giovedì 21 novembre 2024

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla giocare all'arrembaggio, sempre alla ricerca del gol e della vittoria, come faceva la banda Maestrelli che conosceva bene. 

Sì perchè Alessandro nella sua breve ma intensa vita, aveva gioito e goduto per quella squadra che dominava su tutti i campi d'Italia, e aveva festeggiato come tutti i laziali lo scudetto in quella calda giornata del 12 maggio del 74.

La sua ultima gioia da tifoso che frequentava l'Olimpico e da diciassettenne che si affacciava nel mondo dei grandi con la bellezza e la sfrontatezza di tutti i giovanissimi ricchi di sogni da vivere e di ambizioni da realizzare e che per lui, attore rivelazione del nostro Cinema, erano a un passo.

Momo con Garlaschelli al campo di Tor di Quinto

Alessandro Momo era un predestinato nel mondo dello Spettacolo. Bambino prodigio negli anni Sessanta, interprete di Caroselli insieme a Giusva Fioravanti, poi a neanche quattordici anni, attore dei fotoromanzi Lancio. 

E subito dopo protagonista di un film diventato capostipite delle cosidette commedie sexy che divenne campione d’incassi al botteghino nel 1973. Stiamo parlando di «Malizia», la pellicola cult di Salvatore Samperi che lanciò Laura Antonelli come icona erotica del decennio.

E ovviamente lanciò come attore Momo, rampollo di una famiglia di costruttori molto noti nella Capitale con un volto sbarazzino che lo rendeva simpatico e che nel film praticamente impersonava se stesso, un ragazzino turbato dalle curve di Laura Antonelli che tentava di sedurre in ogni modo, mettendosi in competizione con il padre, Turi Ferro.

la moto Honda

Dopo quel debutto boom, Alessandro si era confermato in "Peccato veniale" film sempre di Samperi, il regista che lo aveva scoperto, in cui recitava nuovamente al fianco di Laura Antonelli, una coppia collaudata per quel genere di film che aveva aperto un filone cinematografico.

Un altro successo annunciato che confermava le sue doti e la sua predisposizione nel calarsi in personaggi di ragazzino e alla scoperta del sesso, che in definitiva piaceva a tutti e che suscitava interesse nel pubblico femminile attratto dal suo fascino di giovane rubacuori. 

Quell’aria sfrontata e impunita del resto aveva fatto colpo anche sulle sue partner già famose e più grandi come l'Antonelli e Agostina Belli con cui, raccontavano le cronache dell’epoca, aveva avuto dei flirt sul set. Senza contare una giovanissima Monica Guerritore che lo chiamava «Sandrino» e che poi confessò: «Ero innamorata da lui ma non riuscii a dirglielo»

I suoi tre film

Ma fu il terzo film, dopo quelle prime esperienze di pellicole comunque commerciali, che lo salutò come interprete dal sicuro avvenire. E non poteva essere diversamente perchè "Profumo di donna" tratto dal romanzo di Giovanni Arpino Il buio e il miele è stato uno dei film più belli di Dino Risi con un Vittorio Gassman in linea con i grandi personaggi della Commedia italiana che aveva interpretato.

Alessandro era cresciuto professionalmente e lo dimostrava in quella pellicola candidata all'Oscar come Miglior film straniero e per la quale il Mattatore fu premiato a Cannes e poi vinse il David di Donatello, il Nastro d'argento, la Grolla d'oro.

Un successo clamoroso e meritato per tutti, regista, sceneggiatori e attori. Ma che Alessandro non potè assaporare perchè morì prima della sua uscita. Se ne andò due mesi esatti prima della prima al Fiamma. Era il 19 novembre del 74, un martedi come quello di 50 anni dopo.

i funerali di Alessandro

Morì schiantandosi sul lungotevere Diaz a tutta velocità, contro un taxi centrato con la moto che gli aveva prestato Eleonora Giorgi, una Honda Cb 750 Four color amaranto che per il codice stradale dell’epoca non avrebbe potuto neanche guidare, visto che non aveva raggiunto i ventuno anni.

La Giorgi era fidanzata con lui e partendo per Londra gliela aveva lasciata. Dopo l'incidente mortale venne indagata dal giudice Scoppelliti (quello che poi nel 91 venne assassinato dalla Mafia) per incauto affidamento.

L’incidente avvenne alle 14 e 35,  l’ora notata dai cronisti sull’orologio di Momo trovato sull’asfalto e fu uno choc vero, sviscerato in ogni particolare e aspetto da quotidiani e stampa scandalistica. Cronache dove indifferentemente comparivano resoconti quasi noir dello schianto e suoi ritratti impregnati di moralismo. 

Scomparso per l'ebbrezza della velocità, una morte da gioventù bruciata, dicevano, quasi a voler sottolineare la somiglianza con la morte del divo americano James Dean avvenuta per un incidente stradale e dopo aver interpretato solo tre film. Come lui.

 

bucava lo schermo

Muore giovane chi è caro agli dei, diceva il poeta, magra consolazione per chi poi dagli umani viene dimenticato. Nessuno ha ricordato in occasione della triste ricorrenza il "giovin attore" che bucava lo schermo.

Giornali e programmi TV che vivono di questi argomenti, lo hanno ignorato come hanno fatto in questi lunghi anni da quel tragico 19 novembre. Resta il dolore per una vita spezzata troppo presto e il rimpianto per una carriera finita appena iniziata.

Già, quali film avrebbe potuto interpretare, quali esperienze avrebbe potuto avere, magari avrebbe ricevuto dei premi, messo su una famiglia, sposato una collega e avrebbe avuto dei figli attori come lui, chissà...

Alessandro riposa da 50 anni al Verano e dopo la scomparsa del padre Gabriele nel 2000, non c'è più un fiore sulla sua tomba. E neanche una lapide su lungotevere Diaz che lo ricordi. 
 



domenica 10 novembre 2024

Lazio avanti tutta! Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Benigno Zaccagnini - La Lazio continua inarrestabile la sua marcia trionfale. Anche il Monza cade sotto i suoi assalti per la gioia del popolo biancoceleste che era da tempo che non viveva emozioni così travolgenti. La Lazio plasmata da Ricky Tognazzi Baroni è una squadra concreta che vince e convince con tutti i suoi giocatori che compongono la rosa. Uno per tutti e tutti per la causa biancazzurra. Non è uno slogan ma la entusiasmante realtà. Copertina d'obbligo all'arciere che dopo aver preso un palo pieno ha scagliato una freccia imprendibile per il malcapitato portiere lombardo. Grazie capitano e ovviamente grazie ragazzi siamo con voi.

7 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Arriva dove gli altri non arrivano come Stefano De Martino che mette tutti in fila i concorrenti televisivi ottenendo il record d'ascolti. La sua bravura è intelligenza tattica l'hanno portato in azzurro. Bene, bravo. bis!.

7 a Dio vede e Provedel - e para quello che c'è da parà.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque, Guendovai, Guendo caliente el sol se li pappa tutti.

6 e mezzo a Miei cari amici Vecino e lontani - Mette tutta la sua esperienza in gioco. Ed è una pedina fondamentale nella scacchiera biancazzurra. Come Carlo Conti nel palinsesto di Rai 1.

6+ a Patrizia Pellegrini e Pighin-Sanguin-Noslin (l'evoluzione della specie) - Buttati nella mischia per fare ammuina. Come Selvaggia Lucarelli e Sonia Bruganelli a Ballando con le stelle.

6+ a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria questa volta non l'ha buttata dietro ma c'ha messo lo zampino in occasione del gol. E va bene lo stesso.

