7 al Ciro d'Italia - Il dicembre terribile (sette partite da qui alla fine dell'anno) è iniziato con un passo falso. Dovevamo fare polpette dell'ultima in classifica e invece abbiamo agguantato un pareggio dopo aver letteralmente regalato a un avversario modesto il primo tempo. La dormita generale alla scapoli-ammogliati contro l'Apollon, non è servita a scuotere la squadra biancoceleste che aveva l'occasione giusta per rilanciarsi in campionato. E invece l'occasione ce la siamo persi per strada. Applausi comunque al bomber de noantri (gol n. 61 in 81 partite), che dopo la fucilata di destro che aveva ristabilito la parità, ha visto il palo negargli la doppietta e a noi la vittoria.
6 e mezzo a Correa l'anno 1900 - Per un giocatore qualsiasi a commento della frase "ci ha messo" si userebbe il termine "lo zampino", ma per uno come lui che dà del tu al pallone come Cesare Cremonini alla musica, c'è solo una frase: un Tucu di classe. Come quello con cui ha smistato l'assist per Ciruzzo. E' di un altra categoria, se tutti fossero come lui il problema sarebbe risolto, ma qui molti neanche le tabelline, altro che problema. Sic.
6+ ad Antonio Elia Acerbis (Lazio del meno 9) - Ha perso la "s" da quando giocava con Fascetti, ma non la grinta. Diciamolo, l'unico che ha dato il fritto. Avete presente il Pappagallo di Portobello? E' l'unico che funziona, perchè non parla al conrario di tutti gli altri che sparano frescacce a tutta callara.
6 a veni, vidi, Lulic al 71° - L'Eroe del 26 maggio è il testimonial di questa partita tutta da dimenticare. Come un film di Muccino. Primi 45 minuti in sonno, come un framassone, e complicità nel gol, seconda frazione in attacco, petto in fuori e gamba lunga, come Belen per intenderci. La cosa migliore per uno come lui sarebbe più svegli e meno petto, ma allora finirebbe come un Malgioglio qualsiasi.
6 a dillo a Parolo tuo - Come Teo Mammucari a Tu si que vales: in ombra.
6 a Patric del Grande Fratello - Tanta caciara come suo solito, ma il quasi gol gialloblu salvato sulla linea al 90esimo vale oro. Come Frassica da Fazio.
6 a Rodolfo Bada e Striscia la Berisha -Si sono passati il testimone, ma nessuno dei due è stato un fenomeno. Nè più nè meno di Pablo e Pedro.
6- a Bravehart Wallace - S'è fatto brucià da un vecchietto de 39 anni. Roba che la Fornero solo per questo je allungherebbe la pensione de trent'anni. Poi si è ripreso, ma la cappellata, immancabile come quelle di Luco Giurato, l'aveva fatta. E tanto basta.
5 e mezzo a Sylva Strakoshina - In perfetta media Carrizzo: un tiro un gol.
5 e mezzo a Innamoradu - Il minimo sindacale. Ma senza assegni familiari e paga doppia per il festivo.
5 a Somarussic - Inutile. Come un pensiero di Gigi Marzullo.
5- al Panterone - Nè carne nè pesce. Nè.
