domenica 26 maggio 2024

Lazio, si chiude coi fischi. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

10 a Sven Goran Eriksson la la la la la - Sono le 18 e 4 minuti del 14 maggio del 2000, la Lazio è campione d'Italia, ma non solo, con lui ha vinto anche la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea, due Coppe Italia e due Supercoppe nel giro di solo tre stagioni. Grazie Mister, signore sul campo e nella vita, hai dato tanto per noi, ti vogliamo bene. L'affetto e la vicinanza della gente laziale ti possa scaldare il cuore e dare la forza per sopportare il tuo calvario.

6 e mezzo ad avviso di Kamada - La Lazio ha chiuso con un pareggio deludente un campionato che ha regalato poche soddisfazioni ai tifosi biancocelesti. Certo il cambio di allenatore ha dato una scossa quanto a risultati ma poco si è visto a livello di gioco. E la partita col Sassuolo ne è stata l'ennesima conferma. Non a caso il giapponese dal volto umano che è stato il migliore ne è il perfetto testimonial a cominciare dai suoi tentativi di tessere le trame del gioco per finire con il fallo inutile che ha commesso e che ha determinato il gol del pareggio. Meno male che è finito sto strazio e gli unici a non meritarlo sono proprio quelli che l'hanno patito. I tifosi. 

6 e mezzo a Benigno Zaccagnini - L'arciere ha scagliato la sua freccia e ha fatto centro. È un buon segnale per il futuro prossimo venturo.

6 a Rovella per chi non si accontenta - È partito in quarta è finito in folle. Come Vittorio Sgarbi.

6+ a Guendalina facce sognà - Ha portato caciara e vitalità. Non è lo stesso degli esordi brucianti però. Come Paolantoni. Che prima faceva ride mo' fa piagne.

6+ a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico e in tuttigli stadi d'Italia è arrivato al capolinea. Era sbarcato 8 anni fa a Roma da bambino se ne va da uomo. 58 gol, 55 assist e 326 presenze fra alti e bassi con le ultime 150 giocate di seguito. Un record nel bene e nel male come le sue prestazioni altalenanti velate da quella saudade intensa che è stata il suo marchio di fabbrica. Bandolero stanco a tutto tondo andando via sarà accompagnato da una scia di lacrime e rimpianti per la sua fedeltà indiscussa e il suo talento spesso inespresso e a lunghi tratti espresso, come quelle tazzine fumanti al bar che ti rimettono in sesto. Protagonista indiscusso delle Pagelliadi lascerà un vuoto incolmabile a chi come noi l'ha  fustigato col sorriso volendogli comunque un gran bene e a chi lo ha applaudito a prescindere cogli occhi foderati di prosciutto. Obrigado Filippetto arrivederci e salutare a soreta, la tua abile manager.

6 a Gila il mondo gila (Jimmy Fontana Cantagiro 1965) - Meno incisivo del solito. Come Pier Luigi Diaco da Mara Venier. 

6 - a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Punto fermo. Ma proprio fermo. Tanto da spizzare la palla verso il calciatore neroverde che ha pareggiato.

6- a Dio vede e Provedel - Non ha fatto il miracolo. Altrimenti sarebbe stato da 10.

6- a Miei cari amici Vecino e lontani - All'inizio si è involato, col passare del si è involuto è finito involtino.

5 e mezzo a Patrizia Pellegrini - Tanto fumo e poco arrosto. Come Massimo Giletti.

5 e mezzo al Ciro d'Italia - Ei fu.

5 a Somarusic - Ha fatto più danni lui in questa stagione che Marino quando era Sindaco di Roma. E anche contro il Sassuolo non ha combinato nulla di buono. Ma per fortuna neanche di cattivo. Un altro che dovrebbe fare fagotto. 

5 a Castellano e Pipolo - Lui e il calcio sono agli antipodi. Disertore della Pampa e pure della vanga non riesce a dare un senso alle sue apparizioni in campo. Come Riccardo Rossi in tv. Se lui è la punta di diamante del prossimo campionato, siamo rovinati. 