6+ a senti che musica coi Tavares - Quando parte sul primo binario crea sempre scompiglio. Il problema che sto giro è partito solo un paio di volte lasciando a terra molti pendolari. 

6+ a Viale dei Romagnoli. 13 Ostia e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Più posato il primo più incosciente l'altro, ma si completano. Come Lipari e Friscia a Striscia la notizia. Della serie Dio lui fa e poi li accoppia. E loro insieme poi li accoppano tutti.

6 all'ira di Dia - È partito in quarta è finito in folle. Come Roberto Ciufoli a Tale e quale.

6 a Castellano e Pipolo - Te possino Taty, quanti te ne sei magnati. Manco Pannella dei tempi d'oro dopo lo sciopero della fame sarebbe stato capace de divorasseli così.

6 a Lisasken dagli occhi blu - L'Achille Lauro biancoceleste si muove, corre, si marca anche da solo, a volte crossa a volte cozza. Come dire tanto rumore per nulla. Avete presente Riccardo Rossi?

6 a Somarusic - La validità del Mister biancoceleste si può notare anche nel recupero di un giocatore che da sempre era considerato l'anello debole della squadra. A prescindere da chi scendesse in campo e da chi li allenasse. Era infatti considerato il terzo mistero di Fatima, perché nessuno sapeva il motivo per cui giocasse a calcio. Ora con la cura Baroni è cambiato. È un altro. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando si tinge i capelli biondo cenere sembra la sora Lella. Adesso anche con lui in campo si gioca veramente in undici. Sipario.



lunedì 4 novembre 2024

La Lazio non si ferma più. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI 

7 e mezzo a Benigno Zaccagnini - La Lazio continua a vincere. Questa volta è il Cagliari a lasciarci le penne nonostante una partita giocata all'attacco e con intelligenza. Subito in vantaggio, i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni hanno dovuto amministrare il prevedibile ritorno dei rossoblu riuscendo comunque a riprendere le redini del gioco. E vincere. Terza vittoria consecutiva. Copertina d'obbligo all'arciere de noantri che con consumata freddezza da bomber vero, ha trasformato il rigore concesso da Airoldi appena un minuto dopo il suo ingresso in campo. E così siamo di nuovo al terzo posto. Il posto che ci compete per tutto quello che abbiamo fatto e stiamo dimostrando. Avanti Lazio avanti laziali! 

7 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Ha gestito il gioco nel momento più difficile, quando il Cagliari attaccava a testa bassa nel primo tempo e tutto sembrava difficile. Con pazienza e classe da veterano ha riannodato le fila del tutto dando fiducia al gruppo ed entusiasmo ai tifosi. Bravo.

7 a Patrizia Pellegrini - Partitone del terzino laziale fracico. Dalla sua punizione il gol del vantaggio e da una sua azione il rigore del raddoppio. Daje dentone nostro! 

7 a Castellano e Pipolo - C'ha provato da tutto li pizzi e diciamolo, il gol lo avrebbe meritato. Recupererà sicuramente alla prossima puntata. Come Carmen di Pietro da Carlo Conti.

7 all'ira di Dia - Pronti? Dia! E ho detto tutto.

6+ a Dio vede e Provedel - Il suo l'ha fatto per il resto c'è sempre Mastercard. 

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Il massimo risultato col minimo sforzo. Avete presente Fabio Fazio?

6 a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque ma senza quel pizzico di sana follia che lo rende unico nell'interdizione e nella proposizione. Non c'è problema, si supererà prossimamente su questi schermi. Come Paolo Sorrentino col film Partenope.

6- a Lisasken dagli occhi blu - È partito in quarta è finito in folle. Come Fedez con la Ferragni. Nel complesso è durato una ventina di minuti. Come Rocco Siffredi.

5 e mezzo a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - L'ennesima sfortunata deviazione che danneggia la squadra, pesa come un macigno sulla sua valutazione. Dall'oroscopo di Branco la luna consiglia: evitate gatti neri, versate sale a non finire davanti la porta di casa, compratevi un cornetto e incrociate le dita. E che Dio ve la mandi buona.

5 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - T'ho detto arzate a cornuto, arzate, cit. Mario Brega

5 a Pighin-Sanguin-Noslin (l'evoluzione della specie) - Come col Como. Inesistente. Invece di decollare una volta per tutte, resta a terra come un passeggero di Ryanair  che con un euro vuole fare il giro del mondo. A tratti sembra spaesato come Roberto Ciufoli nei panni della Brunetta dei Ricchi e Poveri a Tale e quale. Finirà ultimo della compagnia come lui? Ai posteri l'ardua sentenza come disse il poeta, dai poster intanto è stato già cancellato. Sipario.  



giovedì 31 ottobre 2024

Como è forte la Lazio. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Patric del Grande Fratello - La Lazio non si ferma più. A cadere sotto i suoi colpi, ben cinque, questa volta è il Como, squadra volenterosa e combattiva che ha provato a contrastare i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni. Tentativo vano e inutile, perché i biancocelesti quando hanno deciso di vincere hanno messo la quarta e sono partiti a tavoletta verso la vittoria. Dicevano che l'Aquila non spiccava il volo fuoricasa, balle. All'Olimpico come for de porta Como è forte sta Lazio! Copertina d'obbligo al difensore capitano che col suo gol (il terzo) ha ridato entusiasmo ai compagni per portare a termine il volo che li ha condotti al terzo posto. Evviva.

8 a Castellano e Pipolo - Due gol. Un trionfo. Da disertore della Pampa a Diego Armando Castellano è un attimo.

8 a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria non finisce più. È il valore aggiunto di questa squadra che non finisce più di stupire, proprio come lui. Grazie roma. 

7 all'ira di Dia - Espulso il Nuno? Non c'è problema. Ci ha pensato lui a scodellare due assist che hanno rimesso la partita nel verso giusto. Grande! 

6 e mezzo a Miei cari amici Vecino e lontani - Dove lo metti sta. Come Carlo Conti. E fa sempre il suo. Come Carlo Conti appunto.

6 e mezzo a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - La sicurezza. Chiamate lui per contrastare gli spioni del web, l'intercetta tutti. 

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque, Guendovai, Guendo caliente el sol se li magnano tutti! 

5 e mezzo a C'ha na bomba - e segna pure. La manita porta la sua firma.

6+ a Dio vede e Provedel - Paratona sul finire del primo tempo, impotente sul gol della domenica realizzato di giovedì da Mazzitelli su rovesciata. Si faccia consigliere da Rocco Siffredi per non perdere colpi così.

6 a senti che musica coi Tavares - Ottavo assist in otto partite. Ma anche prima espulsione. E questo non va. Il problema è che è una freccia che arriva sul primo binario travolgendo tutto e tutti e Pairetto che a malincuore aveva dato il rigore ha colto la palla al balzo. 

6 a Somarusic - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Pierluigi Diaco? 

6- a Lisasken dagli occhi blu - È come il diretto Roma-Viterbo da piazzale Flaminio, parte sempre ma non arriva mai, una storia infinita. 

