di FRANCESCO TRONCARELLI
6 al Ciro d'Italia - Sarà un campionato di transizione, così aveva detto lo "scrivano fiorentino" Sarri, di alti e bassi. Ma lo dicono anche i risultati. I bassi però sono superiori agli alti e soprattutto sono vergognosi. La Lazio ha perso al Bentegodi non giocando la partita, come a Bologna. Un'altra batosta, un'altra disfatta. La "fatal Verona" che costò due scudetti al Milan (1973 con Rocco e 1990 con Sacchi) per noi è stata letale perchè ha denunciato tutti i limiti mentali e di organico di una rosa appassita prima ancora di sbocciare. Tu quoque Simeone junior co' ste quattro coltellate. E da questa debacle non si salva nessuno tranne i soliti noti che tirano la carretta a prescindere. Come il bomber de noantri che ha segnato il gol della bandiera senza rendersi conto che era già ammainata prima di entrare in campo. Ha timbrato il cartellino quando non c'era l'audio a Dazn, ma con l'audio o senza è stata sempre una brutta Lazio. Di transizione come dice il maestro? Di transumanza...
6 al Sergente - 95 minuti per una traversa e un assist. Per il resto è come se avesse marciato nel deserto con uno zaino di 40 chili sulle spalle. Lo zaino erano i compagni di merende latitanti più che mai. La sua valutazione per colpa loro dopo sto match è scesa clamorosamente, da 100 cocuzze siamo arrivati a trenta euro al mese con vitto e alloggio a spese sue. E manco er cocuzzaro pe' contentino.
5- a Pedro Pedro Pedro Pe praticamente il meglio di Santa Fè - E' partito in quarta è arrivato in folle. Come la Raggi alle elezioni comunali.
5- a Massimo Di Cataldo - Je manca sempre un sordo pe' fa 'na lira. Nè più nè meno di Simone Montedoro.
5- - a chi lo Leiva - Una volta, è arrivato il tempo di levarlo. Il problema è che non c'è nessuno da mettere lì. Una lungimiranza infinita, tipo quella di Salvini e company di scegliere il carneade Michetti.
5- - a Totò Riina - Ne ha presi quattro, ma ne ha salvati almeno tre. E dopo la sveja col Bodo Star dei riom sarebbe stato uno scandalo eguagliarli con un simile cappotto. Insomma tocca dije pure grazie ar Panza. Incredibile ma vero.
4 e mezzo a Lazzari alzati e cammina - E' entrato in corsa ma si è subito fermato. Come il trenino per Ostia che si ferma ad Acilia e non riparte più.
4 a Lupo Alberto - Co' sta storia che mette il broncio perchè non gioca diciamolo, ha rotto les pelotas. E allora Riccardo Rossi che dovrebbe dire che non gli fanno fare più niente alla Rai e lo tengono in panchina sempre. Quando è subentrato per il Vignaroli nero (vedi sotto) aveva tutto il tempo per tirare fuori dal cilindro un coniglio dei suoi. Ma non gli andava perchè urtato, come un ragazzino che vuole il pupazzo a tutti i costi. Sim Salabim e il Mago sparì.
4 a Pasquale Ametrano Anderson - Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che hanno tutti i Turisti per caso come lui che a Verona sono andati per prendere un caffè in piazza, cosa ci dovevamo aspettare se non il nulla? Ma recriminare ora che senso ha, il soggetto lo si conosce, manca di continuità. E' un po' come Vincenzo Salemme che lo accreditano come il nuovo Peppino De Filippo, ma non ci crede nemmeno lui. Manco Pappagone.
4 a Innamoradu - Non giocava da 151 giorni, tenuto in naftalina dal Comandante negli scantinati di Formello. Poi quando la barca stava per affondare, buttato nella mischia dall'oggi al domani. Povero gladiatore, umiliato così senza averne colpa. Lui che ha rinunciato ai soldoni dell'Inter per chiudere la carriera qui dove non lo vede il Supremo. E' come se gli avesse dato il benservito.
4 a Somarusic - Ha le pile scariche. Avete presente Panariello a Tale e quale che dice sempre le stesse battute?
3 a Ke pro - se lo chiedono tutti, a Ke pro gioca? E' il Vignaroli nero. Na sega.