4 a Hysaj che i papaveri - Al 3° minuto ha avuto sui suoi piedi fucilati l'occasione per mettere una toppa alla sua stagione fallimentare. Ma se l'è cacata in modo ignobile prendendo in pieno il portiere col suo tiro centrale e debolissimo. E ha preso pure la mira pe fa sta cappellata. Se avesse segnato la partita avrebbe preso subito la direzione giusta. Lo abbiamo detto più volte, è il quarto mistero di Fatima ma nessuno riesce a spiegarlo perchè giochi. E il guaio che non lo sa neanche lui. Dovrebbe finire in uno scantinato di Formello a pane e acqua e poi messo alla porta. Ma chi se lo pija? A non rivederlo più. Sipario



mercoledì 22 maggio 2024

Nonno Franco nato prima della Roma

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Probabilmente è il laziale più anziano di tutti, sicuramente quello fra le Aquile più vetuste che a tutt'oggi segue ogni domenica la Prima squadra della Capitale e la tifa con passione.

La certezza assoluta comunque è che più grande della Roma perchè è nato prima. Franco Anacleto Catulli per tutti Nonno Franco, è nato il 7 gennaio del 1926, quindi un anno prima della squadra voluta dal Regime fascista con la fusione di tanti Club minori nel, giorno e mese fate voi perchè non lo sanno neanche loro, del 1927.

A farlo avvicinare alla Lazio fu il consuocero Felice Bruziches, che lo portò allo stadio a vedere i calciatori biancocelesti in azione. E da quel momento fu grande amore.

Sempre presente in curva Sud fino agli anni 70 là dove c'era il tifo laziale più caldo, per godersi i trionfi della banda Maestrelli, sempre presente poi in Monte Mario con parenti e nipoti come Felice Bruziches, stesso nome in onore dell'altro nonno, dove ha visto i trionfi di Eriksson e Cragnotti.

L'ha fermato solo il Covid con lo stop alle presenze all'Olimpico, impedimento che lo ha costretto a tifare davanti il televisore con la moglie, Maria Petti, con cui ha festeggiato i 70 anni di matrimonio lo scorso aprile.

Nonno Franco ex calzolaio e già commerciante di calzature all'Esquilino che viaggia spedito verso i 99 anni, è una istituzione a Caprarola, città d'origine che come lui stesso ricorda nel '26 era provincia di Roma.

E proprio nello splendido borgo della Tuscia ha ricevuto il meritato riconoscimento alla sua lazialità indefessa. È successo in occasione della festa per il Cinquantennale dello Scudetto del 74 organizzata dal locale Lazio Club animato da Pietro Graziani e Gabriele Rita, svoltasi nel Teatro comunale.

Per lui è stata chiamata infatti la standing ovation del pubblico in sala e degli ospiti presenti sul palco, ovvero i figli d'arte Massimo Maestrelli, Matteo D'Amico, Gabriele Pulici e Guido Bezzi e l'ex calciatore Giancarlo Oddi che lo hanno applaudito con piacere.

"La Roma non c'era quando sono nato!" ha detto Nonno Franco e il Teatro è venuto letteralmente giù per l'entusiasmo come per un gol di Ciro Immobile. Hanno ragione Alan e Velia Donati, quanto è bello esse laziali, e se si è nati prima di quegli altri lo è ancora di più.

 

martedì 21 maggio 2024

80 voglia di Carmen Villani

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Quella voce calda e squillante, quel sorriso ammaliante che ti conquistava subito ma anche un fisico da pin up che riempiva gli schermi dei cinema. Carmen Villani è stata per decenni uno dei personaggi dello Spettacolo più popolari e applauditi dal pubblico. 

Dagli esordi giovanissima col mitico Fred Buscaglione ai Sanremo con Pino Donaggio e Domenico Modugno sino alle commedie sexy con Walter Chiari. Lei c'era sempre, simpatica, brillante e soprattutto bella e brava, caratteristiche che ovviamente aiutano molto chi fa il mestiere di artista.

Circondata dall'affetto dei familiari, oggi compie 80 anni nel suo buon retiro nella campagna modenese,  senza rimpianti per aver lasciato quel mondo che pure aveva tanto amato e di cui era stata una protagonista. 

A soli sedici anni, nel 1960, aveva vinto a Castrocaro, trampolino di lancio per cantanti emergenti. Subito un provino col maestro Intra e un disco che attirò l'interesse di Fred Buscaglione che la volle col suo gruppo. gli Asternovas, con cui girava i night del Bel paese. 