5 e mezzo a Pighin-Sanguin-Noslin - Un passo indietro rispetto alla partita col Genoa. Forse anche due. Come Luca Barbareschi che è partito in quarta col suo programma Se mi lasci non vale e poi glielo hanno chiuso. Era sembrato il degno erede dell'Olandase volante per quella serpentina con tunnel che lo aveva portato in rete. Sto giro più che volante è apparso stanziante, poco mobile. Come un tram nel traffico di Roma. Sipario.



domenica 27 ottobre 2024

La Lazio stende il Genoa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


8 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Non ce n'è per nessuno.  A cadere sotto gli artigli dell'Aquila è il Grifone che torna a casa con la coda fra le gambe. Un gol nel primo tempo poi il controllo del ritorno dei rossoblu e ancora altri due centri per chiudere la questione, così la Lazio è riuscita anche questa volta a impartire una lezione di gioco al proprio avversario all'insegna del tutti per uno, uno per tutti. Uno spettacolo vedere i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni correre su e giù per il campo e dare tutto se stessi. A guidarli il metronomo biondo che fa impazzire il mondo, biancoceleste. Un regista arretrato, avanzato e onnipresente. Bravo, bravissimo, il migliore. Avanti Lazio avanti laziali!

7 e mezzo a Pighin-Sanguin-Noslin - Un gol da favola, con tanto di tunnel e dribbling vincente sull'avversario. Una rivelazione. Come Alan Friedman a Ballando con le stelle.

7 e mezzo a Pedro Pedro Pedro Pè - il meglio di Santa Fè e Trigoria è unico, è veramente un campione. È un grandissimo giocatore. W Pedro! 
 
7+ a miei cari amici Vecino e lontani - Buttato nella mischia per fare ammuina si è rilevato una pedina decisiva per calare il tris. E apoteosi fu, come quando c'è Fiorello in tv.

7+ a Dio vede e Provedel - Due interventi provvidenziali al primo minuto del primo tempo e al primo del secondo con una paratona a metà. Numero uno di nome e di fatto.

7+ a senti che musica coi Tavares - È in arrivo sul primo binario dell'Olimpico la freccia biancazzurra. Non effettua fermate intermedie. Arriva fino in fondo direttamente. Daje.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - Guendovunque, Guendovai, Guendo caliente el sol. Impagabile.
 
6 e mezzo a Castellano e Pipolo - Tanto lavoro oscuro e dietro le quinte. Come Amadeus sul 9. Solo che l'argentino è una spada, il presentatore una spada nella roccia.
 
6+ a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - L'esperienza è come la classe, non è acqua. Avete presente Carlo Conti? 

6+ a Patric del Grande Fratello -  Capitano della ciurma. Un traguardo impensabile anni fa, raggiunto passo dopo passo e tanta grinta. Battiamo le mani.

6 a Somarusic - È stata la sua partita 280 con la prima squadra della Capitale. Ce se crede? Resta il mistero come le abbia giocate perchè non se n'è accorto nessuno.

6- a Lisasken dagli occhi blu - Tutti speravano che il gol in Olanda l'avesse liberato dai lacci e lacciuoli che gli impediscono di spiccare il volo definitivamente. E invece nisba. Corre, corre, poi s'arena come un una Panda sulla sabbia. Gli manca l'ultimo passaggio/tiro in porta. Insomma un sordo pe fa na lira come si dice a Roma.

5 e mezzo a C'ha na fetta a banana - Appunto, c'ha na fetta a banana.

5 e mezzo a l'ira di Dia - Nelle prime partite era un Dia...mante che brillava, un Dia...bolico dell'area, poi è andato in nazionale ed è tornato a metà, lasciando la base di tutti i suoi successi a casa sua. Riprendemose er Dia mancante subito. Sipario.


sabato 19 ottobre 2024

Lazio, che beffa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

6+ a Dio vede e Provedel - Purtroppo non abbiamo potuto vedere la "solita" Lazio gaiarda e tosta e protesa all'attacco, perchè la partita è cambiata al 23° quando la squadra è rimasta in dieci. In dieci contro una Juve agguerrita e pugnace che alla lunga è uscita vincente. Niente assalti alla baionetta, nessuna fuga in avanti, men che meno entusiasmanti dialoghi fra biancocelesti tra un assit al bacio e un tiro in porta mirabile. Nada de nada. Nonostante questo i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni hanno cercato di reggere alla meglio finendo infilzati per una deviazione maledetta. Ed evitato il capotto grazie al loro numero uno.      

6 a Guendo è bello esse laziali - Come Giano bifronte, prima parte all'assalto, seconda sulle sue. Ha pagato colpe che non gli appartengono con l'uscita anzitempo. Mannaggia la pupazza..

6 a Rovella per chi non si accontenta - Il suo l'ha fatto, ma è l'insieme che è mancato per lo stavolgimento del match. Che peccato.

6 a Patric del Grande Fratello - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Avete presente Massimo Giletti?  A proposito. del cazzotto rimediato il Var tace? Tacci sua...

6 a Somarusic - La sorpresa che non ti aspetti. Come Carmen di Pietro a Tale e quale. Un paio di recuperi decisivi senza combinare casini. Incredibile ma vero. Finirà sulla omonima rubrica della Settimana Enigmistica.

6 a niei cari amici Vecino e lontani   - Buttato dentro per fare le barricate. Ha messo sul piatto della bilancia la sua esperienza. Come Carlo Conti per risollevare Rai 1.

6 a Castellano e Pipolo - Non gli è arrivata una palla buona. Provaci ancora Taty. 

6 a Benigno Zaccagnini - Nè carne nè pesce. Nè. Doveva fare centro nella partite delle cento (prrsenze). Non c'è riuscito ma non ci ha neanche provato.

6 a Pedro Pè - stavolta non ha funzionato. Come Valerio Staffelli col Tapiro a Fedez.

6- a Lisasken dagli occhi blu - Un passo indietro rispetto al solito? Ma quando mai. È rimasto quello di sempre che il passo in avanti non lo fa mai. Della serie vorrei ma non posso. Come Pierluigi Diaco.

6- a senti che musica coi Tavares - Lo aspettavano tutti in arrivo sul primo binario. Il problema che non è mai partito dalla stazione di Formello. Poi quando finalmente è partito si è marcato da solo tra un doppio passo e l'altro. Roba da Capocchiano.

5 e mezzo a Fidel Castro Villi - edizione speciale di Chi l'ha visto? mercoledì prossimo sull'ex viola. Testimonianze dei compagni di infermeria alla Paideia che hanno avuto un contatto con lui per ultimi.

5 a Gila il mondo gila  (Cantagiro1965, Jimmy Fontana) - E pensare che era stato uno dei migliori, perchè aveva retto la baracca. Poi quel piede assassino...

a Viale dei Romagnoli,13 Ostia - L'ha preso, non l'ha preso, c'era fallo, non c'era fallo, le chiacchiere stanno a zero, se giochi contro la Juve hanno sempre ragione loro e lo sai perchè e na vita che giochi a pallone, perciò è un esercizio sterile di una discussione inutile, la morale della favola è che hai lasciato i tuoi compagni in dieci e la partita è cambiata. Una colpa imperdonabile. Come chiamare Nino Frassica a Striscia la notizia, una cosa penosa che ha determinato il crollo degli ascolti. Sipario. 

domenica 6 ottobre 2024

Lazio, ci pensa Pedro. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


9 a Pedro Pedro Pedro Pè - La Lazio vince ancora. Inarrestabile. A cadere sotto i suoi colpi l'Empoli, squadra fallosa e rognosa che ha fatto di tutto per buttarla in caciara. Ma i toscani non avevano fatto i conti coi i ragazzi di Ricky Tognazzi Baroni, animati da uno spirito guerriero senza uguali. E così dopo essere andati sotto sono riusciti a pareggiare il conto e vincere in rimonta con un gran gol del meglio di Santa Fè e Trigoria per la gioia della gente laziale. Ed è stata un'apoteosi. Avanti Lazio avanti laziali!

7 e mezzo a Rovella per chi non si acontenta - È una certezza. Davanti i difensori, in mezzo al campo, nonostante un fisico non certo da Ercole, sradica palloni, fa a spallate con gli avversari, imposta il gioco. Una certezza. Come Carlo Conti.

