di FRANCESCO TRONCARELLI
Quei capelli lunghi e flessuosi,
quello sguardo da cerbiatto curioso con cui si affacciava sul mondo, quel fisico longilineo che la contraddistingueva dalle altre, come il suo fascino, la sua classe e la sua eleganza innata che l'ha accompagnata nella sua quotidianità di
artista e donna.
Francoise Hardy si è spenta dopo una lunga malattia e la Francia intera si
è commossa per aver perso una delle sue figlie migliori, una delle sue artiste più amate, simbolo di una generazione che voleva rivoluzionare il mondo con la musica, la poesia, i sentimenti.
A dare la notizia il figlio Thomas che negli ultimi tempi le era stato vicino giorno e notte amorevolmente che ha postato sui social una sua foto di lui bambino con lei e l'annuncio "maman est partie...", mamma ci ha lasciato, poche parole che purtroppo vogliono dire tutto, la fine della vita, la perdita del bene più caro e dei sogni cullati dall'infanzia in braccio alla propria mamma.
Nei giorni scorsi, quando la situazione stava precipitando, la cantante era voluta tornare nel suo appartamento e lasciare la clinica privata dove era ospitata, voleva morire in quell'appartamento silenzioso,
con i rami degli alberi che sfiorano le ampie finestre ai margini ovest
di una Parigi modernista, austera e fuori dal tempo, come lei.
Cantante,
scrittrice, astrologa ed amante della filosofia, Francoise Hardy negli anni Sessanta è
stata un'icona sia per la sua personalità che per la delicatezza delle
sue canzoni, di una generazione ribelle e sognatrice che è cresciuta con
lei con l'idea di cambiare il mondo. Uno dei simboli della femminilità
più ammirati e seguiti.
Una femminilità peraltro avvolta di raffinatezza e dolcezza lontana anni luce dai modelli che oggi ci vengono offerti dal mondo dello Spettacolo e dei Social, una femminilità che brillava di luce propria e che aggiunta ad un talento artistico unico e alla capacità di essere autrice sia del testo che della musica di svariate canzoni che proponeva, fecero di lei il sogno proibito di migliaia di adolescenti dell'epoca.
Francoise Hardy |
Frangetta, capelli lunghi, fisico androgino e al
tempo stesso affascinante, Francosie ha rappresentato anche un punto di
riferimento per le donne, perchè in anni difficili per l'emacipazione
femminile ha saputo parlare di sentimenti in modo libero e intelligente
facendo valere il punto di vista di lei in tutte le sfumature dell'amore
ben prima della rivoluzione femminista esplosa nel 1968.
L'esordio
fu un boom clamoroso, nel 1962 con la canzone "Tous les garcons et les
filles" che vendendo tre milioni di copie in tutto il mondo, le diede
una notorietà internazionale. La canzone trattava del disagio
adolescenziale e la Hardy divenne uno dei miti della generazione yè yè
insieme a France Gall, Sheila e Sylvie Vartan, sue amiche e protagoniste
come lei di quella stagione del costume irripetibile.
Francoise colpiva perchè aveva una bellezza melanconica, speciale, che risvegliava l’immaginazione introspettiva, fuori dai canoni delle bellone maggiorate ed anche della perfezione delle tipe francesi alla Brigitte Bardot e alla Catherine Deneuve. E colpiva perchè aveva una voce particolare, esile, intonata, non eccelsa nei vocalizzi ma sicuramente coinvolgente.
Tanti i suoi successi che hanno fatto il giro del mondo, "I sentimenti" (Et Meme), "L'età dell'amore", "On se plat", "L'amour s'en va", "La Maison ou j'ai grandi" (Il ragazzo della via Gluck), "Devi ritornare", "Il pretesto", "Parlami di te" cantata a Sanremo con Edoardo Vianello e quel capolavoro assoluto di "Des Ronds Dans L'Eau" (Cerchi nell'acqua).
con Edoardo Vianello a Sanremo |
Tempo fa, Hardy aveva rilasciato un'’intervista via mail, sul suo addio definitivo alle esibizioni a “Le Figaro” ed in un passaggio aveva aggiunto una frase che ce la fa sentire, se possibile, ancora più vicina, una compagna di viaggio su questa terra su cui tutti siamo ospiti temporanei: “Non ho paura di morire, ma di soffrire”. Parole difficili da accettare ma che rendono lidea perfettamente sul dramma che stava vivendo.
Aveva compiuto 80 anni a gennaio, una festa per ovvi motivi in toni dimessi per motivi di salute, una festa malinconica per colpa di quel mostro che era ritornato a mordere la sua voglia di vivere e che alla fine l'ha consumata come una candela, giorno dopo giorno, ed ora che non c'è più una nazione che l'ha vista affermarsi le dice grazie perchè con parole semplici e comprensibili ha saputo cantare le profonde verità sui rapporti fra uomo e donna impersonando con la sua vita i sogni di tutti.
E con loro a ringraziarla e rimpiangeroa con nostalgia ci saranno anche quelli che in tutte le parti del mondo l'hanno amata come farebbe ogni fan che si rispetti, quelli che hanno ballato felici con le sue canzoni, quelli che si sono emozionati con la sua voce e la sua musica. Addio Francosise, ora che hai fnito di soffrire potrai finalmente riposare in pace.
Per la delicatezza della sua voce e delle sue canzoni, la chiamavo la Marisa Sannia francese. Riposa in Pace Francoise.
RispondiEliminaBellissimo articolo di un artista vissuta di riflesso ma che le sue canzoni tornano ancora oggi di moda anzi, attualissime anche tra 100 anni, come il suo primo successo da te citato del 1962. Un artista semplice con tanti desideri ed un suo slogan che visto ieri il doc a lei dedicato, 1967 e quanto dichiarato a "Le Figarò" temeva, “Non ho paura di morire, ma di soffrire”. R.i.p. creatura e grazie Francesco per questi articoli.
RispondiElimina