sabato 14 ottobre 2023

Un Brindisi per la Lazio

 di FRANCESCO TRONCARELLI

Dai un'occhiata a Facebook e sulla home scorre una foto che ti cattura subito. Una squadra schierata in posa con una maglia bellissima, biancazzurra con lo scaglione rovesciato che diventa una V di vittoria. Uno spettacolo.

Poi guardi meglio è ti chiedi, ma è la Lazio? Magari una vecchia immagine sfuggita all'epoca dello scatto, molti volti sono noti del resto, c'è gente nostra. No, non è la Prima squadra della Capitale in un'inedita maglia, ma è il Brindisi, gloriosa squadra pugliese in una formazione della stagione 1972-73 con quattro calciatori laziali. 

Quattro, anche se in realtà erano addirittura sei, un record, gli altri due al momento della foto infatti erano in panchina. Ecco perchè quella squadra con quei colori ci sembrava così familiare. Allora vediamo chi erano i giocatori brindisini che hanno giocato per l'Aquila in quegli indimenticabili anni.

Biancazzurri pugliesi nati nel 1920...

Il primo in piedi da sinistra è Franzoni, si proprio lui, che di lì a poco diventerà l'eroe del derby, appena entrato gol e via, un trionfo che è nella storia della stracittadina che ancora suscita emozioni. Sguardo arcigno e volitivo, il terzo è Papadopulo, difensore implacabile e mastino dell'area piccola, sbarcato alla Lazio nel 69 insieme a Giorgione e Wilson. Quello che poi da allenatore nel famoso derby della Befana col gol di Di Canio (3 a1) arretrò Giannichedda in difesa con Talamonti. 

Al suo fianco poi un idolo della curva dei tempi d'oro, Mario Tomy. Capellone, frangetta, baffo alla mongola, sembra Tomas Milian nei film poliziotteschi di quegli anni. Attaccante che segnava col contagocce rappresentava il vorrei ma non posso di una Lazio in affanno. 

In curva gli volevano tutti bene come ho raccontato nel mio libro COME ERAVAMO perchè non la metteva mai dentro. Il giorno che segnò venne giù lo stadio e paradossalmente per lui fu la fine dell'avventura a fianco di Giorgione.

Chiude la fila dei biancazzurri sotto due bandiere, Rosario Di Vincenzo, detto Zarin, portiere del dopo Cei che nelle uscite a valanga aveva il pezzo forte. Lo chiamavano lo Yascin dei poveri. Poveri ma belli laziali.

Renna capitano del Brindisi e l'ex Milan Pelagalli capitano del Taranto

E in quel Brindisi neo promosso in B mentre la Lazio iniziava la sua avventura verso lo scudetto il capitano era Mimmo Renna, eroe della Lazietta anni 60.

Quella che aveva Miceli presidente e Mannocci allenatore, Pagni capitano, il professore Governato, il castiga grandi Vito D'Amato e i veterani Carosi, Carletto Galli, Piaceri e Gasperi.

Capocannoniere con 4 (4...) gol come Governato inseguito dai 3 di Mari, Christensen e D'Amato, Renna poi quando si ritrovò dall'altra parte della barricata nel Brindisi e giocò contro di noi, ci castigò, eliminando la Lazio di Maestrelli dalla Coppa Italia nella stagione 1972-73. Un classico della nostra storia.

la figurina Panini di Boccolini

50 anni fa la Lazio giocando a zona iniziava una stagione che l'avrebbe vista protagonista tanto da meritare lo scudetto e contemporaneamente il Brindisi che giocava ugualmente a zona si affacciava in B con tanta voglia di mettersi in luce dopo una entusiasmante cavalcata che le aveva garantito la promozione. 

E un posto in quella squadra rivelazione allenata da Vinicio l'aveva pure Luigi Boccolini, sesto laziale nel Brindisi più amato di tutti i tempi dai suoi tifosi.

Un attaccante rapido e mancino che ritroveremo qualche anno dopo in biancoceleste proprio con Vinicio sulla panchina della Lazio. E il cerchio si chiude. Con un Brindisi per la Lazio. Prosit.

o Lione Vinicio del Brindisi dei miracoli portato in trionfo

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