Pino Donaggio e Carmen Villani

In questo periodo trascorso col cantante dalla voce roca e i tempi da artista d'oltroceano, la voce della Villani si arricchì di uno swing di marcato stampo americano che non l’avrebbe più abbandonata. La prematura scomparsa del baffo della canzone in un tragico incidente nei pressi di via Veneto a Roma, interruppe però un sodalizio che li avrebbe portati a condurre Canzonissima.

Carmen ovviamente non si fermò, nuovi dischi tante serate, e il primo approccio col Cinema importante accanto a Gian Maria Volonté nel film “Un uomo da bruciare” dei fratelli Taviani. Poi venne scritturata dalla Rai di Roma e per due anni lavorò sotto la  direzione artistica di Lelio Luttazzi in “Strettamente musicale” e ne “Il Paroliere questo sconosciuto”. 

Nel 1962  il 45 giri "La mia strada" entrò per la rima volta in classifica e a questo brano seguirono "Potrai fidarti di me" (cover di “You can depend on me”), "Brucia" (“Come and get it”), "Io sono così" (di Burt Bacharach) sino ad arrivare alla spumeggiante "Congratulazioni a te". 

Ormai era diventata un nome fra i giovani artisti della musica leggera italiana tanto che nel 1965, avrebbe dovuto interpretare a Sanremo in coppia con Paul Anka il brano "La verità", ma non fu possibile in quanto in quell’edizione l’RCA, casa discografica del cantante canadese, si ritirò per protesta dalla manifestazione. 

Colonna sonora di Aduleterio all'italiana

Lei non si perse d’animo e pubblicò altri singoli di livello, come la sofferta "Amerai solo me", "Anche se mi vuoi" (rifacimento di “Tossin’ and turning” degli inglesi Ivy League) e il suo splendido retro, "Passa il tempo" che come spesso accade per certi Lati B dei 45 giri andò meglio.

Poi fu la volta di "Bada Caterina" il suo pezzo più conosciuto che arrivò in testa alla Hit parade. Insieme al lato B del 45 giri "Brillo e bollo" faceva parte della colonna sonora del film di grande successo “Adulterio all’italiana” con Nino Manfredi e Catherine Spaak. 

Il taglio beat e scanzonato, il testo sbarazzino e ribelle di "Bada Caterina" fecero sì che tante giovanissime si identificassero in Carmen letteralmente trascinate dalla voglia di ascoltare dischi ad alto volume che lei esprimeva in quella canzone. 

Con l’avvento del Movimento beat e delle canzoni di protesta, nel 1966 Umberto Napolitano scrisse il brano "Chitarre contro la guerra" che presentato al Festival delle rose all'Hilton di Roma, ottenne un buon successo nell’interpretazione della Villani.

Seguirono le partecipazioni al Disco per l'Estate e Canzonissima e a Sanremo, dove cantò "Io per amore", "Hippy" con Fausto Leali, "Come stai" con Modugno e "Piccola piccola" con cui tornò in vetta alle classifiche.

Pisu e Provolino con Carmen e Fanella

La televisione non poteva lasciarsi sfuggire un'artista come lei, dotata di una simpatia innata e un fascino da vendere. Per due anni così condusse accanto a Raffaele Pisu, Ric e Gian, i programmi televisivi “Domenica è un'altra cosa” e “Che domenica amici!”, scritti da Castellano e Pipolo con la regia di Vito Molinari e la direzione musicale di Gorni Kramer.

In queste trasmissioni lanciò la bambola Fanella rivale di Provolino il pupazzo animato da Pisu, diventando col suo look, minigonne da urlo e stivaloni lucidi, l'idolo dei teen agers di quegli anni, ruolo ed immagine che poi replicherà anche con Pippo Baudo successivamente nel programa "Domenica con noi".

Collaborazioni importanti poi con Piero Ciampi ("Bambino mio" con un testo che parlava di divorzio in tempi in cui era praticamente proibito), Lucio Battisti ("Perchè dovrei"), Ennio Morricone ("L’ultimo uomo di Sara") incisa per l’omonimo film, e "Un calcio al cuore" che Ornella Vanoni incise poi con il titolo "E difficile non amarsi più" (nell’album "La voglia di sognare" del 1974) con il nuovo testo di Sergio Bardotti. 

In questo periodo parallelamente alla sua attività di cantante che andava a gonfie vele, Carmen iniziò quella di attrice, favorita in questo dall'attività del marito, il regista pluripremiato di spot pubblicitari Mauro Ivaldi. Il debutto avvenne in “Anima mia” (dove lei canta per prima la celebre canzone dei Cugini di Campagna). 

