7 e mezzo al Sergente - Il 2018 della Lazio si chiude con un pareggio. Agguantato peraltro (e con merito) dopo un rigore generosissimo concesso dal "signor" Irrati che aveva regalato ai granata un vantaggio inaspettato in chiusura di primo tempo. Poi nella ripresa è successo di tutto: tiro al bersaglio su Sirigu, cambi per provare a vincere, Lazio in dieci e arbitro protagonista (era quello del gol di mano a San Siro di Cutrone, ricordate? Sempre lui) con decisioni a senso unico e noi che l'abbiamo presa NKoulu finendo così sul pari. Meno male comunque che il Sergente c'è (che gol!), speriamo che l'anno nuovo li metta tutti sull'attenti.
7 a Lupo Alberto - Il ciuffo biondo che fa impazzire il mondo c'è e lotta insieme a noi. Anche senza il gorilla Dino, quello del crodino. Oddio, in certe partite un gorilla in campo servirebbe per irrit..are chi comanda e tenerlo a cuccia. Mettiamoci in contatto con il giardino zoologico allora. Hai visto mai...
6 e mezzo a veni, vidi, Lulic al 71° - Eran 300, come quei martiri raccontati dalla spigolatrice di Sapri, 300 battaglie più che martirio con l'Aquila sul petto, con questa col Torino sono 301. Come dire, si riparte per un altro record. Avanti bello de casa, siamo con te.
6+ ad Antonio Elio Acerbis (Lazio del meno 9) - Là dietro è una certezza. Nè più nè meno di Fiorello, che dove lo metti (attualmente la Radio) sta bene e fa ascolti. Bravo.
6+ Lucas 2 (quello che ride) - E' entrato nel momento critico del match, quando i nervi stavano superando la giusta tensione in campo. La sua esperienza ha rimesso tutto in ordine consentendo ai compagni merende della squadra di tornare a macinare chilometri e gioco.
6 a dillo a Parolo tuo - Lo stacanovista sta perdendo colpi. Commette sbagli che un mattatore di lungo corso come lui non dovrebbe fare. Un po' come Salvini, che infila tweet a raffica anche quando dovrebbe tacere.
6 a chiedimi se sono Luis Felipe - Il gol gli ha dato alla testa, come a Toninelli la poltrona da ministro. L'ex serie D brasiliana però, ha salvato almeno un gol torinista sulla linea, mentre il riccioluto deputato come apre bocca se dà la zappa sui piedi da solo.
6 a Sylva Strakoshina - E pensare che l'aveva quasi preso il tiro del Gallo. Avrebbe concluso l'anno come una Faraona e invece ha fatto la fine del cappone.
5 e mezzo al Ciro d'Italia - Che ti succede Bomber? Hai le polveri bagnate. Praticamente non riesci a concludere tutto il lavoro che porti avanti. Come quello che succede a Gigi Marzullo che dopo aver messo in fila una serie infinite di parole, fa delle domande che non solo non capisce nessuno ma che non possono avere neanche delle risposte possibili. Provaci ancora boss.
5+ a Correa l'anno 1900 - Un passo indietro rispetto al Bologna, due passi indietro rispetto al Cagliari. Se continua a indietreggiare lo ritroviamo a Orte invece che a Roma.
5 al Panterone - Dice che è entrato a dieci alla fine. Così dicono. Sembra. Forse. Chissà. Siamo sicuri? Boh.
5 - - a Somarusic - Il fallo prima, il fallo dopo. Fallo un regalo a tutti. Torna a casa Lassie.
