Quello sguardo da simpatica canaglia che ti conquistava subito, quel sorriso a trentadue denti che illuminava il suo volto, quei monologhi che ti tenevano incollato davanti al televisore o sulla poltrona del teatro. Quel fascino di un ragazzo irrestistibile che non voleva crescere mai, da anticonformista e spirito libero quale era.
Walter Chiari, il solo nominarlo evoca momenti felici delle nostre vite, quando tutto sembrava più facile e il mondo era tutto da scopire, tra cambiali in scadenza, elettrodomestici presi a rate e Carosello che mandava i bambini a nanna senza tante storie. Era un Italia in bianco e nero ma si sognava a colori e Walter di quell'Italia che sognava era il protagonista incontrastato tra film, riviste e spettacoli televisivi memorabili.
Dopo un lungo ed ingiusto oblio, la Cultura italiana si ricorda di lui in occasione del Centenario della nascita. Lo riscopre come un talento unico e irripetibile, come un mattatore incontrastato delle scene, meglio tardi che mai si dirà, ma l'amarezza è tanta per come venne trattato dopo le tristi vicende giudiziarie di cui fu vittima.
Canzonissima |
Registrato all'anagrafe di Verona come Walter Michele Armando Annichiarico l'8 marzo 1924, pugliese di origini e milanese d'adozione, Chiari lasciò presto gli studi dividendosi tra mille lavori (magazziniere, elettrotecnico, impiegato di banca, cronista, caricaturista) e una promettente carriera sportiva di pugile.
Campione lombardo dei Pesi Piuma nel 1939, riprese gli studi e prese il diploma al liceo scientifico, ma fu costretto dalla guerra ad abbandonare l'università nel 1943. Proprio quel drammatico momento della storia italiana segnò i suoi anni successivi: si arruolò volontario insieme all'amico Ugo Tognazzi nella Repubblica Sociale finendo poi nel '45 in un campo di concentramento degli Alleati.
Ugo Tognazzi amico di una vita |
Grazie al talento naturale, ad un'affabulazione da grande
improvvisatore e alle sue capacità istrioniche con cui teneva in pugno il pubblico,Walter si impose come una delle stelle del nostro spettacolo diventando anche un rubacuori da copertina con storie con femmes fatales come Ava Gardner (portata via a Frank Sinatra), Lucia Bosè, Mina, Elsa Martinelli, Gabriella di Savoia sino al matrimonio tempestoso con Alida Chelli.
Ha interpretato 112 film, anche se il cinema italiano non lo ha mai veramente adottato nonostante l'esordio già nel 1946 ("Vanità" di Giorgio Pastina), la chiamata di Luchino Visconti ("Bellissima", 1951), la consacrazione con Dino Tisi ("Il giovedi" 1963) e il successo personale con Blasetti ("Io, io, io e... gli altri", 1966).
Walter e Ava Gardner |
Deve il suo successo soprattutto alla tv di cui divenne protagonista fisso fin dal 1958 quando apparve insieme a Carlo Campanini con cui ripropose le macchiette dei fratelli De Rege ("Vieni avanti cretino...") e il suo cavallo di battaglia "Il Sarchiapone" che ogni volta interpretava con aggiunte, modifiche, invenzioni in un flusso continuo di improvvisazione.
Da allora e per più di dieci anni, fu un geniale mattatore e sperimentatore tra "Studio Uno" con Antonello Falqui regista, "Canzonissima" con Mina e Paolo Panelli, fino a "Speciale per voi". Proprio in quello studio, nel 1970, fu raggiunto dalla polizia con l'accusa di detenzione e spaccio di droga, rimanendo poi in carcere per 98 giorni finché venne assolto dall'accusa di spaccio ed ebbe la condanna con la condizionale per uso di stupefacenti.
sul set di Bellisima con Nannarella |
Quando le cose sembrarono tornare a girare per il verso giusto, nel 1985, ancora una volta un pentito, lo stesso che accusava ingiustamente Enzo Tortora, lo rimandò davanti ai giudici accusandolo nuovamente di smerciare cocaina. Assolto già in istruttoria, Walter Chiari uscì comunque distrutto da quella vicenda e da allora cominciò un lento declino.
Che non meritava, perchè lui era bravo nel suo mestiere, era uno che dava la carica e non si piangeva addosso, che si rimboccava le maniche e ripartiva anche contro vento, spericolato e libero come pochi altri. Generoso con tutti, comico per vocazione era passato dalle stelle alle stalle nel vero senso delle parole, ma andava avanti.
Vieni avanti cretino con Carlo Campanini |
Irresistibile Walter, intramontabile Walter, sino all'ultimo, fiero ed
orgoglioso di ruggire ancora ("Romance" di Massimo Mazzucco e "Finale di
partita" di Samuel Beckett, due capolavori d'interpretazione) come un
vecchio leone ferito ma non domo, nel momento in cui qualcuno si
ricordava ancora di lui.
Sino all'epilogo della sua parabola
umana, quando il 20 dicembre del 1991 calò per l'ultima volta il sipario
in un "teatrino" di periferia privo del calore del suo amato
pubblico. Lo ritrovarono su una poltrona senza vita nel residence milanese
dove alloggiava con la televisione accesa come un pensionato qualsiasi.
Nella tasca della giacca appesa al muro, un ritaglio di giornale con su scritto "è morto Ugo Tognazzi", lo conservava da un anno in ricordo dell'amico scomparso e forse come monito sulla caducità della vita. Chissà.
indimenticabile |
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