Il film passò inosservato ma non il successivo “L'amica di mia madre”, sempre di Ivaldi con Barbara Bouchet, che ottenne invece un buon successo di pubblico cui seguirono i due film cult, campioni di incassi della stagione cinematografica, “La supplente” diretto da Guido Leoni e "La supplente va in città" che lanciarono il genere di pellicole sexy con insegnanti procaci, studenti in estasi e così via.

Star su Playmen

Film vietati ai minori, che rivisti oggi fanno sorridere per quell'erotismo velato e mai volgare di cui erano intrisi ma che all'epoca facevano scalpore come i loro titoli, tipo il plurisequestrato “Lingua d'argento” e “Lettomania”. 

Carmen diventò così il sex symbol di una generazione al pari di altre star del settore come la Bouchet, Edwige Fenech e Nadia Cassini, pur puntando al contrario delle altre, "sul visto non visto" e l'ironia del tutto che sul "nudo sotto la doccia" delle altre.

Dopo la scomparsa del marito e una serie di pellicole girate in Spagna negli anni 80, Carmen abbandonò il cinema e dopo un lungo periodo di stasi, è tornata ad esibirsi in pubblico, realizzando nel 2004 come autrice il musical "Una volta nella vita" su testi di Bruno Lauzi.

Da allora un alone di silenzio la avvolge, dimenticata dagli addetti ai lavori e soprattutto da quelli specializzati nel vintage e nelle passerelle dei migliori anni della nostra vita, lei che ne è stata una valida protagonista, con quella voce da gospel e quel ritmo innato che la contraddistingueva dalle altre.

Nessuno ha avuto la briga di andarla a cercare, di riportarla davanti un obiettivo, di registrare un'intervista con lei. E di materiale ce ne sarebbe, di storie da ascoltare pure. E vedrete che oggi anche le sue 80 primavere passeranno inosservate. 

La Villani non fa più notizia, è fuori moda, ma per chi l'ha apprezzata per il suo fascino e ha ballato le sue canzoni sulle ali di una gioventù felice e spensierata un posto in prima fila nell'album dei ricordi ci sarà sempre.

Tanti auguri Carmen!


domenica 19 maggio 2024

Lazio che peccato. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

8 a Dio vede e Provedel - La Lazio  ha giocato una grande partita a Milano, dominando in lungo e in largo e andando meritatamente in vantaggio. Poi ovviamente c'è stato il ritorno dell'Inter ma il portierone al rientro dall'infortunio ha sfoderato una decina di interventi decisivi. Il gol del pareggio però era in agguato e infatti è arrivato in seguito ad una punizione inesistente. Era scritto che i campioni d'Italia non potessero perdere in casa nel giorno del trionfo. Pazienza ma la Lazio targata Tudor c'è. J' ha dato na bella scossa.

8 ad avviso di Kamada - Che gol! Che partita! Che giocatore! Finalmente se semo levati da torno il cinese che lo copiava e stava in campo al posto suo, non se ne era accorto nessuno che era un falso e pure riuscito male. Su di lui va costruita la nuova squadra. Punto.

7+ a Gila il mondo gila  (Jimmy Fontana Cantagiro 1965) - È come le cartelle pazze dell'agenzia delle entrate, una certezza. Prima o poi arrivano e anche lui c'è sempre. Bravo. De più.

7 a Rovella per chi non si accontenta - L'assist al nipponico è la ciliegina sulla torta di una grande prestazione. Chi ci segue lo sa, non si capiva perché non giocasse. Finalmente lo ha capito pure l'allenatore. 

6+ a Patric del Grande Fratello - Battiamo le mani.

6 a Miei cari amici Vecino e lontani - La solita prestazione di quantità. E per un soffio gli è stato negato il solito gol. Mannaggia la pupazza. 

6 a Patrizia Pellegrini - Dimenticato negli scantinati di Formello, è riemerso a sorpresa fra i protagonisti della partita. Come è andato? Al solito, tanto fumo e un po' d'arrosto come un Massimo Giletti qualsiasi.

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. Speriamo la riservi per l'ultima partita.

6 a Casale degli Ulivi Agriturismo - Per fortuna non ha combinato i soliti casini. Nè più nè meno di Morgan.

