lunedì 12 ottobre 2020

"La notte" infinita di Adamo

di FRANCESCO TRONCARELLI


Ci sono brani che superano la generazione di riferimento ed arrivano ai giorni nostri con la stessa intensità e coinvolgimento del primo ascolto. Pezzi senza tempo che emozionano sempre al di là di mode e modi che li hanno accompnati al momento della loro composizione. 

"La notte" di Adamo è uno di questi, nonostante sia stato inciso nel 1965, per la sua musica accattivante e l'architettura semplice ma al tempo stesso sorprendente, è riuscito a svincolarsi dal mero esercizio revivalistico per diventare un classico del pop internazionale.

E' una gemma dell'artista di origini siciliane (registrato all'angrafe di Comiso il primo novembre del 1943 come Salvatore Adamo) ma belga d'dozione, che nel tempo è diventato un evergreen che affascina a prescindere e non delude mai. 

Il testo malinconico e la melodia travolgente del brano sottolineati dal controcanto della fisarmonica di Oscar Saintal che curò anche l'arrangiamento del disco, avvolgono "La notte" in un'atmosfera struggente che non ha uguali e che la rendono unica nel suo genere. 

 

Provvisto di un timbro vocale inconfondibile, una voce quasi roca capace di salire su toni alti, al limite del falsetto e di una ispirazione particolarmente felice, Adamo eplose a metà degli anni Sessanta diventando uno degli artisti più famosi ed apprezzati di quel decennio che ha segnato una svolta nel costume.

Viveva in una baracca con i suoi sei fratellini a Jemappes, un sobborgo della Vallonia, in Belgio, dove il padre Antonio era emigrato per fuggire dalla povertà e dare un avvenire ai figli col duro lavoro nella miniera di Marcinelle. Studiava Adamo e intanto imitava Elvis davanti allo specchio con una scopa fra le mani a mo' di chitarra.

Mai avrebbe immaginato di lì a poco di vendere 100 milioni di copie di dischi e di diventare una delle più grandi star internazionali francofone al pari di Charles Aznavour, Dalida e Johnny Hallyday. Dalle miniere di carbone all'Olympia, un exploit incredibile, da emigrato "brutto sporco e cattivo" a idolo delle folle.

Da noi Adamo arrivò dopo i successi in Francia e in Belgio, portando in classifica brani come “Lei”, “Non mi tenere il broncio”, "Amo", "Dolce Paola" e appunto "La nuit" che troverà nel testo italiano curato da Nisa, il grande Nicola Salerno, la giusta atmosfera per fare centro nei pensieri e nel cuore del pubblico.


Quel bambino pieno di sogni e una valigia di cartone al seguito, era diventato un poeta raffinato e un musicista (autodidatta) di talento che ancora oggi, i capelli bianchi e il sorriso gentile di sempre, continua ad esibirsi ovunque in affollati concerti.

Per Jacques Brel Adamo era “il tenero giardiniere dell'amore”, per Vinicio Caposela cresciuto con le sue canzoni che risuonavano in casa, un mito da venerare, per Nanni Moretti, Carlo Verdone e Franco Battiato che hanno inserito i suoi brani nei loro film, uno chansonnier immenso, per Morgan, un maestro.

Un maestro da omaggiare quindi, proprio con quella canzone che lo fece diventare un numero uno in Europa (primo nelle vendite ovunque) e che per questo motivo è stata reinterpretata da un gruppo di artisti che si sono alternati nella registrazione a distanza nel periodo del lockdown e che recentemente è stata pubblicata.

Una felice e azzeccata reunion fra nomi conosciuti da noi e all'estero, nata un'idea di Giovanna la sorella del cantante insieme al cantautore Fabio Abate che ha visto partecipare con le loro voci Sacha Toroop, Carlotta Proietti, Elena del gruppo Le Rivoltelle e Morgan coadiuvati da musicisti di razza come Jerome Munafò, Bart Denolf e Bernard Wrincq (chitarre), Nicola Stevens (violino), Hervè Coury (fisarmonica), Gino Latucca (tromba) e Sante Scinta (batteria).

Ovviamente c'è anche Adamo, con un cameo di grande eleganza e intensità che dà il sapore di vissuto al tutto e rende "La notte" veramente infinita.

  


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