di FRANCESCO TRONCARELLI
Lo stendardo con le immagini di Vincenzo Paparelli e Gabriele Sandri che scende dal cielo biancoceleste, la voce di Riccardo Cucchi che ricorda l'annuncio dello scudetto agguantato alle 18 e 4 minuti del 14 maggio del 2000, l'emozione fanciullesca del bomber Beppe Signori per gli applausi degli spettatori, le vecchie glorie di ieri e di qualche stagione fa in campo, le famiglie in maglietta sugli spalti felici e contente per uno spettacolo magico ed emozianante.
Sono tutti momenti di una serata indimenticabile che ancora una volta ha radunato il popolo biancoceleste per vivere la Lazio in prima persona, per ricordare la Storia che ci ha accompagnato, per assaporare atmosfere di casa che fanno bene allo spirito. A ciascuno il suo.
Ma l'istantanea che sicuramente rende meglio l'idea di quel senso di appartenenza che solo noi lazali conosciamo e apprezziamo, tempati da innumerevoli peripezie e vicissitudini che nel tempo ci hanno fortificato, è quella che ritrae Cristian Ledesma ai bordi del terreno di gioco dell'Olimpico con accanto il figlio pubblicata dalla moglie Marta sul suo profilo Instagram.
In questa foto stupenda c'è tutto. La maglia 24 del Capitano di mille battaglie, quella dell'aquilotto che nelle giovanili della Prima squadra della Capitale ha tirato i primi calci ad un pallone, c'è un papà che ha dato tanto, tantissimo ai nostri colori e ha trasmesso questa passione al figliolo, c'è la magia di un quadretto familiare che emoziona, c'è addirittura l'odore che virtualmente si respira del prato dell'Olimpico dove il nostro Cristian ha alzato la Coppa Italia vinta sulla Roma nel derby dei derby del 26 maggio 2013.
Di padre in fglio, da Ledesma a Ledesma, da Laziale a Laziale. Una storia bellissima, una storia biancoceleste, una storia che ci rende orgogliosi e che fa bene al calcio a misura d'uomo e non di sponsor con cui siamo cresciuti.
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