giovedì 5 marzo 2020

Lucio Battisti, il nostro canto libero

di FRANCESCO TRONCARELLI


                                Ma come un'aquila può
                                       Diventare aquilone
                               Che sia legata oppure no
                                 Non sarà mai di cartone"


Certi personaggi sono così amati che quando è il loro compleanno tutti gli fanno gli auguri. Te ne accorgi dando un'occhiata sui social, vera agorà virtuale e termometro dei sentimenti e pensieri della gente, come una volta era la piazza, il bar, l'ufficio dove tra una pratica e l'altra, si parlava del fatto del giorno.

Quella pratica in quei luoghi è rimasta, ma è nei social dove, senza condizionamenti, tutti esprimono la propria opinione o il proprio stato d'animo che certe cose si notano di più. E quella dell'augurio è una caratteristica tipica di Facebook e Twitter. Basta scorrere le home di questi due siti oggi ed è tutto un augurio di buon compleanno per Lucio Battisti, il genio che ha rivoluzionato il nostro pop con la sua musica e le sue canzoni indimenticabili che hanno fatto la colonna sonora di intere generazioni, diventando brani senza tempo.

Buon compleanno Lucio, oggi ne avrebbe fatti 77, Battisti uno di noi. Sì perchè sono soprattutto i sostenitori laziali a riservare al cantautore un pensiero gentile e di amicizia. Perchè lo sentono proprio non solo per gusti musicali ma per "fratellanza" nel tifo. Del resto è nota e sicura la sua passione per l'Aquila, confermata da Mogol, l'autore che ha firmato con lui decine e decine di brani entrati nella storia della musica leggera e dal padre Alfiero.

Il padre dell'artista reatino infatti in occasione di un Lazio-Bologna del 2003, presente in Monte Mario con Guido De Angeis, Toni Malco e la supertifosa Anna Rita Iacobini amica di famiglia che lo aveva accompagnato, ricevette la maglia della Lazio dall'allora presidente Ugo Longo in segno di riconoscenza per la sua passione calcistica.

E in quella occasione il genitore ribadì che anche il figlio Lucio nutriva una passione per i colori biancocelesti. Sicuramente discreta, soft, nello stile di tanti fedelissimi dell'Aquila che vivono senza eccessi la loro fede al contrario delle estenazioni esagerate e fuori le righe dell'altra sponda del Tevere.


Ci sono poi vecchi ultrà che lo ricordano presente sugli spalti a qualche partita negli anni d'oro del primo scudetto. Probabile. O forse solo una leggenda metropolitana. In attesa delle prova regina è sufficiente ricordare che certe notizie o foto spesso restano nascoste per anni. Vale per tutti il caso di Sergio Leone, il grandissimo regista che ha firmato capolavori (da Un pugno di dollari a C'era una volta in America) apprezzati e applauditi in tutto il mondo.

Nessuno lo accreditava come tifoso di calcio, figurarsi laziale. Poi è uscita una testimonianza del romanista EnnioMorricone che aveva bonariamente litigato con lui allo stadio in un derby e un racconto di Carlo Verdone, altro romanista doc, in cui ha ricordato la passione per la Lazio di Leone, et voilà Sergione nostro trasteverino vero uno di noi. Ma per saperlo ci sono voluti anni e anni.

Batttisti dunque, patrimonio di tutti come artista, viene ricordato però dai laziali. Ed è bello che sia così. Tu chiamale del resto "Emozioni" per questa squadra guidata da Inzaghi che fa sognare mentre  "Mi ritorni in mente" Chinaglia e "Penso a te" Tommaso Maestrelli che quel sogno ci hai regalato. Le sue canzoni ci accompagnano anche come tifosi.

E oggi che è il suo compleanno, lo vogliamo ricordare con uno dei suoi pezzi più belli e intensi, tornato peraltro d’attualità come coinvolgente colonna sonora dei fine gara delle partite all’Olimpico della Lazio, che è i “Giardini di marzo” intonato a gran voce dai tifosi che creano così un'atmosfera magica e veramente emozionante.

E’ un brano che racconta il disagio di vivere di un ragazzino di ieri mescolato con le sue difficoltà esistenziali dell’oggi, un viaggio composto da tanti suggestivi flashback (il carretto che vendeva gelati, i soldi che non bastavano per arrivare a fine mese, il vestito a fiori della mamma, i ragazzi che vendevano libri all’uscita di scuola…) e che contiene una dichiarazione d’amore intensa e una  richiesta d’aiuto struggente da parte di un uomo alle prese coi suoi pensieri, le sue dolcissime malinconie e i giochi della sua mente. Che anno è, che giorno è? Lucio questo è ancora il tempo di vivere con te la tua musica e di vincere con te Lazio nostra mano nella mano di padre in figlio. Auguri ovunque tu sia.

1 commento:

  1. Bello il tuo articolo come sempre ....e grande il nostro caro Lucio

    RispondiElimina

Alessandro Momo, 50 anni dopo

 di FRANCESCO TRONCARELLI Chissà cosa avrebbe detto della Lazio di Baroni Alessandro Momo. Sicuramente sarebbe stato contento di vederla gio...