6- a Somarusic - L'unica toppa in occasione del gol per il resto ha camminato. Speriamo che cammini anche per trovare altre strade. E ho detto tutto.

6- a Lupo Alberto e Pasquale Ametrano Anderson - Erano i migliori, come Gassman e Albertone, sono scivolati via via nell'avanspettacolo come Martufello e Alvaro Vitali. Se ne andranno lasciando comunque rimpianti. 

6 a Hysaj che i papaveri - Quando le cose vanno bene tutto fa Broadway. Pure lui che non sa il motivo per cui giochi a calcio. È il terzo mistero di Fatima ma va benestessoesso perché non lo svelerà nessuno. 

5 a Castellano e Pipolo - Il gol che gli hanno annullato era un capolavoro. Fuorigioco dice, che per uno che sta fori de suo è una medaglia al valore. Disertore della Pampa storico ha fatto rimpiangere quella pippa al sugo di Nina Murici quando si è mangiato solo davanti al portiere avversario il gol del raddoppio. Un pianto greco.Che tristezza. Sipario. 


domenica 12 maggio 2024

La Lazio è sempre Meravigliosa. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

110 e lode alla banda Maestrelli - Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico. 50 anni dopo sono in prima pagina su tutti i giornali e nel cuore della gente laziale. Il tributo a loro e ai figli di quelli che ci hanno lasciato che l'Olimpico gli ha tributato è stato emozionante e coinvolgente. Quella Lazio è entrata nella Storia ed è immortale. Grazie ragazzi del 74 a Voi onore eterno. 

8 a Patric del Grande Fratello - È un segno del destino che er Caciara dei bei tempi degli esordi, abbia segnato nel giorno del Cinquantennale dello Scudeto. Lui il più bistrattato che in questi anni ha fatto un percorso ottimo, trasformandosi da brutto anatroccolo a cigno reale. E con l'Aquila nel cuore. Battiamo le mani perchè quanno je ricapita.

7 e mezzo a che Dio ce la Mandas buona - Le uscite da kamikaze e le parate impossibili (35° su Caputo, 87° su Sphendi). Si conferma sempre di più la voce che lo vuole figlio più o meno legittimo di Rosario Di Vincenzo cui somiglia in modo impressionante anche fisicamente. Avanti Zarin junior!

7+ a Miei cari amici Vecino e lontani - E segna sempre lui si chiama Beppe Vecino... vabè Matias ma segna sempre aò se segna.

7 ad avviso di Kamada - Dal Sol levante al Sol crescente è un attimo. Il cinese che imitava il giapponese è solo un ricordo, questo è l'originale made in Japan e se vede. Tutta un'altra musica tra sushi e arigatò. Sayonara per tutti.

6+ a Guendalina facce sognà - Tanto fumo e un po' d'arrosto. Come Pier Luigi Diaco.

6+ a Rovella per chi non si accontenta - Bravo, perchè non debba giocare dall'inizio prima i poi ce lo spiegheranno

6 a Benigno Zaccagnini - L'arciere non ha scagliato la sua freccia. È rimasto a guardare. Come Amadeus all'ultima puntata di Fiorello.

6 a Somarusic - Nè carne nè pesce. Nè. 

6- a Lazzari alzati e cammina - Arzate a cornuto arzate, cit. Mario Brega, Bianchi, rosso e Verdone

6- al Ciro d'Italia - Solo davanti alla porta è scivolato sempre. E senza buccia di banana. Un segnale preoccupante che fa riflettere. Capolinea? 

6- a Viale dei Romagnoli, 13 Ostia - Ha ballato come non mai. Irriconoscibile. Come Mollica che senza occhiali sembra la Sora Lella.

5 e mezzo a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti iTuristiper caso come lui in vacanza perenne all'Olimpico c'era da temere il peggio. E lui non ha smentito i suoi detrattori presentandosi in bermuda col secchiello e la paletta. È già proiettato a Copocabana. Beato lui.

5 e mezzo a Castellano e Pipolo   Un colpo di tacco nel nulla cosmico di una prestazione indifendibile. Disertore della Pampa vero ha trovato l'America a Formello come Wanda Nara alla RAI.

5 e mezzo a Hysaj che i papaveri - Il quarto mistero di Fatima fattosi persona. Nessuno sa perché giochi a calcio, il problema è che non lo sa nemmeno lui. Sipario.




