domenica 27 agosto 2023

Lazio colpita e affondata

 di FRANCESCO TRONCARELLI

5 e mezzo a Lupo Alberto - Si sperava che la prima partita in casa fosse la partita della ripartenza dopo il passo falso di Lecce. Ma de che, è stata una debacle e non solo perchè si è perso nuovamente ma per come si è perso. La Lazio vista (vista?) contro il Genoa è parsa una squadra spenta, inerme, imbelle, senza cuore e attributi, incapace di reagire al gol e soprattutto di costruire qualcosa di buono e questo al di là degli errori arbitrali. Per vedere il primo tiro verso la porta avversaria abbiamo dovuto aspettare il minuto 64° il che la dice lunga sulla prestazione dei Sarri boys. Certo ci sarebbe voluto un colpo del Mago per tiraci fuori da questa imbarazzante performance della squadra, ma la luce non si è accesa e buonanotte ai sonatori.

5 al Ciro d'Italia - l'unico tiro in porta è suo. Ma ha preso la traversa. Della serie quando te dice male...

5 a Lazzari alzati e cammina - T'ho detto arzate a cornuto, arzate - cit. Mario Brega.

5 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. Ma manco ha tirato na boccia. Provasse coi birilli hai visto mai.

5 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia e Casale degli Ulivi Agriturismo - Campioni di liscio e di ballo in generale:  cha cha cha, rumba, twist fate voi, la coppia scoppia e la difesa balla che è una bellezza, se c'era Selvaggia Lucarelli il voto sarebbe stato più basso.

5 a Dio vede e Provedel - Quante partite ha salvato il portierone Biondo? Nun se contano. Perciò se una volta respinge corto in area fornendo l'assist al centravanti avversario lo puoi perdonare. Il guaio è che poi i suoi compagni di merende non hanno fatto nulla per "vendicarlo".

5 a Lisasken dagli occhi blu, Miei cari amici Vecino e lontani e Patrizia Pellegrini - in tre non ne hanno fatto uno buono come Aldo Giovanni e Giacomo che non a caso si sono sciolti.

5- a Massimo Di Cataldi - Ma perchè era in campo?

5- a Somarusic - Ha concluso poco o niente, in compenso ha tenuto in gioco Retenguy. Grande! Sic...

5-  - a Pasquale Ametrano Anderson - Filippetto ha fatto cento (partite consecutive) ma non ha fatto centro. Turista per caso più che mai è sceso in campo in bermuda e playstation in mano per distrarsi e divertirsi. Ansai le risate, ma ci sarebbe da piangere.

4 e mezzo ad avviso di Kamada - Praticamente un Ufo, un oggetto non identificato che più dal sol levante sembra arrivare dal sol calante. Va be se deve ambientà ma quanto je ce vole? Ci piacerebbe vederlo più avvelenato e meno moscio, ma in Giappone i ragazzini nun facevano tutti er Judo? Un po de grinta e meno sayonara. E tralasciamo che il gol è scaturito da un suo passaggio sbagliato perchè sennò sarebbe da fa harakiri. Sipario. 



martedì 22 agosto 2023

Addio Toto Cutugno

 di FRANCESCO TRONCARELLI

È morto "l'Italiano", questo pomeriggio alle 16 all'ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato da alcuni mesi.

La condizioni si erano aggravate nei giorni scorsi, per il ritorno del male che lo aveva colpito anni fa e dal quale sembrava uscito vittorioso.

Ora che è scomparso si comprende la pagina intera pubblicata sul Corriere della sera il 7 luglio scorso in occasione dei suoi 80 anni.

Una cosa mai successa in precedenza per nessun artista e che aveva un valore di omaggio/addio ad uno dei nomi più importanti del nostro pop.

Aveva cominciato giovanissimo col gruppo Toto e i Rockers come batterista, poi dopo un altro paio di esperienze fondò gli Albatros e la sua carriera decollò con la partecipazione a Samremo 76 con Volo AZ 504.

Da lì il primo successo con la canzone "Donna Donna mia" che fu scelta da Mike Bongiorno come sigla di Scommettiamo?.

Nei suoi primi anni di attività Toto ha scritto brani per artisti famosissimi come Johnny Halliday, Dalida, Miguel Bosè e Luis Miguel per il quale insieme al paroliere Minellono, la nota "Noi ragazzi di oggi" che divenne un successo internazionale.

