martedì 25 giugno 2019

Michael Jackson, dieci anni di solitudine

di FRANCESCO TRONCARELLI



Un artista tra i più acclamati, ma non c'è nessuno che abbia voglia di ricordarlo degnamente. Potrebbe sembrare strano, non è mai successo in circostanze simili, ma è proprio così. Dieci anni fa il mondo del pop perdeva il suo re ma sono pochi, fra chi tira le fila dei media, che hanno voglia di celebrarlo. Il 25 giugno del 2009, il cuore cinquantenne di Michael Jackson artista conosciuto e applaudito in tutto il mondo, cedeva per una overdose dell'anestetico Propofol. Una morte giunta inaspettata mentre stava preparando "This Is It", lo show che avrebbe dovuto mettere in scena a Londra e che rappresentava il suo ritorno sulle scene. Nonostante l'importanza di Jackson nella storia della musica del '900, il decennale della sua scomparsa viene però celebrato in tono minore. E tutti sappiamo perchè.

Nessun concerto di commemorazione, nessun grande evento, nemmeno una raccolta celebrativa di successi come si usa solitamente. Il modo in cui la figura del Michael Jackson uomo è stata messa in discussione, soprattutto in epoca di Metoo, consiglia di non esporsi troppo. Persino il suo amico, mentore e produttore Quincy Jones ha trasformato un concerto in programma nella capitale inglese per celebrarlo in un generico omaggio alle musiche da film degli anni 80.


E nonostante le recenti palate di fango gettate dal documentario "Leaving Neverland" siano state rimosse nel giro di poche settimane, tra credibilità delle testimonianze degli ex bambini accusatori smontata e scarso interesse mostrato dal pubblico, gli schizzi delle nuove accuse di molestie sono rimasti a sporcare questo anniversario.

Una ricorrenza che avrebbe meritato altro tipo di celebrazione perché, al di là di dubbi sulla condotta morale nel privato di Jackson, resta il lascito artistico di una delle stelle più luminose che il mondo del pop abbia visto brillare nel secolo scorso. Una lucentezza che non si limita ai numeri da capogiro dei suoi album più famosi, di cui "Thriller", tutt'ora album più venduto di sempre (un record, considerando i livelli attuali di vendita dei cd, destinato a rimanere imbattuto) è solo il vertice assoluto di un insieme discografico che comprende lavori multiplatino come "Off The Wall", "Bad", "Dangerous" e "HiStory".


Jacko e Sophia Loren

Jackson ha vinto centinaia di premi che fanno di lui l'artista più premiato nella storia della musica. Tra questi figurano 40 certificazioni nel Guinness dei primati, 15 Grammy Awards su 38 nomination (inclusi due Grammy alla carriera), 40 Billboard Awards, 26 American Music Awards, 16 World Music Awards e 14 singoli al numero uno negli Stati Uniti durante la sua carriera da solista, più di ogni altro artista maschile con un totale complessivo di oltre un miliardo di copie tra album e singoli, vendute. 

Ma l'importanza di Jacko va oltre il suo essere fenomeno commerciale senza pari. Perché quel successo era il frutto di uno strarodinario talento. Espresso come interprete, autore e ballerino, performer assoluto e di razza, dimostrato senza ombra di dubbio nel corso di una carriera che ha visto tutte le fasi possibili dello spettacolo affrontate e vinte con talento. Gli inizi da bimbo prodigio (alle prese con un padre-padrone a fare da manager dispotico) insieme ai fratelli, le difficoltà del passaggio alla vita adulta, il successo straordinario fino ad arrivare sul tetto del mondo.

Tipica incarnazione del sogno americano, perchè nato e cresciuto in una famiglia proletaria afroamericana da cui ha spiccato il volo per diventare l'uomo più famoso del pianeta. Dall'America all'Asia, dall'Europa all'Africa lo conoscevano tutti. Fino alla caduta. Prima accennata, con i primi passi falsi quando ha voluto liberarsi della presenza tanto importante quanto ingombrante, di Quincy Jones. E poi clamorosamente rovinosa, soprattutto a livello di immagine, con le accuse infamanti di pedofilia, i processi, le assoluzioni giudiziarie mai sufficienti a togliere dalla testa di molti il dubbio.

Jackson, Clinton con la figlia e Diana Ross

Michael ha vissuto tutto ai massimi livelli in maniera quasi parossistica. Trionfi immensi e momenti bui. In un alternanza di situazioni che hanno creato allarme fra i fan e instabilità psicofisica su sè stesso. Con i riflettori dei media puntati 24 ore su 24 su di lui a lasciare ferite indelebili che ne hanno fatto un uomo tanto fragile e timido almeno tanto quanto era determinato e deciso l'artista. Un personaggio unico e controverso, molto amato e idolatrato finchè in vita sino ad essere detestato e rimosso poi da morto.Passato dal mondo delle fiabe a quello dell'horror.

Persino la sua scomparsa è stata una sorta di tragedia consumatasi sotto gli occhi del mondo. Prima con quel ritorno annunciato in pompa magna e diventato una cosa più grande di lui (le date dello show dovevano essere 10 e furono portate a 50 a sua insaputa per far fronte al gran numero di richieste). Impegno al quale non volle in ogni caso sottrarsi, a costo di bruciare le ultime energie di un fisico fortemente debilitato. E poi con un dottore messo alle sue costole per accudirlo che finirà per ucciderlo, con una dose sbagliata di anestetico chirurgico che Jacko usava per dormire, perché i normali tranquillanti non bastavano più.

Dieci anni dopo la sua scomparsa, resta la fedeltà di chi lo ha seguito senza tentennamenti e continua a farlo senza porsi dubbi e questioni. A cominciare dai milioni di fan sparsi per il mondo, per proseguire con quegli artisi che si sentono di difenderlo come hanno fatto recentemente Madonna e Diana Ross. Ma ci sono anche quelli che tolgono targhe dalle scuole, emittenti che si rifiutano di trasmettere la sua musica, mostre dedicate a lui che vengono annullate. Per non parlare dei grandi network americani che preferiscono evitare di programmare speciali per ricordarlo in occasione di questo decennale. Resta comunque la sua musica che quando anche l'ultimo polverone di accuse si sarà depositato, sarà ancora là a brillare intatta per continuare a suscitare emozioni.


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