5 - -al Sergente - Si è dato al cinema: il Fanstasma che cammina. Come cammina in campo lui, manco sulla Salaria. E come fantasma lui, neanche Patty Pravo, che sembra un incrocio tra Et e Belfagor. Valeva 150milioni, adesso se je danno vitto e alloggio con uso di gabinetto in comune a piazza Bologna insieme a i fuorisede è grasso che cola. Se continua così lo degradano a soldato semplice. Se insiste, manco come guardia svizzera nel Vaticano a fasse fotografà. Sipario
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Domenica, 2 dicembre 2018
La
Lazio pareggia a Verona. Contro il Chievo al gol del primo tempo di
Pellissier risponde nella ripresa Ciro Immobile che fissa il risultato
sull’1-1 dopo una partita nervosa e difficile. I veronesi, oggi ancora
senza Tomovic e Pucciarelli, recuperano Rigoni e Giaccherini che siedono
tra le riserve: il 4312 di Di Carlo prevede Pellissier e non Stepinski a
far compagnia a Meggiorini; Cacciatore è fuori, Barba dentro. Invece
Inzaghi, sempre senza Lucas Leiva, decide ancora per Badelj a
centrocampo; stavolta anche Luis Alberto è infortunato e sulla trequarti
c’è Correa. Nel freddo del Bentegodi la Lazio rischia subito: al 1’Obi
crossa e Pellissier non riesce a deviare sotto porta proprio davanti a
Strakosha. I padroni di casa sfoggiano un grande pressing, la Lazio
prova a mettere ordine ma in modo un po’ troppo compassato. Il primo
tiro biancazzurro al 18’ è di Badelj, parato facilmente da Sorrentino,
ma con un contropiede perfetto il Chievo al 25’ va in vantaggio.
Velocissimo Birsa porge a Pellissier, che taglia in area, Acerbi liscia,
Wallace è troppo arretrato e il centravanti clivense mette in gol un
rasoterra preciso che frutta l’1-0 ai suoi. La Lazio non riesce a
prendere le misure agli avversari, lenta, nervosa e poco concentrata:
Correa al 34’ spreca una buona opportunità di testa deviando fuori un
cross dalla destra, poco dopo Parolo col sinistro spedisce oltre la
traversa e non succede nulla fino alla fine del primo tempo. Dopo il
riposo Inzaghi mette in campo Caicedo al posto di Radu: il modulo
diventa 4321 e ora con rabbia la Lazio si butta avanti: al 54’ Correa si
libera bene sulla sinistra e dà ad Immobile, che da buona posizione
prova a piazzarla ma trova Sorrentino. Adesso esce un Marusic
evanescente per Patric, Di Carlo risponde con Cacciatore al posto di
Meggiorini. Il forte tiro di Lulic al 63’ è stoppato provvidenzialmente
da Bani e stavolta il Chievo si salva ma al 65’ Correa scambia con
Immobile, che stavolta non fallisce il pari mettendola dentro col destro
a fil di palo. Dopo l’1-1 Ciro Immobile ci riprova ma manda alto;
arriva anche il turno dell’ex Djordjevic, poi di Kiyine; al 76’ Immobile
in diagonale colpisce il palo, poi Badelj di collo esterno mette di
pochissimo fuori. La pressione biacazzurra prosegue anche con l’ingresso
di Berisha, la squadra biancazzurra schiaccia il Chievo nella sua area
ed ora meriterebbe la vittoria, invece rischia di prendere il 2-1 se su
Pellissier non fosse intervenuto Patric sulla linea a salvare il
risultato. Gli ultimi scampoli di gara sono solo gran confusione e nulla
più: il risultato resta così fissato sul pareggio. Una Lazio a due
facce: primo tempo da dimenticare per gli uomini di Inzaghi, ripresa
giocata in maniera senz’altro più convincente ma resta il rammarico di
aver perso due punti che potevano consentire ai biancazzurri di restare
al quarto posto. Invece il Milan supera la Lazio, che sta attraversando
senz’altro un momento critico della stagione: tre pareggi ed una
sconfitta nelle ultime quattro gare ed un gioco che lascia a desiderare.
Ed ora Samp, Eintracht, Atalanta, Cagliari, Bologna ed infine Torino
per un dicembre davvero difficile per i biancocelesti: nessun dorma!
CHIEVO LAZIO 1–1 25’ Pellissier 66’ Immobile
CHIEVO:
Sorrentino, Depaoli, Bani, Rossettini, Barba, Radovanovic, Hetemaj, Obi
(73’ Kiyine), Birsa (70’ Djordjevic), Meggiorini (60’ Cacciatore),
Pellissier. All. Di Carlo
LAZIO:
Strakosha, Wallace, Acerbi, Radu (46’ Caicedo), Marusic (54’ Patric),
Parolo, Badelj (81’ Berisha), Milinkovic, Lulic, Correa, Immobile. All
Inzaghi
Arbitro Maresca
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