Mattatore del pop tricolore con i vari Sanremo (vittoria con "Solo noi" nell' 80 e sei volte secondo,  e nell'Eurovision del 90 con "Insieme 92") e come showman in TV Domenica in), è diventato popolarissimo nel mondo con "L'italiano" una ballata tradotta in tredici lingue, anche in Cina, addirittura intesa in alcuni paesi come inno nazionale del Bel paese.

Era stata scritta insieme al fedele Popi Minellono per Celentano che aveva già inciso le sue "Soli" e "Il tempo se ne va", ma il Molleggiato rifiutò, e fu la fortuna per Cutugno.

Con i suoi brani, 100milioni di copie vendute dei suoi dischi, ha portato la tradizione musicale italiana fatta di melodia e semplicità  nel mondo, un sinonimo di qualità e armonia.

Dipinto dai media come scontroso, Toto in realtà era una persona gentile e affabile, rispettoso del pubblico e che credeva nell'amicizia. 

La sua riservatezza come spesso accade a chi dà giudizi superficiali era scambiata per arroganza, ma non era affatto così.

Con la sua scomparsa l'Italia perde uno dei suoi artisti più preparati e completi, il mondo un'eccellenza italiana che regalava "Emozioni" a chi lo ascoltava.

Addio Toto e grazie di tutto...

domenica 20 agosto 2023

Lazio subito in salita. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


7 e mezzo a Ciro il grande - La Lazio inizia il campionato con una sconfitta. Non ci voleva. Non ci voleva perchè era cominciata bene, con un gol del bomber a segno alla prima giornata da sei stagioni a questa parte. Poi però avete visto tutti come è andata, tante occasioni sciupate e il ritorno, aggressivo del Lecce che in un minuto, nel finale è riuscito a pareggiare prima e ad andare in vantaggio. Peccato tre punti gettati alle ortiche che demoralizzano l'ambiente dopo gli entusiasmi per la ripresa delle ostilità. Sarà in ogni caso un torneo difficile. Avanti Lazio.

7 e mezzo a Lupo Alberto - la luce che ha illuminato la via del mare salentina. poi però c'è stato il corto circuito.

6 e mezzo a Pedro Pedro Pedro  Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria c'è ma non è sufficente.

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Ha retto il reparto da solo, poi il patatrac. Mannaggia la pupazza. 

6 a Dio vede e Provedel - Per la prima volta non ha fatto la differenza. Come Amadeus ai Pacchi.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la  sua freccia, ma c'è tempo per fare centro. 

6 a Lazzari alzati e cammina - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

6 a Patric del Grande Fratello - Una certezza. nel bene e nel male. Come Carlo Conti.

6 a Pasquale Ametrano Anderson - Con  quella faccia  un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne c'era da temere il peggio. Che non c'è stato però quel gol che il bandolero stanco s'è magnato grida vendetta.

6- a Miei cari amici Vecino e lontani - Ne carne nè pesce. Nè.

6- a Lisasken dagli occhi blu -  l'Achille Lauro biancoceleste tutto chiacchiere e distintivo. Come Massimo Giletti. Ha comunque una marcia in più.

6- a Somarusic - All'inizio si è involato col tempo si è involuto alla fine si è involtino.

5 e mezzo a Massimo Di Cataldi - E' rimasto al mare. Col secchiello, la paletta e la ciambella. Qualcuno lo avvisi che le vacanze so' finite.

5 e mezzo ad avviso di Kamada - Avete presente il Sergente? Bene, dimenticatelo in fretta. Qui stiamo in Oriente, nella terra dei samurai e delle gheishe, per cui è tutta un'altra storia. Che è iniziata ufficialmente a Lecce ma non è ancora cominciata veramente per quello che si è visto. Ai posteri l'ardua sentenza tra un arigatò e un sushi. Sipario.

venerdì 18 agosto 2023

Poker d'assi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Una casualità incredibile, un poker d'assi calato un giorno dopo l'altro nello stesso mese dello stesso anno.

Non ci sono precedenti di tale ampiezza. Quattro nomi eccellenti nati uno dopo l'altro non si registrano. Semmai due, ma mai quattro.

Eppure il destino ha voluto che questi personaggi si 'inseguissero" nella nascita formando appunto un poker d'assi di tutto rispetto.

