7 e mezzo a Correa l'anno 1900 - Quinta vittoria consecutiva per la Lazio. Questa volta è toccato all'Udinese subire la legge del più forte, ovvero l'Aquila, che ha spiccato il suo volo maestoso nel secondo tempo, dopo una prima frazione attendista e sotto traccia. I cambi di Inzaghino sono stati determinanti per dare la scossa a tutti (molte new entry rispetto al Genoa) e così nel giro di 5 minuti i biancocelesti hanno piazzato l'uno-due decisivo per vincere, nonostante il ritorno dei friulani, un autogol clamoroso e il maxirecupero sancito da Pupetta Maresca. Copertina d'obbligo al Tuca Tucu autore di una magia alla Silvan che ha fatto impazzire la gente laziale e il portiere avversario. Applausi.
7 e mezzo a Sylva Strakoshina - Tre, quattro parate in cui si è superato e che valgono anche loro come un gol, anzi una doppietta. L'albanese volante si è confermato numero uno di nome e di fatto. Bravo. Chi lo voleva estromettere dalla portineria e voleva al suo posto il citofono è servito. Paghi il condominio è stia a cuccia.
7 a Antonio Elia Acerbis ( Lazio del meno 9) - Là dietro è una certezza. Da stasera anche là davanti. Si è fatto trovare al posto giusto al momento giusto. Come Salvini.
6 e mezzo adillo a Parolo tuo - che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei, cosa seiii, non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai, cambi maiii, Parolo, Parolo, Parolo, soltanto Parolo, Parolo per noi (cit. Mina).
6 a Sergio Ramos (je piacerebbe) - Fermo ai box da tempo immemore è partito a razzo. Poi si è perso per strada la "r" ed è finita come un fim di Muccino. Na ciofeca.
6 al Ciro d'Italia - Un ingresso detereminante. Come quello di De Gregori al concerto di Venditti. E' entrato in campo se ne è portati a spasso due. Come i gol che poi sono arrivati. Potenza di un bomber che mette solo paura a nominarlo. C' pienz tu Cirù?
6- Bravehart Wallace - Tranquilli, state pur certi che un liscio (ma anche due) riesce sempre a piazzarlo. Nel suo piccolo insomma è una certezza. Tipo Floris, che ride in continuazione e a uffa quando spesso e volentieri c'è da piangere.
6 - a Durmisi dove trovate posto - E' il Lukaku bianco. Una freccia che corre sulla fascia. Ma poi deraglia. Come Lukaku appunto.
6- a veni, vidi, Lulic al 71° - Diciamolo, non è stato il solito gladiatore, il solito combattente dal piede fucilato ma dalle grandi giocate. Si è notato più per i piedi fucilati. Ma non importa più di tanto. L'importante è che sia abile e arruolabile per sabato prossimo. Della serie, l'incubo è tornato.
5 e mezzo a Lupo Alberto - Il grande assente.Nè più nè meno di Fiorello che tutti aspettano in tv ma non si vede mai. Così il numero 10 di Formello. Un fantasma in campo. Più de là che de qua. Come Berlusconi. Inesistente e ininfluente, come un Renzi qualsiasi. Da quando ha cambiato il ciuffo biondo in nero, ha perso la forza come Sansone. Dall'oroscopo di Branko la Luna consiglia: evitate di sbagliare ancora, tornate sui vostri passi. E comprate una bella bottiglia di acqua ossigenata. Tingere.
5 e mezzo a Rodolfo Bada - Il suo è stato uno degli autogol più belli degli ultimi anni. Grandissimo. Communardo Niccolai del Cagliari campione d'Italia che a suo tempo era un autorità del settore, al confronto avrebbe sfigurato. Provaci ancora Rudy. Ma nella porta giusta, te possino.
5+ al Panterone - Rispetto all'exploit col Genoa, tre passi indietro. Come Fabio Fazio, che dopo l'economista Cottarelli è ripiegato sul Pupone dimenticandosi di ricordare fra i suoi pochi titoli conquistati, il record di derby persi.
5 a Patric del Grande Fratello - Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente il mago Forrest?