7 a Benigno Zaccagnini - Finalmente in gol su azione. Na capocciata e via. Bravo arciere.

6 e mezzo a l'ira di Dia - È mancato il suo gol in compenso ha rimediato il rigore.  E scusate se è poco.

6 e mezzo a senti che musica coi Tavares - Un po' in penombra come un playboy da balera della Bassa padana in attesa della vecchietta da spennare, è uscito alla distanza sul primo binario dell'Olimpico travolgendo tutto e fornendo l'assist del pareggio. Il quinto in cinque partite.

6 e mezzo a Guendo è bello esse laziali - me vojo divertì e me sò divertito de più perché avemo vinto. Alla faccia de sti toscani che perdevano tempo. 

6+ a Viale dei Romagnoli,13 Ostia e Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - Quando la coppia li accoppa. Hanno fatto finalmente il loro. Forse si è trovata la quadra dopo tutti quei balli delle ultime partite là dietro.

6 a Castellano e Pipolo - dice che non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Sarà, però se la buttava dentro era meglio per tutti, avoja a cantalla cosi De Gregori. 

6 a Lazzari alzati e cammina - soprattutto adesso che ti sei infortunato. Alzati e torna a correre come solo tu sai fare. Forrest Gump se sa te spiccia casa. Daje Pupo biondo!  

6 a Dio vede e Provedel - Se c'era ancora la Raggi come sindaco j'avrebbero accollato pure quella buca con fango su cui è scivolato come un pollo in occasione del gol. Mo' c'è Gualtiero e finirà a tarallucci e Frascati, sperando che qualcuno di buon cuore ce pianti er prato verde su cui come è noto vola la Lazio vola. Pure er portiere.

6- a Somarusic - Nè carne nè pesce. Nè.

6- a Lisasken dagli occhi blu - C'è un detto romano che nella sua sintesi rugantina si addice in pieno all'Achille Lauro biancoceleste: "je manca sempre un sordo pe' fa 'na lira". Lui è così, corre, corre, arriva sino a giù ma al dunque non salta mai l'uomo e se tira non centra lo specchio della porta. Mandatelo dagli acrobati del circo Orfei per esercitarsi. Hai visto mai. Sipario.

martedì 1 ottobre 2024

C'era una volta il primo ottobre

di FRANCESCO TRONCARELLI 

Primo ottobre. Una volta era il giorno in cui si tornava a scuola. Elementari, medie e superiori iniziavano il primo ottobre, san Remigio (i Remigini li chiamavano). Alle elementari erano tutti coi grembiuli, nell'abbigliamento cioè che annullava le diseguaglianze sociali e faceva sentire i bambini tutti uguali. 

I quaderni erano quelli della Pigna di Fabriano, con immagini e paesaggi della regioni italiane in copertina e le tabelline alla fine dei fogli. La penna, la biro della Bic. I compiti a casa e anche i pensieri personali venivano scritti sul Diario Vitt.

Le lezioni si svolgevano in religioso silenzio, i più caciaroni al secondo richiamo finivano dietro la lavagna o fuori dalla classe nel corridoio. E non c'era nessuna madre che il giorno dopo andava a schiaffeggiare il maestro dopo aver parcheggiato il Suv in doppia fila fuori la scuola. 

Anzi, a casa i discoli prendevano il "resto" dai genitori. A metà mattina, sole, pioggia o vento o altra calamità in arrivo, c'era comunque la ricreazione e il bidello vendeva le pizzette rosse, alle elementari, alle medie e alle superiori.

Panelli, MIna e Walter Chiari alle prove di Canzonissima

In tv iniziava Canzonissima con Mina, Paolo Panelli e Walter Chiari, una vera e propria sfida fra i cantanti più in voga con i loro successi, che venivano votati dal pubblico con le cartoline acquistate in tabaccheria o dai "venditori di fortuna" per strada.

Era il programma più atteso dell'anno che avrebbe accompagnato i telespettatori sino alla serata finale del 6 gennaio, quella in cui al "fortunato possessore del biglietto vincente", sarebbero andati 150milioni di lire, un'enormità. 

Claudio Villa cantava "Granada", Morandi "C'era un ragazzo", Modugno e no i Negramaro, "Meraviglioso", tre capolavori nei rispettivi generi, a ciascuno il suo. 

Non c'erano playstation nè i cellulari (erano i furgoni della polizia per le retate dei capelloni e delle "signorine" che attendevano i clienti a Tor di Quinto) ma si viveva bene lo stesso. 

Tutti avevano un telefono in casa, fisso, qualcuno il Duplex perchè non c'erano abbastanza linee ma anche per pagare di meno il canone visto che nello stesso palazzo un'altra famiglia condivideva la linea e te la bloccava con le sue chiamate.

il telefono a gettone col pulsante

Nessuno aveva la necessità spasmodica di telefonare, le chiamate si svolgevano di solito dopo pranzo, a metà pomeriggio e la sera mai oltre le 21.

Se avevi bisogno di dire qualcosa di urgente trovandoti in giro, c'erano i telefoni a gettone nei bar, poi arrivarono le cabine con un apparecchio che "incassava" più gettoni per le interurbane.

Il telefono a gettone permetteva comunque di ascoltare chi rispondeva dall'altra parte anche se non si spingeva il tastino per fare scendere quella particolare "moneta" di color bronzo del valore di 50 lire.

Se capovolgevi la cornetta e parlavi da dove si ascolta, dall'altra parte sentivano. Si risparmiava il gettone ma la figuraccia era tanta perché per farti sentire dovevi urlare, e ovviamente c'era chi nel bar commentava "a poveraccio!".

le partitelle per strada

I ragazzini giocavano per strada a pallone e i maglioni arrotolati e le cartelle facevano da pali per le porte. Poi arrivarono le cinghie elastiche per portare e avvolgere i libri e il pacco così "confezionato" divenne l'ideale per delimitare le porte.

A quattordici anni si sognava la Vespa, che portavi senza casco e coi capelli al vento e senza targa, opportunità che ti faceva parcheggiare ovunque e saltare il rosso del semaforo e a diciotto si sognava la 500, la più utile e simpatica delle Fiat. 

Aveva il tettino che si apriva l'estate e che dava quel senso da mini cabriolet per tutte le tasche e riusciva a ospitare, incredibile ma vero, sino a cinque passeggeri.

tifosi laziali in festa con le 500 imbandierate

Uno davanti al fianco del guidatore e tre di dietro nello spazio angusto soprattutto per la testa. I più abili riuscivano a piazzarne quattro dietro in un miracolo di equilibri da ressa di autobus.

Tutti sapevano fare la "doppietta" col piede destro, ossia quel movimento della scarpa sui pedali della frizione e dell'acceleratore per scalare la marcia al volo passando per il folle senza "grattare".

I maschi al momento dell'acquisto della 500 chiedevano i sedili reclinabili per trasformarli in giaciglio. E ci si entrava in questa maniera anche per lungo.

In tutti i quartieri c'erano le bische, locali fumosi ritrovo di perditempo e malandrini che si sfidavano per soldi a biliardo. Più familiari invece le atmosfere nei bar sotto casa dove si giocava a flipper.

il jukebox

C'erano anche i jukebok, con 100 lire selezionavi tre dischi in attesa delle feste in casa il sabato pomeriggio per ballare con la ragazzina a cui si faceva il filo.

Alle feste ognuno portava i suoi 45 giri, il padrone di casa metteva a disposizione il salone a "luci accese" per il controllo dei grandi e le ragazze i panini e le bibite. 