Allora vediamo. Inizia questa particolare storia Barbara Bouchet nata il 15 agosto del 1943 a Reicheberg allora Germania ora repubblica Ceca a seguire il 16 nasce a Londra Shell Shspiro, il 17 è la volta di Robert De Niro nel Greenwich Village, New York, Stati Uniti, mentre il 18 Gianni Rivera nasce ad Alessandria.

Uno dopo l'altro, tutti ad agosto del 1943 e quindi tutti neo ottantenni. Un bel traguardo che si aggiunge potremmo dire alle loro carriere ricche di successi.

Quattro assi conosciuti in tutto il mondo che hanno regalato emozioni con le loro performance e che rappresentano l'esempio di tutti quelli che per diventare qualcuno hanno fatto la gavetta, cosa oggi ignorata dai morti di fama in cerca di gloria che affollano il mondo dello spettacolo.

La Bouchet, sfollata dopo la guerra con la famiglia in America  iniziò da giovanissima alla scuola di ballo diventando un'ottima danzatrice e iniziando a lavorare a Broadway. Poi il cinema con i divi americani e il boom con le commedie sexy quando si trasferì in Italia.

Stesso discorso per Shell che si trasferì in Italia coi suoi amici capelloni, scoperti da Teddy Reno iniziarono a suonare con Rota Pavone poi il lancio definitivo con la festa degli sconosciuti di Ariccia et voilà i Rokes diventano il primo complesso beat del Bel paese.

Che colpa abbiamo noi, C'è una strana espressione nei tuoi occhi, È la pioggia che va, Eccola di nuovo alcuni dei loro grandi successi cantati da Shell con quella voce alla Don Lurio che hanno tutti gli inglesi che parlano italiano.

Di Robert Se Niro che dire, premio Oscar e attore di razza ha rivoluzionato il modo di recitate con la sua preparazione maniacale che lo faceva calare nel personaggio. Toro scatenato, Taxi Driver, Gli intoccabili, C'era una volta in America, sono solo alcuni dei capolavori a cui ha partecipato ed entrati nella storia della settima arte grazie a lui. Un gigante.

Dulcis in fondo Rivera, il Golden boy del calcio tricolore. Pallone d'oro e campione d'Italia col Milan, vincitore di Coppe dei Campioni e di quella intercontinentale e protagonista nella nazionale di quell'Italia-Germania 4a3 entrata nella leggenda  (suo il gol della vittoria). Per molti il più forte giocatore italiano.

Barbara, Shell, Robert e Gianni, 80 anni e non sentirli, un poker d'assi da record che si aggiunge ai gemelli del pop Dalla e Battisti nati anche loro un giorno dopo l'altro, il 4 e 5 marzo e sempre nel 1943.

E questo anno che ha visto la nascita di altri pezzi da novanta come Mick Jagger, Toto Cutugno. Al Bano, Julio Iglesias e Adamo, ci fa fare una considerazione.

In quegli anni in Europa c'era la guerra, le bombe piovevano su Londra e in tutte le nazioni si era allarme o in combattimento tra razionamenti alimentari e oscuramento.

Eppure tante coppie accettarono la sfida di essere genitori nonostante l'incertezza del futuro che metteva a repentaglio la vita stessa, con la speranza di un domani migliore.

Per alcuni di loro quei giorni alla vigilia del Natale di guerra del 42 così diventarono indimenticabili perché i loro figli Barbara, Shell, Robert e Gianni sarebbero diventati qualcuno e oggi che hanno 80 anni sono festeggiati da tutti.

 

giovedì 10 agosto 2023

Addio Peppino Gagliardi

di FRANCESCO TRONCARELLI

Un artista di razza, un musicista eccezionale, ma anche un vero signore, colto e riservato che sulle sue pagine social dispensava pillole di saggezza quotidianamente ai suoi innumerevoli fan.

Si perché Peppino Gagliardi che ci ha lasciato a 83 anni dopo una breve ma fulminante malattia era amato da tanta gente, da un pubblico vasto ed eterogeneo che lo seguiva con partecipazione nonostante si fosse ritirato da tempo dal palcoscenico. Lo amava e applaudiva a prescindere per la sua umanità e cultura.


Probabilmente se fosse nato in Francia Macron gli avrebbe conferito la Legion d'onore come ai grandi vecchi della musica (Aznavour, Becaud, Henri Salvador), se fosse nato in Inghilterra invece, Re Carlo l'avrebbe nominato Baronetto per meriti culturali ed economici sulla scia delle nomine effettuate dalla madre Elisabetta (Cliff Richard, Shirley Sherley Bassey, Elton John).