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Mercoledi, 26 settembre 2018
Una
Lazio corsara si porta a casa altri tre punti contro l’Udinese. Alla
“Dacia Arena” nel match infrasettimanale valido per la sesta di
campionato i biancazzurri, dopo un primo tempo inguardabile, si
svegliano nella ripresa e piazzano una doppietta con Acerbi e Correa; il
gol di Nuytinck nel finale non basta e per i capitolini arriva la
seconda affermazione in trasferta della stagione. Inaspettato turnover
per Inzaghi, che in vista del Derby decide di cambiare cinque undicesimi
della squadra: c’è Luis Felipe dietro, a centrocampo Patric rileva
Marusic, Badelj sostituisce Leiva, ma soprattutto ci sono Caicedo e
Correa davanti, con Luis Alberto che rientra dopo il riposo di domenica.
Il 4141 dell'Udinese prevede a centrocampo Barak con Mandragora,
Lasagna è la punta titolare al fianco di De Paul. Una
Lazio attenta nei primi minuti non subisce l’iniziativa avversaria, ma
sembra un po’troppo statica a centrocampo e manca dell’iniziativa
necessaria per alzare i ritmi di gioco. La prima occasione della partita
arriva sulla punizione dal limite di De Paul, che Strakosha devia in
corner. La partita resta comunque bloccata; al 28’ ci prova a scuoterla
Parolo, che crossa per la testa di Luis Alberto, la cui conclusione
finisce sul fondo e poco dopo ancora Parolo da ottima posizione non
inquadra la porta su assist di Lulic. Si vivacizza un po’il gioco e le
manovre ma solo per qualche capovolgimento di fronte, per il resto è un
brutto primo tempo che termina senza emozioni. Nella ripresa subito la
squadra biancazzurra rischia grosso: Fofana fa fare lo straordinario a
Strakosha, bravissimo a deviare in angolo un tiro destinato in porta.
Simone Inzaghi al 55’ decide che è l’ora di Immobile; esce Caicedo ed
anche Lulic, dentro va anche Durmisi per cercare di creare pericoli a
Scuffet. E proprio pochi istanti dopo la sostituzione i biancocelesti
sbloccano. Luis Alberto calcia in porta una punizione dalla trequarti,
il portiere respinge sui piedi di Acerbi, che ribadisce in porta la rete
del prezioso vantaggio laziale. La risposta bianconera è un tiro di
Fofana al 64’ che però è preda di Strakosha; la Lazio ormai non è più
intorpidita ed al 66’ raddoppia. Correa finalmente si sveglia al 66’, si
divora Larsen in velocità e poi tira subito da un angolazione
difficile, bucando per la seconda volta Scuffet. Velazquez ora decide
per mettere una punta in più, cioè Teodorczyk che rileva Barak. Ma
all’80’ la Lazio, che sperava di controllare fino al termine il doppio
vantaggio, si ritrova sull1-2. Una rovesciata bellissima e fortunata di
Nuytinck riesce a rimettere in discussione il risultato e gli ultimi 10
minuti sono da brividi. Teodorczyck sbaglia di pochissimo il pari in
scivolata all’83’, poi la gara s’incattivisce con molti falli ed
interruzioni. I biancazzurri ovviamente cercano di perdere tempo,
provano a bloccare le iniziative avversarie, ma si schiacciano e
rischiano ancora con Fofana al 94’su cui Strakosha riesce a deviare in
angolo. E’ l’ultima emozione della partita, che finisce dopo quasi 7’ di
recupero con la sofferta vittoria laziale. Inzaghi, che evidentemente
voleva tenere i ritmi bassi, ha avuto ragione con questo turnover; la
Lazio ha mostrato grande maturità e nonostante il finale pieno di
rischi, ha colpito ed affondato gli avversari con grande cinismo. Una
vittoria tutto sommato meritata e tre punti d’oro guadagnati: quale
migliore gara per traghettare la Lazio verso la partita più importante
di questo inizio stagione, cioè il derby di sabato pomeriggio.
UDINESE LAZIO 1–2 60’ Acerbi 66’ Correa 80’ Nuytinck
UDINESE: Scuffet, Stryger-Larsen, Ekong, Nuytinck, Samir, Machis (67’ Pussetto), Mandragora, Fofana, Barak (73’ Teodorczyk), De Paul, Lasagna (85’ Vizeu). All. velazquez
LAZIO:
Strakosha, Wallace, Acerbi, Felipe (75’ Bastos), Patric, Parolo,
Badelj, Lulic (55’ Durmisi), Luis Alberto, Caicedo (55’ Immobile),
Correa. All Inzaghi
Arbitro Maresca
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