Un classico di queste riunioni danzanti, il gioco della scopa (chi la riceveva doveva lasciare la dama al nuovo cavaliere) e quello della bottiglia (tutti in circolo, la bottiglia in terra al centro fatta girare, con bacio a chi veniva indicato dalla punta della bottiglia quando si fermava).

Ma tutti in realtà aspettavano che i genitori si stancassero di osservare l'andamento del tutto per trasferisi in cucina, era il momento tanto atteso per spegnere le luci e ballare i lenti. Il cosidetto "ballo dal mattone".

il gioco della bottiglia

Le partite si seguivano alla radio con "Tutto il calcio minuto per minuto" guidato da "Roberto Bortoluzzi dallo studio centrale". Era normale incontrare per strada persone che camminavano con i transistor attaccati alle orecchie per seguire la trasmissione.

Enrico Ameri raccontava gli incontri entrando nel dettaglio ed era collegato dal campo principale, in pratica la partita più importante della domenica, Sandro Ciotti invece con la sua inconfondibile voce roca e bassa, lo incalzava coi suoi voli pindarici e immaginifici interrompendolo con l'andamento dell'altro incontro di cartello.

Per vedere le immagini dei match, si dovevano attendere le 19, quando sul Secondo canale Rai, veniva mandato in onda un tempo della partita più importante della domenica con la cronaca registrata in diretta di Nando Martellini . 

Le sintesi di tutte le altre arrivavano dopo le 22 con la "Domenica sportiva", condotta da Milano da giornalisti del calibro di Enzo Tortora, Guido Oddo e Alfredo Pigna. Come dire, classe e competenza.

Sandro Ciotti ed Enrico Ameri

Gigi Riva, "rombo di tuono" era il più forte, Dino Zoff era già il numero uno, Giacinto Facchetti e Tarcisio Burgnich erano insuperabili, Sandro Mazzola, il "baffo" e l'abatino Gianni Rivera, si alternavano con la staffetta, Giacomo Losi era il "core de Roma".

Alla Lazio erano sbarcati due giovani sconosciuti e di belle speranze  che "saranno famosi": Giorgio Chinaglia e Pino Wilson. Li aveva pescati dalla serie C Juan Carlos Lorenzo, il mago argentino che duellava dialetticamente nei deby con Herrera. 

Era un altro calcio, un altro mondo, un'altra Italia. La vita era forse in bianco e nero ma tutti sognavano a colori. C'era una volta il primo ottobre...

Maestrelli e i suoi ragazzi alla Domenica Sportiva con Alfredo Pigna


domenica 29 settembre 2024

La Lazio mata il Toro. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Guendo è bello esse laziali -  Se ci fosse stato ancora Lucio Battisti, avrebbe dovuto aggiungere una strofa alla sua celebre canzone: oggi 29 settembre la Lazio ha battuto il Torino e ha lanciato un segnale al campionato. Una vittoria netta e meritata, per intensità e volume di gioco. Concretizzatasi nel primo tempo e amministrata nella seconda frazione che ha visto come era prevedibile, il ritorno dei granata. È una squadra corsara, che si lancia all'arrembaggio, corre e tira in porta, cose che da tempo non si vedevano e che invece grazie a Ricky Tognazzi Baroni si riescono a gustare. Copertina d'obbligo al Truciolo d'oltralpe che ha insegnato la via ai suoi compagni di merende biancocelesti con quel rigore in movimento nei primi minuti. Bravò!

8 a senti che musica coi Tavares - La freccia biancazzurra è arrivata anche sul binario dell'Olimpico del Grande Torino. Senza mai fermarsi e travolgendo tutto. Quarto assist in quattro partite. Un trionfo.

7 a Dio vede e Provedel - L'uno due su Ilic e Zapata al 42° è stato decisivo. Un doppio intervento in pochi secondi da numero uno qual è. Avete presente Fiorello?

7 all'ira di Dia - Dia...bolico, Dia...mante, Dia...la precedenza e si faccia da parte, arriva il bomber.

7 a Pighin-Sanguin-Noslin (l'evoluzione della specie) - C'ha messo 2 minuti in Europa per farsi espellere ma trenta secondi per segnare appena tornato in Italia. Daje.

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - Ha fatto di tutto. Un colpo di tacco, un assist, il coccodrillo in barriera. A proposito, il coccodrillo come fa...è pronto per lo Zecchino d'oro.

6 e mezzo a Rovella per chi non si accontenta - Ogni partita che gioca migliora. Come Simone Annichiarico a Tale e quale col suo Califano da brividi.

6+ a Lisasken dagli occhi blu - Un altro rispetto alle ultime performance. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando si tinge i capelli biondo cenere sembra la Sora Lella.

6+ a Castellano e Pipolo - Gli è mancato il gol. Ma c'ha provato. Come Sangiuliano con la Boccia.

6 a Lazzari alzati e cammina - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

6 a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - È candidato a un posto per Ballando con le stelle. La difesa che dovrebbe caricarsi sulle spalle infatti balla sempre.

6 a Gila il mondo gila - Normale amministrazione. Come Pino Insegno a Reazione a catena.

6 a Patrizia Pellegrini, Somarusic e C'ha una bella pigna - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Come Ficarra e Picone. Hanno comunque contribuito al risultato finale. E va bene così. Sipario.

senti che musica coi Tavares



sabato 28 settembre 2024

90 anni da Brigitte Bardot

 di FRANCESCO TRONCARELLI

"Non mi importa della vecchiaia, 

non l'ho nenche vista arrivare"

La sua bellezza è stata così perfetta, che anche i piccoli difetti sono stati oggetto di adorazione. Ma anche oggi che è costretta da una fastidiosa artrite a camminare con le stampelle, Brigitte Bardot, quella che negli anni Sessanta era definita dai media internazionali “la donna più bella del mondo”,  resta comunque il simbolo della Francia, di sicuro di quella Francia profonda e politicamente scorretta che detesta la gauche au caviar  .

Attrice, cantante, ballerina, la Bardot è stata una star del Cinema che è diventata il simbolo della liberazione sessuale, oltre che una bellezza intrigante e sensuale, lei è sempre stata un’artista controcorrente e perché no, dalle scelte estreme e coraggiose.

Chi avrebbe avuto “la forza” infatti di ritirarsi a vita privata, nel pieno del suo successo? Chi avrebbe preferito ai soldi e alla corte serrata di produttori, registi, attori e potenti di mezzo mondo, gli uni per una ragione gli altri per un’altra ben comprensibile, il vivere da sola con gli animali? 

Nessuno. Solo lei, B.B. come veniva chiamata da tutti, con le sole iniziali, tanta era la sua popolarità. Una popolarità che la portò ad essere scelta addirittura come modella per il busto della “Marianna”, l’emblema nazionale della repubblica francese, dallo scultore Alain Gourdon.

La sua carriera del resto è stata sfolgorante. A 16 anni sulla copertina della prestigiosa rivista ELLE, a 18 il primo film da protagonista, “Piace a troppi” (Et Dieu créa la femme…) firmato dal marito Roger Vadim, film che la fece diventare un “fenomeno” planetario a cui dedicare canzoni (ricordate quel samba intitolato a lei che si balla nei locali ancora oggi?), libri, migliaia di reportage e capi di moda.

E' sufficiente citare ad esempio le infradito capresi e i calzoni corti alle caviglie lanciati da lei, fino al bikini che per prima  sfoggiò a Saint Tropez, in Costa Azzurra, sotto i flash dei paparazzi.