Lazio, scudetto del 74: ecco il video inedito

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Emozionarsi per un film, per una pellicola particolare, per un video che racconta una giornata speciale vissuta all'Olimpico da un popolo in festa per un sogno diventato realtà. Una chicca straordinaria che ti rimanda a un mondo che non c'è più ma che è stato bello vivere quando la Lazio era una grande famiglia ed era vissuto dalle famiglie intere.

Genitori, figli e nonni tutti insieme appassionatamente per tifare i colori biancocelesti e vederli vincere grazie alla banda Maestrelli. Tutto questo è in un filmino amatoriale girato il 12 maggio del 1974, una data storica per chi ha la Prima squadra della Capitale nel cuore, quella del giorno in cui il sodalizio che ha portato il calcio a Roma vinse il primo scudetto della sua storia.

E' un superotto a colori che racconta quel famoso Lazio-Foggia cogli occhi di una famiglia di laziali come tante, che quella domenica di maggio partecipò a un evento memorabile. Un evento che coinvolse 83mila e rotti presenti paganti, record ineguagliato nella storia delle partite giocate all'Olimpico da sempre.

Immagini riprese alla buona, con una di quelle cineprese che in quel periodo si usavano per le occasioni speciali (matrimoni, comunioni, vacanze, gite), ma proprio per questo sono immagini eccezionali, perchè sanno di amore, di passione, di tifo spontaneo e casareccio, di quando il calcio era a misura d'uomo e non di sponsor, quando si andava allo stadio con la giacca, il panino e il fiasco di vino. E con la bandiera.

Sette minuti di Lazio, sette minuti di brividi, sette minuti di emozioni, sette minuti di uno Scudetto che ancora oggi fa venire i lucciconi. Iniziano con la femminuccia di casa che guarda l'obiettivo poi c'è il fratello.

Ha la bandiera in mano, la sventola, e come lui tanti altri tifosi si avviano verso la giornata più bella della loro vita, tra palloncini colorati e bandiere al vento. Da quel momento è tutto un susseguirsi di emozioni e flash di una partita vista dalla Sud, dove negli anni 70 c'era il cuore del tifo biancoceleste.

Il gruppo è posizionato in basso, subito sopra il parterre, lato verso la tribuna Tevere. E subito arriva un momento bellissimo: Luciano, il capo tifoso storico che avevo immortolato nel mio film "Ultimo mambo all'Olimpico", sfila nei posti in piedi, il parterre, con uno starno vestito, una specie di saio da monaco a righe biancocelesti.

Una maschera incredibile come lui, che mentre cammina agita due bandiere, una per mano. Poi migliaia di bandiere al vento svegliano lo stadio, i tifosi sono già a mille, ecco papà Sabatello, capello lungo alla Pooh come andavano in quel periodo che agita un campanaccio, i figlioli contenti come la gente intorno a lui col cappello della Rosso Antico che veniva regalato quel giorno.

Entra Lenzini, il presidente, siamo al 2° minuto e una manciata di secondi del video, è l'apoteosi, lo stadio esplode, lui saluta soddisfatto il pubblico, felice di essere arrivato a questo match così importante che può regalare in anticipo di una giornata il Tricolore a Roma. Lo si vede vicinissimo il Sor Umberto.

E si capisce dall'entusiasmo generale, come fosse amato e perchè ancora oggi viene rimpianto da chi c'era allora. Poi è il momento delle squadre e le bandiere tornano ad impazzire al vento, ecco Felice Pulici che si avvia alla sua porta compiendo il solito rituale: un tocco con le mani all'incorocio sinistro, poi a quello destro.

Inizia la partita, foggiani e laziali "combattono",  le azioni si susseguono, ma sta per arrivare il momento clou. E' il minuto 3 del filmato, c'è il rigore. Chinaglia è pronto, lo si vede bene, inizia la rincorsa, parte la bomba, tutti schizzano in piedi, anche davanti la cinepresa, è letteralmente il caos.

L'Olimpico è tutta una bandiera, l'entusiasmo è a mille. E' fatta. E così al minuto 4° si vede l'invasione di campo. Uno, due, dieci, mille tifosi entrano sul prato dell'Olimpico, sugli spalti la ripesa coglie due fratelli, sono in estasi e frastornati, le guance rosse per l'eccitazione, uno beve direttamente dal fiasco di vino l'altro piange e si asciuga le lacrime, sul tabellone a caratteri cubitali compare la scritta LAZIO.