3 a Patric del Grande Fratello - Qualcuno aveva sostenuto che era il valore aggiunto di questa squadra, una bestemmia bella e buona dopo tutti i casini che negli anni ha combinato. Dicevano che era esploso, che era ormai un punto saldo del reparto. Frescacce clamorose che nella bufera veronese hanno avuto la loro conferma. Er Caciara è sempre lui, tanto fumo e niente arrosto, manco 'na fettina. Il Cholito j'ha fatto vedè i sorci verdi mandandolo al manicomio. Insomma non c'ha capito più niente, come un Biagio Izzo qualsiasi.
2 - a Hysaj che i papaveri - Copia e incolla dalle puntate precedenti. Se Nina Muriqui è il Quarto mistero di Fatima, lui è il Mistero in assoluto. Come Sfera Ebbasta. Dovrebbe essere il valore aggiunto della squadra perchè conosce già il Sarrismo e invece è l'anello debole. Combina più casini lui che Bugo e Morgan messi insieme. Nel cantiere aperto messo su dal Sor Maurizio, lui è il pensionto che guarda dal marciapiede anzichè il capomastro. Non ne azzecca una, come Valerio Staffelli col Tapiro. Se continua così però un premio è già pronto: l'Oscar...dabagno. Sipario.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Domenica, 24 ottobre 2021
Disfatta biancazzurra a Verona nella nona di Campionato. Al “Bentegodi” la Lazio è travolta dal poker firmato Simeone, autore di due reti per tempo; di Ciro Immobile l’unico gol laziale per il 4-1 finale. Biancazzurri rimaneggiati in difesa dopo le contemporanee defezioni di Luis Felipe e Acerbi, che in extremis perdono anche l’ex Zaccagni. Veronesi invece solo senza l’indisponibile Frabotta. Partita da subito a senso unico con i padroni di casa vicini al gol in almeno tre occasioni, che chiudono meritatamente il primo tempo in vantaggio di due reti, siglate dal Cholito, mentre la difesa laziale sta a guardare. Nella ripresa Immobile illude i suoi, grazie anche ad una mezza papera di Montipo, ma la Lazio non approfitta della rete, anzi continua disperatamente a osservare la partita senza riuscire a porre un freno alle avanzate scaligere. E così Giovanni Simeone si permette il lusso di siglare altre due reti, affondando completamente la scialuppa laziale. Solo 143 km dividono Bologna da Verona. Molto meno è la distanza tra la partita che la Lazio ha disputato contro i rossoblu venti giorni fa e quella di stasera, una fotocopia della precedente. Anche in quel caso la Lazio veniva da due buone partite; i biancazzurri dopo la bella prestazione di domenica scorsa con l’Inter e l’ottima gara in coppa col Marsiglia cadono miseramente oggi, facendo giganteggiare il Verona. La squadra praticamente non è mai scesa in campo, la difesa pur se rimaneggiata è crollata sotto i colpi del figlio dell’ex pupillo laziale. Nessuno è escluso dalla debacle: il centrocampo è stato inesistente, completamente slegato dal reparto avanzato; Leiva ed Akpa sono stati impalpabili. Oggi Pedro era senz’altro sottotono e anche Felipe Anderson ha deciso di non scendere in campo. I biancazzurri sono tornati completamente indietro sul piano fisico, del gioco e della mentalità, evidentemente non riescono a reggere una partita ogni tre giorni. Sale la malinconia al pensiero che già mercoledì la Lazio affronterà la Fiorentina e poi sabato i biancazzurri se la vedranno con l’Atalanta, due le squadre che oggi hanno scavalcato in classifica i biancocelesti.
VERONA LAZIO 4-1 30’ 36’ 62’ 92’ Simeone 46’ Immobile
VERONA: Montipo, Dawidowicz, Gunter (68’ Sutalo), Casale (45’ Cecchrini), Faraoni, Veloso (68’ Tameze), Ilic (80’ Hongla), Lazovic (81’ Magnani), Barak, Caprari, Simeone. All. Tudor
LAZIO: Reina, Marusic, Patric, Radu, Hysaj, (57’ Lazzari) Leiva (63’ Cataldi), Milinkovic, Akpa (56’ Luis Alberto), Anderson, Immobile, Pedro (63’ Cataldi). All Sarri
Arbitro Piccinini
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