Nel momento clou di quel celebre film che la lanciò definitivamente nello star system dopo tante pellicole minori, Brigitte ballava un mambo scatenato a piedi nudi (da qui l’altro appellativo di “la Dea scalza”), sudata e con i capelli in disordine. Una scena che segnò la fine del puritano periodo post bellico e l’inizio di una nuova libertà giovanile.

B.B dunque, da teen ager che amava la danza classica e sfilava nelle Maison parigine quasi per gioco a icona della femminilità negli anni del boom, figlia del suo tempo, contro i tabù imposti dalla società bacchettona ed eccessivamente perbenista.

Attrice, cantante, sex symbol. Bella, solare, spregiudicata e sicuramente ribelle a ogni conformismo al contrario della rivale d’oltreoceano Marylin Monroe, più dipendente dai poteri forti (quello maschile in primis) e puro oggetto del desiderio a prescindere.

L’unica come dicevamo, capace di lasciare i riflettori e quel dorato mondo del jet set senza rimpianti o crisi esistenziali, per dedicarsi a tempo pieno agli animali, suo antico amore. Non a caso fu lei nel 62 a vincere la battaglia contro i metodi barbari di macellazione degli animali vigenti in Francia (buoi e cavalli squartati vivi!!), come è stata lei a vincere tanti anni dopo la battaglia in favore dei cuccioli di foca, ottenendo il divieto a livello mondiale della vendita delle loro pellicce.

Tanto amata e tanto desiderata ieri, eppure, inevitabilmente, tanto criticata e biasimata oggi. Per le sue prese di posizioni anti-islamiche alla Oriana Fallaci che le hanno  procurato una condanna per incitamento all’odio razziale e per le sue simpatie per il Front National di Marine Le Pen.

Ma lei è così, è Brigitte Bardot, un'artista unica, e tutti la vogliono come è, i media di tutto il mondo infatti, nel giorno delle sue 90 primavere, le stanno dedicando reportage e servizi fotografici.

E non poteva essere diversamente, perché una diva come lei, lo è per sempre, come i diamanti, al di là delle sue posizioni ideologiche peraltro pagate in prima persona e della “cattiveria” del tempo che inesorabilmente ha offuscato il suo fascino. Del resto “Dio creò la donna” e la chiamò Brigitte, prevedendo anche le rughe. Auguri B.B.





lunedì 23 settembre 2024

Ornella e Gino, 90 anni senza fine

di FRANCESCO TRONCARELLI


Uno dopo l'altra. Lei è nata il 22 lui il 23, stesso mese, settembre, stesso anno, 1934. Li separano 24 ore, un giorno, che poi li ha accompagnati per 90 anni.

Ornella Vanoni e Gino Paoli hanno festeggiato insieme il compleanno circondati idealmente dall'affetto del pubblico che li segue e stima da sempre.

La loro è una lunga storia artistica e d'amore cominciata quando erano giovani e proseguita nel tempo anche se con un rapporto diverso, meno coinvolgente nei sentimenti e più professionale.

Agli inizi delle loro carriere
Per lei lui scrisse un brano diventato un evergreen della nostra musica leggera, quel "Senza fine" che potrebbe essere proprio la colonna sonora della loro vita.

Vergini per lo Zodiaco entrambi, nati con l'arrivo dell'Autunno, la stagione dei colori tenui nella natura e della malinconia per le giornate che terminano prima che ben si addice al loro modo di essere artisti, sono in realtà diversi.

Ornella, solare, empatica, sophisticated lady tanto da diventare un personaggio da salotto televisivo per le sua spontaneità e per le sue battute, Gino introverso, taciturno, ombroso, poco avvezzo alla mondanità e alle pubbliche relazioni.
 
in copertina su Playboy 
Due caratteri diversi per dirla con Celentano, ma con la musica da vivere in prima persona come trait d'union che li lega indissolubilmente. Oltre l'anticonformismo.

Ornella rampolla di una famiglia borghese meneghina che aveva studiato dalle Orsoline, passò dall'oggi al domani a cantare "le canzoni della Mala" che Giorgio Strehler suo pigmalione e maestro del teatro riconosciuto, aveva scritto per lei. Poi il matrimonio fallito subito, con l'impresario Lucio Ardenzi da cui ha avuto l'amato figlio Cristiano.

Poi le canzonette cone venivano chiamate allora, con la sua voce nasale e sensuale, i dischi, il Rugantino di Garinei e Giovannini, i Sanremo, i grandi successi come "Domani è un altro giorno" e "L'appuntamento", la bossa nova, Toquinho, i capolavori come "La musica è finita" e "La voglia di sognare". E la copertina e il servizio di Playboy con lei senza veli.

Paoli rappresentante insigne della Scuola Genovese insieme a De Andrè, Bruno Lauzi, Bindi, Luigi Tenco, quel gruppo di artisti cioè che rinnovava la musica leggera italiana con testi profondi dove cuore non faceva più rima con amore, vestiva scuro, con un look da esistenzialista, da impegnato vero. 

con la figlia Amanda 
Ha fumato di tutto e bevuto una bottiglia di whisky al giorno per anni, ha pure tentato il suicidio con una pistolettata al cuore ma si è salvato e la pallottola è rimasta da quel giorno vicino all'organo più importante del corpo. Lo ha fatto perchè dopo aver raggiunto il successo aveva tutto e voleva dire basta. 5 figli da tre donne diverse.

"La gatta", "Il cielo in una stanza", "Sassi", "Lei sta con me", "Ti lascio una canzone", " he cosa c'è" e quel "Sapore di sale" con l'arrangiamento (il primo per la RCA) di Ennio Morricone e il sassofono di Gato Barbieri che la leggenda vuole dedicato a Stefania Sandrelli da cui ha avuto la figlia Amanda.

A 90 anni, Ornella e Gino sono veramente due pezzi da novanta del nostro pop. E non hanno voglia di andare in pensione (anche se ovviamente la prendono da quel dì). Lei ha preparato con Elodie e Ditonellapiaga la rivisitazione del suo brano "Ti voglio", lui ha pronti tre pezzi nuovi di zecca. L'abbiamo detto, la loro è una storia "Senza fine". Auguri
 

domenica 22 settembre 2024

Lazio, sconfitta di rigore. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI


7 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana, Cantagiro 1965) - La Lazio ha perso una partita nonostante fosse andata in vantaggio con merito, per aver subito due gol da due rigori. Una situazione incredibile che potremmo definire "da Lazio" e che purtroppo annulla quello che si era visto in campo di buono. Due episodi che hanno punito eccessivamente la squadra biancoceleste ma che per la "dura legge del gol" e del fischietto assistito dal Var che vede solo contro di noi, hanno vanificato la voglia di sognare in grande per noi. Copertina d'obbligo al difensore volante che con quel colpo di testa aveva illuso tutti e riscattato i suoi precedenti errori. Peccato.

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia ma è stato il migliore per qualità vista in campo. È il valore aggiunto. Come De Martino per Rai 1 che sta facendo sfracelli coi pacchi.

6+ a Dio vede e Provedel - Una grande parata col piede finita sul palo aveva fatto credere che la Dea bendata fosse tornata ad assisterlo. Poi quei due calci dal dischetto hanno ridimensionato il suo 23.

6+ a Patric del Grande Fratello - Battiamo le mani ai veri gladiatori. Russel Crowe je spiccia casa.

6+ a Rovella per chi non si accontenta - Ha i piedi educati. Ma dovrebbe diventare un po' ignorante per concretizzare i suoi spunti. Avete presente Pio e Amdeo? Beh ne basterebbe uno.

6 a Lazzari alzati e cammina - È il Forrest Gump de noantri. Parte a razzo ma al momento della conclusione spesso si perde. Come Pier Luigi Diaco. 

