualtiero e finirà a tarallucci e Frascati, sperando che qualcuno di buon cuore ce pianti er prato verde su cui come è noto vola la Lazio vola. Pure er portiere.

6- a Somarusic - Nè carne nè pesce. Nè.

6- a Lisasken dagli occhi blu - C'è un detto romano che nella sua sintesi rugantina si addice in pieno all'Achille Lauro biancoceleste: "je manca sempre un sordo pe' fa 'na lira". Lui è così, corre, corre, arriva sino a giù ma al dunque non salta mai l'uomo e se tira non centra lo specchio della porta. Mandatelo dagli acrobati del circo Orfei per esercitarsi. Hai visto mai. Sipario.

martedì 1 ottobre 2024

C'era una volta il primo ottobre

di FRANCESCO TRONCARELLI 

Primo ottobre. Una volta era il giorno in cui si tornava a scuola. Elementari, medie e superiori iniziavano il primo ottobre, san Remigio (i Remigini li chiamavano). Alle elementari erano tutti coi grembiuli, nell'abbigliamento cioè che annullava le diseguaglianze sociali e faceva sentire i bambini tutti uguali. 

I quaderni erano quelli della Pigna di Fabriano, con immagini e paesaggi della regioni italiane in copertina e le tabelline alla fine dei fogli. La penna, la biro della Bic. I compiti a casa e anche i pensieri personali venivano scritti sul Diario Vitt.

Le lezioni si svolgevano in religioso silenzio, i più caciaroni al secondo richiamo finivano dietro la lavagna o fuori dalla classe nel corridoio. E non c'era nessuna madre che il giorno dopo andava a schiaffeggiare il maestro dopo aver parcheggiato il Suv in doppia fila fuori la scuola. 

Anzi, a casa i discoli prendevano il "resto" dai genitori. A metà mattina, sole, pioggia o vento o altra calamità in arrivo, c'era comunque la ricreazione e il bidello vendeva le pizzette rosse, alle elementari, alle medie e alle superiori.

Panelli, MIna e Walter Chiari alle prove di Canzonissima

In tv iniziava Canzonissima con Mina, Paolo Panelli e Walter Chiari, una vera e propria sfida fra i cantanti più in voga con i loro successi, che venivano votati dal pubblico con le cartoline acquistate in tabaccheria o dai "venditori di fortuna" per strada.

Era il programma più atteso dell'anno che avrebbe accompagnato i telespettatori sino alla serata finale del 6 gennaio, quella in cui al "fortunato possessore del biglietto vincente", sarebbero andati 150milioni di lire, un'enormità. 

Claudio Villa cantava "Granada", Morandi "C'era un ragazzo", Modugno e no i Negramaro, "Meraviglioso", tre capolavori nei rispettivi generi, a ciascuno il suo. 

Non c'erano playstation nè i cellulari (erano i furgoni della polizia per le retate dei capelloni e delle "signorine" che attendevano i clienti a Tor di Quinto) ma si viveva bene lo stesso. 

Tutti avevano un telefono in casa, fisso, qualcuno il Duplex perchè non c'erano abbastanza linee ma anche per pagare di meno il canone visto che nello stesso palazzo un'altra famiglia condivideva la linea e te la bloccava con le sue chiamate.

il telefono a gettone col pulsante

Nessuno aveva la necessità spasmodica di telefonare, le chiamate si svolgevano di solito dopo pranzo, a metà pomeriggio e la sera mai oltre le 21.

Se avevi bisogno di dire qualcosa di urgente trovandoti in giro, c'erano i telefoni a gettone nei bar, poi arrivarono le cabine con un apparecchio che "incassava" più gettoni per le interurbane.

Il telefono a gettone permetteva comunque di ascoltare chi rispondeva dall'altra parte anche se non si spingeva il tastino per fare scendere quella particolare "moneta" di color bronzo del valore di 50 lire.

Se capovolgevi la cornetta e parlavi da dove si ascolta, dall'altra parte sentivano. Si risparmiava il gettone ma la figuraccia era tanta perché per farti sentire dovevi urlare, e ovviamente c'era chi nel bar commentava "a poveraccio!".

le partitelle per strada

I ragazzini giocavano per strada a pallone e i maglioni arrotolati e le cartelle facevano da pali per le porte. Poi arrivarono le cinghie elastiche per portare e avvolgere i libri e il pacco così "confezionato" divenne l'ideale per delimitare le porte.

