sabato 20 aprile 2019

Lazio, harakiri pasquale. Le Pagelliadi

di FRANCESCO TRONCARELLI



6 al Pantera - La Lazio ha perso e male, con l'ultima in classifica. E qui potrebbe già finire il nostro resoconto, perchè uno scandalo come quello a cui abbiamo assistito era da tempo che non si vedeva. La realtà tragica è che per più di un'ora i signorini non sono entrati in campo, facendo intendere nel loro impegno da Scapoli contro Ammogliati, un menefreghismo incredibile e una sconfitta annunciata. Come si è poi verificato. Altro che ultimo treno per la Champions. Non so' mai partiti. Neanche il trenino per Ostia hanno preso. Troppo tardi il risveglio dal torpore prepasquale che ha portato dritti dritti al harakiri. Da questa debacle non si salva nessuno tranne il puntero ecuadoriano che comunque in uno scatto di orgoglio ha timbrato il cartellino. Ma il tempo era scaduto da un pezzo.

5 e mezzo ad Antonio Elia Acerbis - E' naufragato anche lui, ma almeno ha lasciato la nave che affondava per ultimo.

5 e mezzo a Correa l'anno 1900 - Che je voi dì all'argentino? Tante cose, a cominciare che è si un Tucu de classe quando prende la palla, ma poi alla fine dei giochi non quaglia mai. Un logorroico del pallone, bravo sì, ma sempre logorroico. Tante chiacchiere insomma ma pochi fatti. Come un Toninelli qualsiasi.

5 al Ciro d'Italia - Ei fu siccome Immobile. Manzoni in quel 5 maggio aveva previsto tutto.

5- a dillo a Parolo tuo - Colpevole sul primo gol, è l'unico che ha tirato in porta degli avversari due volte. Ma ce fai la birra co sti tiri. Come il reddito di cittadinanza.

5-  a Sylva Strakoshina - Stava ancora a pensà al rigore parato con l'Udinese.

5- chiedimi se sono Luis Felipe - E' rimasto affezionato alla serie D brasiliana da dove proviene. Na sega carioca.

4 a Patric del Grande Fratello - Tanto fumo e poco arrosto. Come Stefano Di Martino a "Made in Sud".

4 a Somarusic - E' come un programma di Gigi Marzullo: inguardabile.

4 -  a Rodolfo Bada - Per uno che nei tempi lunghi e nella lentezza ha costruito una carriera, il caldo simil estivo è stato il colpo di grazia. Purtroppo però il colpo di grazia vero l'ha dato lui alla gente laziale che è rimasta kappao dal suo non gioco.

3- al Sergente - In un campionato fallimentare in cui i suoi acuti si contano sulle dita di una mano, ha trovato pure il modo di farsi espellere per un calcio alla schiena rifilato a un avversario. Se ci fosse ancora la buonanima di Chinaglia, o anche del Tassinaro, sai i calci in kulo che avrebbe rimediato?

3- a Lupo Alberto - Nartro bono. A fa le parole crociate. Manco er personal trainer lo po' salvà. L'espulsione dopo il triplice fischio dell'arbitro, un primato che lo eleva fra i più imbranti della storia del calcio.

2 a Riza Psicosomatica Durmisi - Ma sto fenomeno ce serve o nun ce serve? Perchè se ce serve mannamolo a Formello a coje la cicoria. Si nun ce serve mannamolo direttamente a... e via. Buona Pasqua.