6 a l'ira di Dia - Un passo indietro rispetto al partitone col Verona. Nè più nè meno di Carlo Conti col nuovo Tale e quale, più fiacco del solito.

6 a Lisasken dagli occhi blu - È partito in quarta è finito in folle e col freno a mano tirato. Sembrava voler spaccare il mondo nella prima frazione di gioco, poi l'Achille Lauro biancoceleste si è avvitato su se stesso finendo come un Fedez qualsiasi.

6- a Guendo è bello esse laziali - Con quel calcio di rigore provocato ha rovinato tutto. Come Sangiuliano con la Boccia. Un autogol clamoroso. Quando stava per riabilitarsi la traversa l'ha bloccato. Della serie quando te dice male c'è rimane solo il Divino amore.

6- a senti che musica coi Tavares - La sua proverbiale irruenza l'ha fregato e c'ha rovinato. Assist, attacco, freccia biancazzurra sul primo binario. Poi è passato col rosso travolgendo la macchina di passaggio. 

5 e mezzo a Somarusic e Pedro Pedro Pè - Ininfluenti. Come Ale e Franz.

5 a Pighin-Sanguin-Noslin (l'evoluzione della specie) - Primo tempo impalpabile, poi il pupillo di Ricky Tognazzi Baroni è uscito. Per prendere il latte per la colazione, le sigarette per lo zio, il Trigoriere per le ultime notizie sulle dimissioni della Ceo greca dalla Roma. E la partita? Poco fumo e poco arrosto.

5- a Fidel Castro Villi - Un pesce fuor d'acqua. Un corpo estraneo. Un oggetto non identificato, come gli Ufo che qualcuno dice di aver visto ma che poi nessuno ha spiegato se esistono veramente. Così lui, c'è ma non si vede, non si vede se c'è. Il marziano a Roma di Ennio Flaiano era stato accolto a furor di popolo come una gradita novità, lui invece che sempre marziano è, lo hanno accolto con scetticismo per le condizioni fisiche. Come andrà a finire? Lo scopriremo solo vivendo avrebbe detto Battisti. Per quello che non si è visto nella partita al Franchi la risposta non c'è. Sipario.

lunedì 16 settembre 2024

Lazio, con Dia e Taty si vince

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Castellano e Pipolo - La Lazio stende il Verona e sale in classifica. Ed è riuscita a segnare per prima contrariamente alle altre partite quando doveva iniziare sempre in salita. È certo un piccolo cambiamento ma è comunque fondamentale per dare fiducia al gruppo dei propri mezzi. E la vittoria ci sta tutta perché voluta fortemente da una squadra votata all'attacco e negata in difesa. Copertina d'obbligo al puntero argentino autore del gol del raddoppio e protagonista di un numero da circo con la sua Rabona che ha entusiasmato la gente laziale. Come dire, Diego Armando Castellano. Alè.

7 e mezzo all'ira di Dia - Ha rivoluzionato quello che sembrava il trend di questa squadra, andate subito sotto di un gol. E scusate se è poco. 

7 e mezzo a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia ma in compenso ha gettato nella mischia la sua qualità. Lui è un valore aggiunto non solo perché confenziona assist (primo gol) ma perché rispetto agli altri ha un'altra camminata. È bravo insomma. Come Fiorello. 

7 a senti che musica coi Tavares - una musica travolgente. Come le sue discese. Un treno.

6+ a Guendo è bello esse laziali - e quando se vince de più. Daje.

6 a Rovella per chi non si accontenta - Alla ricerca del ruolo perduto, molto movimento e poca costruzione, tanto sudare e poca sostanza. Va ripensato. Come Pino Insegno.

6 a Lazzari alzati e cammina - Tanto fumo e molto arrosto, tanto da immolarsi nel finale alla causa. Applausi.

6 a Chauna bella pigna - e si è visto!

6 a Fidel Castro Villi - Verrà anche il suo momento. 

6- a Dio vede e Provedel - Un altro. Come Vittorio Cecchi Gori che da quando si tinge i capelli biondo cenere sembra la sora Lella. Non c'è più la paratona di una volta che lo poneva un passo avanti a tutti. Ora coi compagni di merende della difesa che ballano è candidato anche lui al programma della Carlucci, ballando fra le stalle.

5 e mezzo a Lisasken dagli occhi blu - Avete presente gli sfracelli che ha combinato coi rossoneri? Dimenticatelo. Li entrò in corsa e prese il diavolo per le corna qui è entrato dal primo minuto e non ne ha presa una lasciando le corna all'arbitro.

5- - a Viale dei Romagnoli. 13 Ostia e Gila il mondo gila (Cantagiro 1965, Jimmy Fontana) - Dio li fa e poi li accoppia. Lui è peggio di me. Insieme semo un macello. Oggi le comiche ma pure le coliche. Hanno fatto rimpiangere quelle seghe di Novaretti e Bisevac che poveretti non erano proprio  capaci, figurarsi come sono andati. Più che andati non sono mai partiti. Come il trenino per Ostia. Sono l'anello debole della catena. Nè più nè meno di Pierluigi Diaco e Pif per la Rai. Conduttori di due programmi da dimenticare. Come loro due. Sipario.

la rabona


venerdì 6 settembre 2024

George Lazenby 85 anni da 007

 di FRANCESCO TRONCARELI

Sean Connery, Roger Moore, Timothy Dalton, Pierce Brosnan e Daniel Craig sono gli attori che hanno dato volto e corpo a James Bond, l'Agente 007 creato da Ian Fleming.

Tutti li ricordano nei panni dell'iconico personaggio che aveva licenza di uccidere. Tutti li riconoscono dando una rapida occhiata alle loro foto. Tutti li potrebbero citare se dovessero partecipare a un quiz televisivo.

Il problema è che i James Bond cinematografici sono stati sei. All'appello manca George Lazenby, sconosciuto al grande pubblico che invece sa tutto del carismatico Sean, dell'elegante Roger, del flemmatico Timoty, del baldo Pierce e del macho Daniel.

i sei James Bond dello schermo

Eppure Lazenby il suo 007 lo ha girato, per l'esattezza il sesto della saga, dal titolo roboante e significativo "Al servizio segreto di Sua Maestà", anno di grazia 1969. Una pellicola considerata fra le migliori della serie dalla critica e che incassò all'epoca moltissimo.

E che, tra l'altro è l'unica in cui Bond si sposa, l'attrice era Diana Rigg (e lei poi muore in una scena memorabile) e che presenta cone colonna sonora un brano di Louis Armstrong meraviglioso "All the rime in the world" che poi sarà riproposta nell'ultimo film della serie in cui Craig muore.

George Lazenby, era l'attore australiano più famoso del mondo prima dell'esplosione di Mel Gibson, eppure è stato dimenticato da tutti, a cominciare dai media. Lo dimostra il fatto che ha compiuto 85 anni e nessuno ne ha dato cenno. Come se fosse uno dei tanti vecchietti di Villa Arzilla e non un artista di fama mondiale.

James-George e la "moglie" Diana Rigg

Elegante, brillante e ironico. ha vissuto da star un periodo di notorietà forse eccessiva che si è chiuso quando ha rifiutato un contratto da un milione di dollari per interpretare altri sei film come Bond. 

Nato con una malattia congenita e cresciuto a Queanbeyan in una famiglia povera, fin da piccolo era 'un vero teppista "facevo quello che volevo e ho continuato a farlo sempre'' ha raccontato nel docufilm sulla sua vita.