4 a Bravehart Wallace - C'erano una volta le pippe al sugo, giocatori scarsi che ne combinavano di tutti i colori. Adesso con la globalizzazione è cambiato tutto, ce li mandano dall'estero come il Parmisan, brutta copia del parmiggiano che fanno in Cina. I nuovi mostri del calcio adesso non sguazzano più nella pummarola, so' seghe internazionali tout court che nella Lazio trovano il buen retiro. Cominciammo co' Oscar da bagno Lopez, semo arrivati a sto scandalo al sole che come tocca palla so' coronarie che ballano sugli spati e davanti al televisore. Nun se ne po' più. Aridatece Parruccone Couto che almeno menava. Sipario e buon anno a tutti.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Sabato, 29 dicembre 2017
Ultima
del girone d’andata ma anche ultima del 2018: all’Olimpico è pari tra
Lazio e Torino. Segna su rigore alla fine del primo tempo Belotti,
risponde nella ripresa Milinkovic per l’1-1 finale, ma se l’anno scorso
fu il “Giacomelli day”, con la sconfitta biancazzurra maturata ad opera
del fischietto triestino, anche stavolta il direttore di gara ha
senz’altro manomesso l’andamento di questa partita. Oggi la truppa
laziale doveva vendicare sportivamente quella brutta pagina, anche per
consolidare il quarto posto in Classifica. Inzaghi, che in difesa ormai
ha stabilmente piazzato Luis Felipe con Acerbi, ripropone il 3421 con
Correa e Luis Alberto dietro Ciro Immobile. Il Torino, che nelle ultime
tre giornate ha collezionato una sconfitta, un pari e una vittoria, si
presenta in campo con Sirigu in porta; il ballottaggio tra Moretti e
Djidji lo vince quest’ultimo, davanti con Belotti c’è Jago Falque.
Grande cornice di pubblico con almeno 35.000 presenze al fischio di
Irrati e ottima la Lazio nei minuti iniziali. I biancocelesti prendono
in mano le redini del gioco e tengono gli avversari sotto pressione, ma
la grande occasione ce l’ha al 15’ De Silvestri, che di testa colpisce
l’incrocio dei pali. Immobile poco dopo sfiora il palo su tiro dai 18
metri, poi al 25’ impegna Sirigu che riesce a mettere in corner. A tempo
quasi scaduto ancora Immobile da ottima posizione tenta un pallonetto
che finisce sul fondo e nel recupero arriva il calcio di rigore per
l’ingenuità di Marusic su Belotti che, cinturato, accentua molto la
caduta. Va alla battuta lo stesso Belotti, che sigla il vantaggio
granata in extremis tra le grandi le proteste del pubblico. Nella
ripresa Izzo già ammonito fa un fallo da secondo giallo ma è graziato
dall’arbitro, poi il difensore si fa male ed è sostituito da Moretti.
Anche Leiva prende il posto di Radu, ma intanto la partita si spezzetta,
l’arbitro assegna punizioni in modo non omogeneo, il Torino perde tempo
e si mangia il raddoppio con De Silvestri al 59’, che spara alto un
pallone impossibile da sbagliare. Invece arriva un secondo dopo il pari,
grazie ad un siluro di Milinkovic da 25 metri che sorprende Sirigu. La
difesa a 4 dura pochissimo, perche esce Correa per Wallace, ma proprio
ora la Lazio ha grandi opportunità, assedia il Torino e un paio di volte
Immobile, poi Luis Alberto non sono fortunati con le rispettive
conclusioni. Nel finale la squadra biancazzurra non ne ha più, la
partita continua ad essere giocata con molte interruzioni, i giocatori
del Toro perdono tempo ad ogni fallo, ancora De Silvestri all’82’ manda
sul palo, poi è espulso Marusic per una protesta e stessa sorte capita a
Meite per un fallo su Acerbi. Negli ultimi 5’ di recupero Parolo non
approfitta di un rimpallo sotto porta e questa è praticamente l’ultima
emozione di una partita difficile, che termina 1-1, ma che Irrati ha
esasperato innervosendo tutti e danneggiando i biancazzurri. Comunque il
bilancio della Lazio in questo campionato si chiude in modo assai
positivo: 9 vittorie 5 pareggi e 5 sconfitte con 32 punti all’attivo.
Peccato però per questo pari, perché nonostante i biancazzurri restino
al quarto posto sono pericolosamente insidiati da molte squadre e dopo
la sosta ci saranno Napoli e Juve.
LAZIO TORINO 1–1 47’Belotti 62’ Milinkovic
LAZIO:
Strakosha, Luis Felipe, Acerbi, Radu (57’ Leiva), Marusic, Parolo,
Milinkovic, Lulic, Correa (63’ Wallace), Luis Alberto (84’ Caicedo),
Immobile. All Inzaghi
TORINO:
Rosati, Izzo (50’ Moretti – 83’ Lyanco), Nkoulou, Djidji, De Silvestri,
Meite, Rincón, Baselli (71’ Lukic), Ansaldi, Iago Falque, Belotti. All.: Mazzarri.
Arbitro Irrati
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