9 a Somarusic - Una grande Lazio ha steso con merito un Genoa avvelenato ai massimi e combattivo alquanto. E' stata una prova di maturità eccezionale, una battaglia vinta grazie al gruppo e soprattutto alle seconde linee schierate che hanno dato il massimo. 20° risutato utile consecutivo (altro record per noi) e soprattutto sfatato il tabù Marassi davanti a cinquemila tifosi al seguito che hanno sostenuto la squadra dal primo all'ultimo minuto con tanto calore. Copertina d'obbligo al giocatore spesso e volentieri più criticato del gruppo, il Sonnambulo per antonomasia, che è entrato in campo su di giri e bello sveglio, confezionando un gol d'antologia, alla Chinaglia. Si è infilato di corsa tra Somarone e l'ex giallorosso Musiello (c'avrà cent'anni), ha resistito al sandwich e ha scagliato una sassata incredibile. Applausi per lui e per la banda Inzaghi. E il sogno continua.
9 al Ciro d'Italia - Un compleanno festeggiato alla grande (Gatsby) e celebrato al meglio col gol numero 27. E scusate se è poco. Ciro, si nu babà!
9 a Massimo Di Cataldi - tira la bomba Danilo, tira la bomba. Ed è stata apoteosi.
7 e mezzo a Lupo Alberto - Quando le certezze acquisite sembravano vacillare, l'ex Ciuffo biondo, ora nero pece alla Pavarotti è salito in cattedra, amministrando palle e rompendogliele a loro con giochi di restigio che Silvan al confronto je spiccia casa. Sim sala bin e il Mago li ha fatti sparì.
7 e mezzo a Innamoradu - Nei secoli fedele. Battiamo le mani ai veri romani.
7+ al Sergente - Ha buttato il fisico nella mischia. Come Elettra Lamborghini a Sanremo. Ha resistito a cariche e ha caricato i resistenti che nun ce volevano sta. Ma per loro è finita malamente col core 'n grato Pandev con la coda fra le gambe e a cuccia. A magnà cocce de noci.
7 al Panter One - Un tempo per seminare il panico dopo quell'assit al bacio. Può bastare. Come Enrico Ruggeri conduttore di "Una storia da cantare". Solo che il bomber ecuadoriano è uno spettacolo da vedere mentre l'ex Decibel è tutto da dimenticare.
6 e mezzo a Patric del Grande Fratello Vip - Momento magico per il biondino su di peso. Nella Casa è il più acclamato dai fan, nella prima squadra della Capitale il più invidiato. Tutti si chiedono ma come fa a giocà così se non c'ha mai capito niente? Chissà chi lo sa avebbe risposto il mitico Febo Conti della Tv dei ragazzi, l'importante come dice Malgioglio è finire. E lui finisce sempre in gloria.
6 e mezzo a Lucas 2.0 (Biglia chi?) - Rubapalloni e all'occorrenza mena pure, come un fabbro. Come dire "quando ce vo ce vo". Nè più nè meno di Vittorio Sgarbi che ce li manda tutti a go gò quando je gira.
6 e mezzo "al 114° del tempo supplementare Vavra dello Slava Praga beffa la Roma" - Il gigante in difesa che non ti aspetti. Un po' come Platinette che si è presentato senza parrucca. Ma l'avete visto? Sembrava un veterano e invece non gioca mai, preso come è ad annaffiare le piante a Formello e pulire le cantine dei compagni di squadra. E' passato dalla bancarella a Porta Portese con la roba recuperata allo scontro coi rossoblu senza soluzione di continuità e con un'autorevolezza che manco Mariangela Fantozzi Cribari (vedi collezione Pagelliadi su Globalist) dei tempi d'oro. E' nata una stella? Staremo a vedere. Speriamo che non sia cadente come Bugo che senza Morgan non è nessuno.
6+ a Sylva Strakoshina - Due paratone sul cugino di secondo grado di Favalli, tre tre napoletana a coppe nel Tresette giocato coi fotografi dietro la sua porta (Burraco ormai sospeso per manifesta inferiorità dei suoi avversari), na botta de 23 per il palo avversario e per il resto normale amministrazione, due reti cioè. Se po' fa, se po' fa...
6+ a Meco Joni e Lazzari alzati e cammina - Uno vale l'altro. Come Ficarra e Picone. Casinista e all'arrembaggio il primo senza concludere più di tanto, all'arrembaggio e casinista senza concludere tanto di più il secondo che l'ha sostituito. Gemelli diversi come Bonolis e Luca Laurenti. In certe occasioni infatti hanno fatto ridere pure loro. L'impegno comunque c'è stato. Avoja. Come Mietta che ha cantato Mina. Della serie "Vattene amore". Appunto.
6- a Correa l'anno 1900 - A tu per tu con Perin per due volte, s'è divorato in entrambi i casi due gol facili facili. Se l'è magnati senza vergogna, come Pannella quando dopo uno dei suoi storici maxidigiuni, se pappava sto mondo e quell'altro per recuperare. Lui però non si sa che deve recuperare. Sicuramente la forma perchè adesso è tutto fumo e niente arrosto come un Fabio Fazio qualsiasi e il Tucu di classe non si vede da un pezzo. Come andrà a finire? Lo scopriremo solo vivendo come ammoniva Lucio Battisti perciò il seguito a questa telenovela lo sapremo alla prossima puntata. Come per l'Amica geniale. Sipario.