A quattordici anni si sognava la Vespa, che portavi senza casco e coi capelli al vento e senza targa, opportunità che ti faceva parcheggiare ovunque e saltare il rosso del semaforo e a diciotto si sognava la 500, la più utile e simpatica delle Fiat. 

Aveva il tettino che si apriva l'estate e che dava quel senso da mini cabriolet per tutte le tasche e riusciva a ospitare, incredibile ma vero, sino a cinque passeggeri.

tifosi laziali in festa con le 500 imbandierate

Uno davanti al fianco del guidatore e tre di dietro nello spazio angusto soprattutto per la testa. I più abili riuscivano a piazzarne quattro dietro in un miracolo di equilibri da ressa di autobus.

Tutti sapevano fare la "doppietta" col piede destro, ossia quel movimento della scarpa sui pedali della frizione e dell'acceleratore per scalare la marcia al volo passando per il folle senza "grattare".

I maschi al momento dell'acquisto della 500 chiedevano i sedili reclinabili per trasformarli in giaciglio. E ci si entrava in questa maniera anche per lungo.

In tutti i quartieri c'erano le bische, locali fumosi ritrovo di perditempo e malandrini che si sfidavano per soldi a biliardo. Più familiari invece le atmosfere nei bar sotto casa dove si giocava a flipper.

il jukebox

C'erano anche i jukebok, con 100 lire selezionavi tre dischi in attesa delle feste in casa il sabato pomeriggio per ballare con la ragazzina a cui si faceva il filo.

Alle feste ognuno portava i suoi 45 giri, il padrone di casa metteva a disposizione il salone a "luci accese" per il controllo dei grandi e le ragazze i panini e le bibite. 

Un classico di queste riunioni danzanti, il gioco della scopa (chi la riceveva doveva lasciare la dama al nuovo cavaliere) e quello della bottiglia (tutti in circolo, la bottiglia in terra al centro fatta girare, con bacio a chi veniva indicato dalla punta della bottiglia quando si fermava).

Ma tutti in realtà aspettavano che i genitori si stancassero di osservare l'andamento del tutto per trasferisi in cucina, era il momento tanto atteso per spegnere le luci e ballare i lenti. Il cosidetto "ballo dal mattone".

il gioco della bottiglia

Le partite si seguivano alla radio con "Tutto il calcio minuto per minuto" guidato da "Roberto Bortoluzzi dallo studio centrale". Era normale incontrare per strada persone che camminavano con i transistor attaccati alle orecchie per seguire la trasmissione.

Enrico Ameri raccontava gli incontri entrando nel dettaglio ed era collegato dal campo principale, in pratica la partita più importante della domenica, Sandro Ciotti invece con la sua inconfondibile voce roca e bassa, lo incalzava coi suoi voli pindarici e immaginifici interrompendolo con l'andamento dell'altro incontro di cartello.

Per vedere le immagini dei match, si dovevano attendere le 19, quando sul Secondo canale Rai, veniva mandato in onda un tempo della partita più importante della domenica con la cronaca registrata in diretta di Nando Martellini . 

Le sintesi di tutte le altre arrivavano dopo le 22 con la "Domenica sportiva", condotta da Milano da giornalisti del calibro di Enzo Tortora, Guido Oddo e Alfredo Pigna. Come dire, classe e competenza.

Sandro Ciotti ed Enrico Ameri

Gigi Riva, "rombo di tuono" era il più forte, Dino Zoff era già il numero uno, Giacinto Facchetti e Tarcisio Burgnich erano insuperabili, Sandro Mazzola, il "baffo" e l'abatino Gianni Rivera, si alternavano con la staffetta, Giacomo Losi era il "core de Roma".

Alla Lazio erano sbarcati due giovani sconosciuti e di belle speranze  che "saranno famosi": Giorgio Chinaglia e Pino Wilson. Li aveva pescati dalla serie C Juan Carlos Lorenzo, il mago argentino che duellava dialetticamente nei deby con Herrera. 

Era un altro calcio, un altro mondo, un'altra Italia. La vita era forse in bianco e nero ma tutti sognavano a colori. C'era una volta il primo ottobre...

Maestrelli e i suoi ragazzi alla Domenica Sportiva con Alfredo Pigna


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