Appunti di gioco
di Roberto Taglieri

Sabato, 20 aprile 2019
La Lazio si butta via. Nella sfida prepasquale della 33sima giornata all’Olimpico contro il Chievo i biancazzurri escono con le ossa rotte: succede tutto nella ripresa, segnano Vignato ed Hetemaj, risponde Caicedo che riesce solo ad accorciare le distanze per l’1-2 finale. Doveva essere una partita da vincere senza se e senza ma che al contrario è diventata un’odissea per il popolo laziale. Clivensi già in serie B, che arrivano a Roma per onorare la maglia senza Schelotto, Rossettini, e Seculin; gioca Cesar dietro ed il giovane Vignato davanti, mentre Pellissier parte dalla panchina. Inzaghi invece senza Leiva, squalificato, manda in gioco Badelj, Caicedo è preferito a Correa e c’è Durmisi al posto di Lulic. Sole che picchia e ritmi blandi all’inizio della partita; la conclusione di Radu di testa al 10’ finisce sul fondo, stessa sorte tocca al il tiro a fil di paolo di Meggiorini un minuto dopo. Si fa male Radu al 15’ e lo sostituisce Luis Felipe; dopo mezz’ora di niente al 34’ Milinkovic fa un fallo di reazione ingenuo a Stepinski e Chiffi lo manda negli spogliatoi. Inzaghi così propone Parolo e toglie Patric, che esce tra i fischi: i biancazzurri, già in chiara sofferenza si devono giocare così tutta la ripresa in inferiorità numerica. Sul finire del primo tempo da un cross di Durmisi è Parolo a cercare la conclusione ma Semper riesce a respingere. Nella ripresa arriva immediatamente la doppietta del Chievo, prima con un diagonale di destro di Vignato e dopo 2’ con un colpo di testa di Hetemaj, che mettono in ginocchio le speranze della gente laziale, incredula ed incapace anche di contestare. Al 56’ il tiro di Leris è bloccato da Strakosha, che fa altrettanto con quello di Vignato al 64’. Poi Caicedo al 67’ dopo uno scambio stretto con Correa, riesce ad accorciare le distanze con un tiro di rabbia sotto porta. Stpeinski si divora di testa il terzo gol di testa al 72’, Immobile invece mette un pallone troppo morbido al 73’ e Semper para. Gli ultimi 15 di gara sono dominati dalla concitazione e dalla confusione: la Lazio ci prova con le forze residue, Correa sbaglia la mira di testa, poi Meggiorini in contropiede appoggia a Strakosha. A tempo già scaduto Correa colpisce in pieno il palo a portiere battuto, poi una punizione di Luis Alberto se ne va di pochissimo fuori e dopo 5 ‘ di recupero Chiffi manda tutti a casa trovando il tempo di espellere amche Luis Alberto. E così la partita più facile dell’anno diventa un ostacolo insormontabile per la Lazio. Una squadra presuntuosa che prende sotto gamba il Chievo, gioca un calcio prevedibile e lentissimo, si fa superare in scioltezza dai veronesi e dice per sempre addio a tutti i sogni di gloria. Un epilogo pazzesco di un Campionato che si poteva riaprire anche oggi, visto il contemporaneo passo falso del Milan. La Lazio invece non ne ha più, completamente svuotata, un vero squallore in cui tutti sono responsabili. Non era un episodio la sconfitta di Ferrara e il pari contro il Sassuolo: questi ragazzi hanno davvero staccato la spina e stasera hanno segnato una pagina bruttissima della storia biancazzurra. Resta la speranza di un possibile passaggio del turno in Coppa Italia ma in queste condizioni nessuno mercoledi prossimo butterebbe un euro sulla qualificazione laziale. Occorre una rivoluzione totale per crescere sul serio.


    
LAZIO CHIEVO    1–2   49’ Vignato 51’ Hetemaj  67’ Caicedo
LAZIO: Strakosha, Patric (37’ Parolo), Acerbi, Radu (15’ Luis Felipe), Marusic, Badelj (57’ Correa), Milinkovic, Luis Alberto, Durmisi, Caicedo, Immobile. All Inzaghi  
CHIEVO: Semper, Depaoli, Bani, Cesar, Barba, Leris, Rigoni (69’ Diousse), Hetemaj (77’ Kiyine), Vignato, Meggiorini, Stepinski (82’ Pellissier). All. Di Carlo
Arbitro Chiffi


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