Appunti di gioco
di Roberto Taglieri
Domenica, 23 febbraio 2020
La
Lazio espugna Genova. Nella gara valida per la 25sima giornata di serie
A al “Ferraris” in apertura sblocca Marusic, nella ripresa Immobile
raddoppia, accorcia Cassata, ancora la Lazio va avanti grazie a Cataldi e
nel finale il gol di Criscito su rigore non basta al Grifone: 2-3 è il
risultato finale per i capitolini, che hanno la meglio dopo una gara
spettacolare e combattutissima. I biancazzurri, reduci dalla splendida
vittoria contro l’Inter, sono costretti a vincere per sperare di restare
in vetta: il Genoa però è avversario davvero scomodo, un po’ una bestia
nera per i capitolini. Nicola perde per squalifica Sturaro, deve fare a
meno anche degli infortunati Ghiglione, Romero, e Lerager; riescono a
recuperare Schone e l’ex Pandev, che va in panca. La Lazio invece perde
Acerbi per un leggero infortunio, al suo posto Vavro, Jony è sempre a
sinistra e Marusic dall’altro lato; Correa parte riserva. Inizio col
botto a Marassi: infatti passano solo 2’ e la Lazio va in vantaggio.
Parte Caicedo al duetto con Marusic, che si libera di forza di Sumaoro e
Masiello e calcia di destro sotto all’incrocio dei pali il fulmineo gol
laziale. La Lazio rischia il raddoppio al 14’ con Caicedo di sinistro,
ma Perin salva in corner. Al 26’ la prima grossa opportunità dei padroni
di casa; su punizione Favilli di testa colpisce il palo, che gli nega
il gol del pari. Il Genoa è molto aggressivo e tiene un ritmo
indiavolato: Ankersen al 38’ si mangia ancora il gol, non riuscendo a
deviare davanti a Strakosha. I biancazzurri provano a tenere palla per
spezzare il ritmo e ci riescono sino alla fine del primo tempo. Dopo il
riposo prima Immobile, poi Luis Alberto vanno a un passo dallo 0-2:
tutti e due i loro tiri finiscono di pochissimo fuori. Però al 52’ il
raddoppio si concretizza: in contropiede il tacco Caicedo è per
Immobile, che con un rasoterra imprendibile raggiunge la incredibile
cifra di 27 reti e prova a mettere in cassaforte il risultato. Escono
Caicedo e Leiva, al loro posto Correa e Cataldi, ma adesso torna in
partita il Genoa, che con Cassata trova un bel gol sotto all’incrocio
che riapre la gara. Entrano Falque e Pandev, ma proprio nel momento di
massima pressione del Grifone arriva la rete dell’1-3: Cataldi sfrutta
al meglio la punizione dal limite che Maresca assegna alla Lazio e mette
a giro nel sacco un pallone perfetto, che Perin guarda entrare. Qualche
sbaglio biancazzurro di troppo, un tiro di Pandev telefonato per
Strakosha al 78’, poi un paio di grandi opportunità capitano sui piedi
di Correa che colpisce il portiere una prima volta e poi si fa
anticipare da Perin in uscita. All’87’ Lazzari in area nel contrasto con
Pandev colpisce la palla con una mano e Maresca dopo il controllo var
decreta il rigore. Va a battere Criscito, che spiazza Strakosha e
accorcia. Gli ultimi minuti sono tostissimi, di adrenalina pura: i
padroni di casa chiamano un pressing costante, che però non produce
niente ed alla fine la Lazio esce ancora vincitrice. Un Genoa davvero
molto arcigno ha messo in gran difficoltà la Lazio, che però ha saputo
venire a capo anche di questa partita, giocata su un campo ostile.
Ventesimo risultato utile consecutivo, un campionato strepitoso per i
biancazzurri, che vanno ancora a segno con Immobile sempre più
capocannoniere a 27 reti. Oggi note liete, a parte Luis Alberto ed
Immobile, sempre perfetti, sono l’ottima partita di Vavro e la
grandissima mira di Cataldi, di nuovo spietato su punizione. Invece per
essere fiscali qualche appunto va mosso a Correa, che deve ancora
riprendere la forma migliore ed a Milinkovic, che si è mostrato meno
intraprendente del solito. Ma la Lazio, a quota 59 resta un bel
diamante, ad un punto dalla Juve e sempre in piena lotta per il primato:
biancazzurri ancora nel sogno!
GENOA LAZIO 2–3 2’Marusic 52’ Immobile 57’ Cassata 71’ Cataldi 89’ Criscito (rig)
GENOA:
Perin, Biraschi, Soumaoro, Masiello, Ankersen (58’ Falque), Beherami,
Cassata, Schone, Criscito, Favilli (58’ Pandev), Sanabria (74’ Destro). All: Nicola
LAZIO:
Strakosha, Patric, Vavro, Radu, Marusic, Leiva (53’ Cataldi),
Milinkovic, Luis Alberto, Jony (62’ Lazzari), Caicedo (53’ Correa),
Immobile. All: Inzaghi.
Arbitro Maresca
Arbitro Maresca
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