lunedì 6 aprile 2020

Il Pop in quarantena

di FRANCESCO TRONCARELLI


Tutto il mondo sotto scacco della peste del Terzo millennio. Nessuno escluso in nessun ambiente. E anche la Musica paga il suo pegno. Le scomparse di Detto Mariano, Manu Dibango ed Alan Merrill che hanno lasciato increduli i loro estimatori sono ancora "calde" ed ora arrivano una serie di notizie su altri artisti che sono stati infettati dal Coronavirus.

Tre cantanti di fama internazionale che dall'oggi al domani si sono purtroppo trovati alle prese con questa terribile piaga e stanno con tutte le forze lottando per uscire fuori dal tunnel. Si tratta del francese Christophe, della inglese Marianne Faithfull e dell'americano Christopher Cross. Tre numeri uno del pop che hanno avuto anche esperienze nel nostro paese.

Christophe, pseudonimo di Daniel Bevilacqua, nato 75 anni fa a Juvisy-sur-Orge, il "Bobby Solo francese", è un cantautore di origine Italiana tra i più famosi oltralpe. Fa parte di quella schiera di artisti come Antoine, Michel Polnareff, Nino Ferrer e Johnny Hallyday, che piombarono in Italia tra gli anni 60 e 70, per lanciare le cover dei loro successi.

In un mercato come il nostro dove i 45 giri si vendevano a palate, tutti quei cantanti riuscirono a piazzare i propri brani e anche lui, che era partito con il rock and roll con un gruppo in cui suonava la chitarra e che nel 65 aveva centrato un successo enorme con la sua "Aline" arrivata ai primi posti delle classifiche in Europa, sbancò le classifiche con un lento da mattonella e da rotonda sul mare.

Il pezzo era "Estate senza te", cover di (J'ai entendu la mer), scritto in taliano addirittura da Herbert Pagani.  Fu presentato nella Canzonissima vinta da Claudio Villa con "Granada". Aveva un intro che faceva "Castelli di sabbia che sbatto giù" che divenne una frase tormentone sulle spiagge dopo una parodia di Franco e Ciccio.

Il boom del disco fu per lui una sorta di rivincita dopo l'affronto di Modugno che qualche mese prima non lo aveva voluto in coppia a Sanremo con lui per cantare "Sopra i tetti azzurri del mio pazzo amore", temendo di esserne oscurato (per fama sul mercato estero e secondo la stampa anche per fascino).

Al suo posto preferì un sconosciuto (e rimasto tale anche in seguito) suo conterraneo, tal Gidiuli, ma il brano fu comunque un flop clamoroso. Riascoltiamo allora Christophe col suo pezzo italiano storico, augurandoci insieme al suo collega Adamo, il grande interprete de "La notte", che possa superare la ospedalizzazione e guarire in fretta : "Mon ami, courage. Guéris vite".





"Marianne Faithfull’s manager @ravard_francois has confirmed that Marianne is being treated for Covid-19 in hospital in London. She is stable and responding to treatment, we all wish her well and a full and speedy recovery" con questo lancio di Agenzia della BBC, si è diffusa invece la notizia che l'icona degli anni 60 Marianne Faithfull è stata ricoverata a Londra.

Giovanissima, era stata scoperta dal manager dei Rolling Stones e divenne un'icona della Swingin' London degli anni ruggenti dei gruppi ed era stata spinta sulle scene a soli 17 anni grazie alla canzone "As tears go" by scritta da Mick Jagger e Keith Richards, cui seguì "Sister Morphine". 

Dopo una tormentata relazione con Mick Jagger finì nel baratro delle droghe. Ma dalla fine degli anni 70 ha trovato il suo riscatto trasformandosi in una diva espressionista e in un'attrice di cinema e teatro oltre ad essere un apprezzata artista pop. Ha cantato l’opera di Kurt Weill ("20th century blues"), ha collaborato con Angelo Badalamenti citando Dante e Shakespeare ("A secret life"), ha lavorato con autori come Damon Albarn, Beck, PJ Harvey. 

Sul grande schermo ha dato vita a Irina Palm, film del 2007 diretto da Sam Garbarski, nel ruolo di una donna di mezza età che per necessità finisce a lavorare in un sex club. Anche per lei c'è di mezzo il Sanremo del 67, quello della scomparsa tragica di Luigi Tenco. In coppia con  Riki Maiocchi ex frontman dei Camaleonti, interpretò il brano beat "C'è chi spera".





Ultimo ma non l'ultimo fra i tre sfortunati artisti è Christopher Cross, autore di numerose canzoni di successo, concentrate nella primissima parte della carriera solista. Con il primo album dal titolo omonimo ha vinto cinque Grammy Awards nonché il Premio Oscar e un Golden Globe per la migliore canzone originale con la celeberrima "Arthur's Theme (Best That You Can Do)", inserita nella colonna sonora del film "Arturo".

Texano di Sant'Antonio, 69 anni, voce particolare e fisico imponente è apprezzato come compositore e come interprete delicato e intenso in tutto il mondo, e ha dominato la scena internazionale degli anni 80 e 90. Una caratteristica costante è la presenza nelle copertine dei suoi dischi del fenicottero rosa.

Tra i tanti brani che ha portato al successo e che hanno dominato le classifiche, ricordiamo "Sailing"  "The Light is On" e "Minstrel Gigolo". "Think of Laura" viene usato come uno dei leitmotiv della soap opera della ABC "General Hospital", mentre "All Right" è stata utilizzata dalla CBS Sports durante gli highlights del Campionato di pallacanestro maschile NCAA.

Nel riascoltare il brano-colonna sonora del film "Arthur", la commedia sentimentale pluripremiata diretta da Steve Gordon con Duddley Moore e Liza Minnelli, rivolgiamo un pensiero positivo a questi tre artisti che hanno accompagnato le nostre vite con le loro musiche regalandoci momenti di serenità. Quella che dovrebbero meritare anche loro.


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