Sicuramente sarebbe andata così perchè in questi Paesi l'essere artisti è un valore assoluto e perciò quando un personaggio che ha sposato la musica come scelta di vita compie gli anni, tanti, viene sempre premiato con un riconoscimento concreto, un'onorificenza che esalta e premia chi ha dato tanto alla cultura e al pubblico.

Ma Peppino Gagliardi era italiano, napoletano verace, figlio di una terra che ha la poesia e la musica nel sangue e perciò oltre l'affetto e gli applausi di chi l'ha sempre seguito chiamandolo giustamente Maestro, non ha ricevuto attestati di sorta a coronamento di una vita per l'arte.

Ovviamente ora che se n'è andato saranno in molti a piangerlo per mettersi in mostra con le classiche lacrime di coccodrillo false come una moneta da tre euro. Da noi funziona così.

Pianista di talento, compositore, un passato di scugnizzo prodigio con la fisarmonica e di successi nelle etichette discografiche locali, Peppino Gagliardi è stato un artista nel vero senso della parola, non un semplice cantante.

Un interpete che entrava con la sua personalità nelle canzoni, le assaporava, le viveva facendole sue e dandogli un'anima.
Sino a farne tanti atti unici grazie a un carisma eccezionale e una voce particolare, nasale e pastosa al tempo stesso, un timbro forte e impulsivo che ti entra dentro e ti scuote.

Come quando nel '63 balzò all'attenzione generale con "T'amo e t'amerò" dopo anni di gavetta nei night, nelle feste di rione e nei matrimoni, percorso obbligato per affinare la propria passione e farla diventare mestiere.

Peppino Gagliardi sorriso sornione e disincantato di chi conosce come va il mondo, è stato un gigante della musica nonostante il suo fisico minuto e scattante, l'Aznavour napoletano come scrisse qualcuno centrando perfettamente la sua intensità interpretativa che lo contraddistingueva fra i suoi colleghi.


E furono le Canzonissime, i Dischi per l'estate, i Sanremo (l'eterno secondo), i succesi a raffica di una stagione irripetibile del nostro pop con brani come "Se tu non fossi qui", "Settembre", "Gocce di mare", "Come un ragazzino, "Come le viole", che Giuliano Palma & the Bluebeaters ripresero anni fa rilanciandola in versione Ska.

Nella sua lunga e applaudita carriera, che ha avuto come tutti gli artisti alti e bassi come è nell'ordine delle cose e della vita, c'è poi quella gemma che lo ha reso artista senza tempo al di là dell'età anagrafica e lo ha fatto consocere in tutto il mondo.

Ci riferiamo a "Che vuole questa musica stasera" brano per tutte le stagioni che riesce camaleonticamente ad adattarsi alle più svariate situazioni, tanta è la sua bellezza e musicalità.
 
La canzone infatti firmata dal grande Roberto Murolo e da Gaetano Amendola, paroliere storico di Peppino e che originariamente era stata presentata nel '67 al Festival delle Rose, kermesse musicale romana molto popolare in quegli anni, è il brano italiano più utilizzato nei film. Un record imbattutto sino ad ora.

Sono sette le pellicole che lo annoverano nelle loro colonne sonore a cominciare, citando a caso, da "La prima notte di quiete" con Alain Delon per proseguire con "Profumo di donna" con Gassman con "Lo spietato" con Scamarcio e soprattutto con la produzione internazionale di "The man from UNCLE" che gli ha dato una risonanza mondiale con tanto di exploit nelle classifiche di Stati Uniti, Inghilterra e Giappone.

Un successo enorme per questo piccolo capolavoro di quella che una volta veniva chiamata musica leggera ed ora pop, con un testo che introduce una domanda che molti si sono fatti ascoltando una canzone che rievoca tempi e storie andati: "che vuole questa musica stasera, che mi riporta un poco del passato".

Poi c'è Settembre, il suo cavallo di battaglia che tutti conoscono e che nel verso Settembre poi verrà ma non ti troverà dà l'esatta dimensione della sua scomparsa. Caro Peppino, purroppo Settembre non ti troverà più resteranno però le tue canzoni senza tempo cariche di melodia e poesia che ti rendono immortale. Grazie di tutto Maestro e riposa in pace. 



 

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla gio...