di FRANCESCO TRONCARELLI
L'altra sera durante il concerto che stava tenendo nel Palasport di Eboli, prima di eseguire "50 Special" ha chiesto al pubblico di mettere in tasca tutti i cellulari, perchè questo suo pezzo che gli ha dato il primo grande successo, è un brano che deve essere ballato, partecipato, vissuto tutti insieme.
E i fan hanno accettato senza battere ciglio questo invito, ed è stato bellissimo vedere 7000 persone ballare con le mani verso il cielo in un delirio di gioia e libertà. Ma al di là dello spettacolo che si è verificato, quello che è importante sottolineare è che questa richiesta mette in luce il Cesare Cremonini del momento, un artista con la voglia di fare musica, di viverla intensamente, con un piano davanti pronto ad asssecondare il suo estro e la sua poesia.
Tutto quello che in pratica troviamo in "Possibili scenari per pianoforte e voce”, il suo nuovo album che ad un anno di distanza dall’uscita di “Possibili
Scenari”, pubblica appunto la versione col piano e la voce del fortunato disco di inediti uscito in precedenza.
«Penso sia il momento giusto
in cui pubblicare un album come questo - ha spiegato Cesare- perché offre la possibilità di ricondurre il
pubblico ad un ascolto della musica più attento, paziente e meno
frenetico: significa svelare, uno ad uno, i segreti nascosti nelle mia
canzoni, donare al pubblico la loro purezza"
Ed in effetti brani come “Poetica”,
“Nessuno vuole essere Robin”, “Kashmir-Kashmir” e la stessa title track
dell’album, ad esempio, in queste versioni notturne, rielaborate
liberamente, registrate ad occhi chiusi e senza sovrastrutture di
arrangiamenti, costringono all’abbandono anche chi quelle canzoni le
canta, slegandoci dalla velocità con cui la musica viene consumata oggi.
In questo contesto anche i tasti di avorio del pianoforte, ogni respiro che separa i versi
delle canzoni, hanno un ruolo determinante e totalizzante, una sorta di coinvolgimento al piacere di ascoltare la musica, l'unica arte che può svegliare il
nostro tempo dal torpore della quotidianeità.
Cremonini chiude con la pubblicazione di questo disco, un periodo di grande successo iniziato con l’uscita del primo “Possibili Scenari”, culminato con i
quattro concerti estivi negli stadi e proseguito con i 24 del
tour nei palasport (prodotto e organizzato da Live Nation Italia) che
terminerà il 16 dicembre con la terza data al Mediolanum Forum di Assago
(Mi) e chiude due anni di lavoro artigianale e al tempo stesso di grande creatività in cui ha realizzato tutto questo.
"Quando è capitato che mi chiedessero se volevo fare
un figlio - ha scherzato Cremonini - ho detto che no, volevo fare gli
stadi". E i grandi spazi del calcio e della musica che conta, la voce
della nuova 'Poetica' e di tutte le altre nove che compongono la
scaletta del bellissimo album, li ha fatti sentire alla grande, registrando ovunque consensi enormi che ripagano il suo impegno e la sua voglia di dare il meglio di sè sempre.
Un album nato quindi con gli stadi all'orizzonte, ma ispirato anche ad una ricerca sul terreno non ancora sondato, o
solo annusato con l'elettronica del precedente 'Logico', che Cesare ha deciso di portare avanti col massimo rigore e che in questa nuova entusiasmante versione, minimalista, jazz, intima e senza orpelli, acquista un nuovo valore e nuove atmsofere e riconcilia soprattutto con la buona musica.
"Ho lavorato con l'obiettivo di alzare l'asticella della qualità -
ha spiegato - provando anche l'ebbrezza del rischio,
buttandomi da un trampolino che ho voluto costruirmi molto alto. Non si
tratta di pura ambizione, perché sono solamente un ragazzo che scrive
canzoni e perché l'ambizione, da sola, non può reggere un
successo. Si è trattato piuttosto di cercare con sincerità il
significato di quello che oggi la musica rappresenta, in primo luogo per
me, trovando la chiave di lettura per un nuovo lavoro nel termine
empatia".
Dal brano che dà il titolo a tutto il disco "e che è anche una
grande apertura per i nostri concerti" ha detto Cremonini a cominciare da quello ormai imminente e sold out da tempo al Palazzo dello Sport di Roma il 12 dicembre prossimo, e
fino a 'La macchina del tempo' che lo chiude, l'ex frontman dei Lunapop ha provato a mettere tutti i segreti del mestiere raccolti e
custoditi con scrupolo negli ultimi vent'anni di carriera.
"Il mio
rapporto con la musica mi ha fatto crescere tanto - ha spiegato la voce
delle nuove 'Nessuno vuole essere Robin' e 'La isla' ("quei luoghi
all'apparenza sereni ma che nascondo sempre segreti ed insidie") -
perché ci sono stati anni, nel dopo Lunapop, durante i quali le cose non
sono state per niente facili. C'è stata una caduta per colpa della
quale mi sono metaforicamente rotto diverse ossa, ma è stato proprio il
periodo della convalescenza musicale successiva che mi ha dato la
possibilità di costruire tanto. Ho corso per vent'anni e adesso me la
voglio anche un po' godere".
Un piacere che assapora anche chi ascolta la sua voce inconfondibile e il suo fedele amico piano.
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