Non riuscì a diplomarsi diventando così istruttore dell'esercito in qualità di esperto di arti marziali e poi abile venditore d'auto. L'amore per Belinda, ragazza dell'alta società, spedita dai genitori a Londra, porta anche lui a trasferirsi in Gran Bretagna. 

al Servizio segreto di Sua Maestà

Un giorno un fotografo gli chiede di fargli qualche scatto (''mi disse che gli uomini rudi erano di moda''), e inizia così la sua nuova vita da modello, richiestissimo in tutta Europa. La sua agente Maggie Abbott gli procura il provino per James Bond, al quale lui si presenta dopo aver 'sottratto' un abito dal sarto di Connery. 

Il fascino e l'atteggiamento sfrontato, pur non avendo mai recitato, lo portano dopo una serie di test durati quattro mesi (compreso uno sulla sua eterosessualità, per essere certi non fosse gay) al ruolo maschile più ambito nel cinema. 

L'impatto con la fama mondiale e gli eccessi, all'inizio lo divertono ma gli pesa essere identificato solo in James Bond (''Era dura vivere alla sua ombra, bisogna restare fedeli a se stessi e non è facile'').

George 85 anni

Ospite nel talk show di Johnny Carson, annuncia a sorpresa che non farà altri film come 007, una decisione che paga, con le ritorsioni dei produttori e gli articoli negativi sulla stampa: ''Venni totalmente bandito dopo Bond, non riuscii a fare altri film degni di nota, il mio nome diventò una barzelletta'''. 

Col senno di poi, pensa che avrebbe dovuto fare almeno un altro film di 007 ma ''comunque questo è quello che sono, ho vissuto la mia vita come volevo''. Dopo Bond si è sposato, è diventato padre, e ha avuto successo nel settore immobiliare.

Ha girato anche altri film, una cinquantina tra quelli con Bruce Lee e varie serie TV, ma non hanno avuto lo stesso successo e impatto nell'immaginario collettivo. Ma va bene lo stesso. A Lazenby che piaccia o no è il decano degli 007 cinematografici, è bastato servire con onore la regina Elisabetta. Buon compleanno George.



sabato 31 agosto 2024

La Lazio vede il Diavolo. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7 e mezzo a Castellano e Pipolo - La Lazio ha pareggiato col Milan una partita che ha avuto la possibilità di vincere. Subìto il solito gol nei primi minuti, la formazione biancoceleste è riuscita a recuperare terreno e gioco pareggiando prima e addirittuta passando in vantaggio. A quel punto i cambi dei rossoneri hanno fatto la differenza e il Diavolo ha pareggiato i conti. Certo se fossero stati assegnati i due rigori per i falli di mano dei rossoneri ora probabilmente parleremo d'altro ma tant'è e ci si deve purtroppo accontentare. Di positivo comunque la reazione della squadra che da imprecisa e imballata quale era nei primi 45 minuti è riuscita a cambiare marcia seguendo l'esempio del puntero argentino che non si è mai arreso. A lui la copertina.

7 e mezzo a l'ira di Dia - Un quasi gol nei primi minuti un grande gol nella ripresa. Dio perdona Dia no.

7 a senti che musica coi Tavares - È l'ultimo dei fratelli canterini e anche lui pur giocando a calcio jele canta volentieri agli avversari. Una spina nel fianco del Diavolo, un assatanato sulla fascia. Uno che viva Dio ce la mette tutta.

6+ a Lisasken dagli occhi blu - È entrato in campo nel secondo tempo ed è cambiata la partita. Movimento, scatti, cross. Finalmente si è visto qualcosa di importante. 

6+ a Guendo è bello esse laziali - Daje belli capelli, col casino organizzato alla Fascetti che riproponi se viaggia alla grande.

6 a Rovella per chi non si accontenta - Il guaio che il primo ad accontentarsi è proprio lui. Compitino e via.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. Anzi lo ha fatto, ma je l ha tirata in bocca al portiere. 

5 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

5 e mezzo a Dio vede e Provedel - Per farfalle in occasione del gol milanista. Stava giocando a burraco coi fotografi. Dall'oroscopo di Branco la luna consiglia: pensate al vostro lavoro, le distrazioni non pagano. Chiedere a Beppe Grillo che Conte se lo sta a incartà.

5 e mezzo a Somarusic - Cambiano gli allenatori ma lui continua a trovare posto. È il quarto mistero di Fatima.

5 e mezzo a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - La difesa balla che è una bellezza. Cha cha cha, twist, tango ce n'è per tutti. E il maestro di danze è lui. Cambiano i compagni di merende che lo affiancano ma se balla sempre. Mandamolo da Milly Carlucci e non se ne parli più.

5 a Patric del Grande Fratello - se pure un veterano di mille battaglie perde colpi al primo assalto allora c'è da preoccuparsi. Reagisci leone. Sennò semo rovinati.

5- a Chauna bella pigna - ma pure tante difficoltà a giocare a pallone. Ma la colpa non è sua ma di chi l'ha preso. Sipario.

i Tavares


Lisa dagli occhi blu

di FRANCESCO TRONCARELLI

31 Agosto 1969, Mario Tessuto è primo in classifica dei 45 giri piu' venduti con " Lisa dagli occhi blu", ad annunciarlo è Lelio Luttazzi dai microfoni di "Hit parade", la trasmissione in onda ogni venerdì dalle ore 13 e fra le più seguite della Radio in quegli anni.

Il brano diventa subito il classico tormentone estivo gettonato in tutti i juke box della penisola e risulterà il quarto singolo più venduto di quell'anno, un successo cosi grande da trasformarlo nell'omonimo musicarello per la regia di Bruno Corbucci con un cast ricco di nomi di rilievo come Silvia Dionisio, Gino Bramieri e Nino Taranto.

Testo di Giancarlo Bigazzi e musica di Claudio Cavallaro, il pezzo si classificò al secondo posto a "Un disco per l'estate" dietro a "Pensando a te" di Al Bano con cui si divise i favori del pubblico giovanile non ancora conquistato dalla musica beat proposta dai gruppi dei "capelloni".

Originariamente la storia raccontata nella canzone venne scritta da un ragazzo di Bisignano, un paesino in provincia di Cosenza, Mario Guido, che in futuro sarebbe diventato professore di Lettere. Aveva scritto una poesia per una sua ex compagna della II B del Liceo di San Demetrio Corone della quale si era invaghito.

La poesia fu fatta girare nell'ambiente discografico e venne acquistata da un produttore per 150mila lire, che a sua volta la girò a Bigazzi che con gli opportuni ritocchi da autore navigato quale era, ne fece la canzone conosciuta da tutti.

Mario Tessuto con questo brano che diventerà il suo cavallo di battaglia, esplose letteralmente nella scena musicale italiana partecipando così alle varie manifestazioni dell'epoca come Canzonissima e partecipando a Sanremo in coppia con la Berti, ma non riuscì più a ripetere l'exploit di Lisa.

Il brano ha avuto anche un riscontro internazionale. Nicola di Bari infatti incise la versione in castigliano con il titolo Lisa de los ojos azules, uscito in Argentina e Cile ed inserito nella raccolta Los grandes éxitos de Nicola di Bari che ebbe un ottimo successo in tutta l'America latina.

Nel 1984 fu poi la volta del cantante d'oltralpe Pascal che la ripropose nella versione in francese, intitolata "Petite fille aux yeux bleus" che riscosse un buon successo nei paesi francofoni.

Per la cronaca, Lisa, vero nome Elisa, cresciuta e diplomatosi, ormai senza le famose trecce ma sempre con quegli occhi blu, dopo aver fatto strage di cuori a scuola si sposò felicemente con un ragazzo conosciuto in vacanza. Non si sa se ballando quel tormentone diventato un classico da mattonella.

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla gio...