Mezzo stadio è entrato in campo ed è iniziata la folle, liberatoria corsa sulla pista che circonda il rettangolo di gioco, una marea di tifosi corre con le bandiere, giri su giri, un carosello impazzito di felicità che non si era mai visto nè si vedrà mai più.

Una mongolfiera si alza verso il cielo, tutti si abbracciano c'è chi piange per la gioia. Scene incredibili che ti scuotono, poesia pura, meglio di un film neorealista di Vittorio De Sica o di una pellicola visonaria di Fellini. E la felicità continuerà fuori l'Olimpico con una Fiat Giardinetta addobbata per la festa.

La festa per il sogno raggiunto, la festa di una famiglia laziale, come avrebbe potuto essere la nostra. Come l'hanno vissuta i nostri genitori, i nostri fratelli, noi. Grazie Lazio, grazie a chi c'era e soprattutto grazie alla famiglia Sabatello che ha effettuato con tanta passione le riprese amatoriali, grazie a questa famiglia che è la famiglia di tutti noi laziali.

 


sabato 4 maggio 2024

La Lazio è immobile. Le Pagelliadi

 di FRANCESCO TRONCARELLI

7 a miei cari amici Vecino e lontani - Una Lazio sbadata e messa male in campo non riesce a vincere a Monza, nonostante fosse andata due volte in vantaggio. Troppe amnesie difensive, troppe assenze ingiustificate nei suoi uomini migliori, troppi cambi sbagliati, troppo di tutto in negativo per poter portare a casa i tre punti che servivano come il pane per poter sperare ancora in un posto al sole. Non si sono viste trame di gioco, nè ripartenze travolgenti, solo una difesa strenua ma alla lunga inutile. Una Lazio immobile insomma avvitata su se stessa. Copertina all'uruguagio che in ogni caso ha illuso un po' tutti e forse se stesso che ce la si potesse fare.

7 al Ciro d'Italia - Il Re è tornato, viva il Re. 201 gol con l'Aquila sul petto. E ci provi chi lo critica. Muti!

7 ad Avviso di Kamada - Da figlio sventurato del Sol Levante a samurai invincibile di Tokio e dintorni. Praticamente è un altro. Come Cecchi Gori che da quando se tinge i capelli biondo cenere sembra la controfigura della Sora Lella. 

6 e mezzo a che Dio ce la Mandas buona - Loro ci prendevano a pallonate e lui le prendeva. Sempre più in tiro sempre più figlio illegittimo di Rosario Di Vincenzo. Kamikaze come lui nelle uscite, sfrontato come lui nel profilo non a caso greco.

6 a Viale dei Romagnoli,13 Ostia - L'unico a reggere l'urto dei lombardi. Ma l'urto dei nervi della gente laziale a vedere l'assedio nell'area nostra chi lo reggeva?

6- a Patric del Grande Fratello - Il ritorno del Caciara. Qualche erroraccio, qualche recupero, qualche. 

6- a Guendalina facce sognà - Guendo non è in forma la squadra soffre. 

5 e mezzo a Lupo Alberto - Nessun coniglio dal cilindro solo tanti sbadigli da bipolare assoluto qual è. E Silvan tira il fiato.

5 e mezzo a Somarusic - Nè carne nè pesce. Avete presente Riccardo Rossi?

5 a Benigno Zaccagnini - Nervosetto anziché no, ha ricordato il miglior Morgan. Dall'oroscopo di Branco la luna consiglia: flebo di camomilla, e passa tutto.

5 a Casale degli Ulivi Agriturismo - Entra al posto di un ammonito e viene ammonito subito. Finirà nella Settimana Enigmistica nella rubrica Incredibile ma vero.

5 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che hanno tutti i Turisti per caso come lui in vacanza perenne in tutti gli stadi d'Italia c'era da temere il peggio. E il bandolero stanco non ha deluso le aspettative giocando si fa per dire una delle sue partite più brutte di sempre. Una prestazione da dimenticare insomma come quella di Biggio ai David di Donatello. Una schifezza.

5 a Castellano e Pipolo e Massimo Di Cataldi- Della serie lui è peggio di me.

5- a Hysaj che I papaveri - Era il quarto mistero di Fatima quando allenava Sarri ora è il mistero della Madonnina di Civitavecchia, fa lacrimà i tifosi appena prende palla. Sipario.




Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla gio...